Gli animali sono ormai conviventi abituali nelle case degli italiani. I numeri parlano chiaro: nel nostro Paese infatti gli animali da compagnia sono più di 60 milioni. Circa 30 milioni di pesci, oltre 12 milioni di uccelli, più di 14 milioni tra cani e gatti, vengono poi rettili e altri piccoli mammiferi. Con una tendenza in ulteriore crescita. Non è dunque infrequente che le nostre famiglie siano composte da persone ma anche da un gran numero di animali. Sorge però spontanea una domanda: esiste un limite al numero di animali che si possono tenere in casa?
Come si vedrà meglio di seguito, non c’è una risposta sempre valida, anche perché non esiste alcuna legge nazionale che imponga un numero massimo di animali da compagnia per abitazione. Prima di passare ad una più approfondita analisi della normativa in proposito, è opportuno chiarire cosa si intenda generalmente per animali da compagnia (o da affezione).
Quali sono gli animali che si possono tenere in casa?
Una prima definizione ci giunge dalla Convenzione Europea di Strasburgo del 1987 “per la protezione degli animali da compagnia”, nella quale è previsto che “per animale da compagnia si intende ogni animale tenuto, o destinato ad essere tenuto dall’uomo, in particolare presso il suo alloggio domestico, per suo diletto e come compagnia”.
Un’altra la troviamo in un Dpcm del 28 febbraio 2003. In tal caso è stabilito che: “ai fini del presente accordo, si intende per animale da compagnia: ogni animale tenuto, o destinato ad essere tenuto, dall'uomo, per compagnia o affezione senza fini produttivi od alimentari, compresi quelli che svolgono attività utili all'uomo, come il cane per disabili, gli animali da pet‐therapy, da riabilitazione e impiegati nella pubblicità. Gli animali selvatici non sono considerati animali da compagnia”. Si tratta, come evidente, di definizioni volutamente aperte che, oltre a consentire l’accesso alla categoria di nuovi animali, lasciano spazio ad ulteriori evoluzioni determinate dal cambiamento di abitudini e di sensibilità.
Cosa dice la legge sul numero massimo di animali
Resta da capire, a questo punto, cosa preveda la normativa vigente sul numero di animali che si possono tenere in un’abitazione. Precisato che non esiste nessuna legge a livello nazionale che stabilisca un numero massimo di animali con cui si può convivere, va detto che invece esistono numerose normative che impongono un tale limite a livello locale. Regioni e comuni, per fare un esempio, sono soliti inserire nei propri regolamenti un limite massimo al numero di cani e gatti che si possono custodire per casa o per quantitativo di metri quadrati. Viene spesso utilizzata una simile dicitura: “non è soggetta ad autorizzazione la detenzione, non a scopo di lucro, di animali d’affezione in numero limitato” (…) “Per numero limitato, nel caso di cani e gatti, s’intende un numero uguale o inferiore a dieci”.
Queste regolamentazioni si pongono come obiettivo primario la tutela della salute pubblica e come ulteriori scopi quelli di garantire il benessere degli animali ed evitare problematiche tra vicini. Un sovraffollamento di animali, specie se in spazi cittadini ridotti e ravvicinati, può essere infatti causa di odori e rumori oltre la normale tollerabilità. Non mancano casi in cui gli enti locali, su valutazione delle autorità sanitarie competenti, si siano visti costretti a intimare a propri cittadini una riduzione del numero di animali custoditi. Tali decisioni non sono a prescindere illegittime, come confermato dalle pronunce dei tribunali amministrativi regionali.
I limiti per gli animali in condominio
Queste previsioni generali valgono anche per i condomìni. Nel 2012, infatti, il legislatore è intervenuto sul codice civile – in particolare sull’art. 1138 c.c. – con un’innovazione di grande portata secondo cui le norme del regolamento condominiale “non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”. Attualmente, dunque, una qualunque delibera condominiale che dovesse vietare al proprietario di detenere in appartamento il proprio animale da compagnia risulterebbe illegittima. Se emanata, potrà essere tranquillamente annullata con una tempestiva impugnazione.
C’è però un’eccezione. Infatti, per l’interpretazione maggioritaria fornita dalla giurisprudenza, esiste ancora una tipologia di regolamento che può vietare il possesso e la detenzione di animali domestici, così come può imporre un limite al numero di animali che si possono detenere in appartamento. Si tratta del regolamento condominiale che ha natura contrattuale (il regolamento solitamente predisposto dal costruttore o dall’unico proprietario originario dello stabile). Importante precisare che le clausole di questo regolamento possono essere modificate soltanto con voto all’unanimità. Ciò significa che se il limite non è previsto, ci si potrà sempre opporre alla sua eventuale introduzione.