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30 Maggio 2024
17:04

Quante parole capiscono i gatti?

Diversi studi dimostrano che i gatti capiscono il linguaggio umano, anche se non sappiamo quante parole siano effettivamente in grado di apprendere. Se non ci rispondono, non è perché non ci comprendono, ma perché semplicemente non ne hanno voglia.

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Validato da Sonia Campa
Membro del comitato scientifico di Kodami
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I gatti domestici sono in grado di apprendere a riconoscere un vasto vocabolario, specialmente se si pronunciano le parole in modo chiaro e se si evita di legarle ad altre in frasi più complesse. Tuttavia, non sappiamo dire con esattezza quante parole conoscono perché non esistono studi scientifici definitivi al riguardo.

Diversi studi, come uno recentemente pubblicato su Scientific Reports, dimostrano invece che i gatti possono per esempio imparare a discriminare il proprio nome da altre parole. Secondo un altro studio pubblicato su Animal Cognition, i gatti sono perfettamente in grado anche di riconoscere la voce del loro pet mate da quella di un estraneo e quando parliamo capiscono persino se ci stiamo rivolgendo a loro oppure no.

In ogni caso, i gatti interagiscono con noi attraverso un mix di segnali vocali, visivi e comportamentali, anche se, per esempio rispetto ad un cane, tendono più spesso a non rispondere, semplicemente perché magari non gli va.

I gatti capiscono le nostre parole?

I gatti non comprendono le parole nel modo in cui lo fanno gli esseri umani, ma possono imparare ad associare certi suoni a specifiche azioni o eventi. Ad esempio, molti gatti riconoscono il suono del loro nome e possono rispondere venendo da noi o guardandoci. Alcuni possono anche riconoscere parole come "cibo" o "gioco" se associate ripetutamente a queste attività.

Gli studi hanno dimostrato che i gatti possono rispondere al loro nome anche quando viene pronunciato da estranei, suggerendo che non si limitano a reagire al tono di voce del pet mate, ma riconoscono effettivamente il suono specifico del loro nome, se pronunciato in maniera chiara. Questo indica che, anche se i gatti non comprendono il linguaggio umano come noi, sono comunque capaci di percepire e rispondere a specifici stimoli sonori.

Cosa sentono i gatti quando parliamo?

Quando parliamo, i gatti percepiscono il tono, la frequenza e l'intonazione della nostra voce molto più che le parole stesse. Sono particolarmente sensibili ai toni di voce alti e acuti, che possono risultare addirittura fastidiosi per il loro udito finissimo, così come possono interpretare un volume troppo forte come un segnale di pericolo o di rabbia. È quindi consigliabile usare sempre un tono calmo e pacato.

In ogni caso, ciò che realmente cattura la loro attenzione è il contesto in cui le parole vengono pronunciate: se un certo tono di voce è sempre associato a momenti di affetto, il gatto imparerà a rispondere positivamente a quel tono, indipendentemente dalle parole specifiche usate.

Come parlare con un gatto

I gatti, a differenza dei cani, non sono stati domesticati per rispondere alle nostre indicazioni ma, ciò nonostante, sono in grado di capire il nostro linguaggio e imparare ad associare parole e inviti a specifici comportamenti. Tuttavia, l'origine solitaria del felino e il relativamente poco tempo trascorso dall'inizio della domesticazione (circa 10-15.000 anni fa) lo rendono ancora un animale estremamente indipendente e con un forte personalità.

A tutto ciò si aggiunge anche la grande variabilità legata all'individualità e alla personalità di ogni singolo micio, che potrà essere più o meno incline a un certo tipo di comunicazione. Se il gatto ignora le nostre parole non significa quindi che dobbiamo smettere di comunicare con lui, ma dobbiamo farlo tenendo bene a mente la sua natura indipendente.

Interagire regolarmente con lui utilizzando parole o gesti come sorridere e usando un tono di voce basso e allegro rafforzerà il legame, aiutandolo ad associare meglio il nostro comportamento ad ogni specifica situazione. Inoltre, osservando le sue risposte comportamentali, aiuterà anche a capire meglio il suo di linguaggio, tanto quello verbale che non.

Come ci spiega Sonia Campa, esperta di comportamento felino e membro del comitato scientifico di Kodami, «i gatti sono in grado di interpretare le nostre intenzioni e le nostre disposizioni nei loro confronti analizzando dettagli delle nostre posture, del nostro tono di voce, della distanza tra i nostri corpi che, al di là della nostra consapevolezza, convogliano “significati” universali».

Alcuni consigli per parlare con il nostro gatto sono: inginocchiarci per comunicare che non abbiamo intenzioni minacciose, offrire la mano senza toccarlo per farci annusare, evitare di fissarlo negli occhi e usare un tono di voce basso e pacato, senza picchi emotivi. Infine, una buona regola generale nelle interazioni è quella di evitare forzature o costrizioni come il tenerlo in braccio e rispettare la loro decisione di interrompere il contatto.

In conclusione, il mondo in cui ci approcciamo, parliamo o porgiamo la mano verso di loro può quindi rendere più meno positiva l'interazione per il felino, così come lasciare a lui la scelta e il controllo dell'interazione, dandogli quindi la possibilità di accettare o rifiutare.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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