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10 Ottobre 2024
19:00

Quante dita ha un gatto?

Di norma un gatto dovrebbe avere 18 dita, ma non è sempre detto: alcune mutazioni genetiche (come la polidattilia) o informazioni genetiche codificate in una specifica razza possono portare i mici ad avere più dita "del normale". Queste condizioni, generalmente, non portano effettivi danni o difficoltà nella locomozione.

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In generale, i gatti presentano diciotto dita, dotati di cuscinetti e di artigli, seppur esistono varie eccezioni a questa regola. Infatti, molteplici fenomeni genetici possono portare allo sviluppo di mutazioni, che possono manifestarsi tramite la comparsa di un maggior numero di dita o la perdita di alcune falangi.

Queste mutazioni possono essere il frutto di una delezione improvvisa (perdita casuale di una base o di un gene nel genoma durante lo sviluppo) o un'informazione genetica ormai consolidata all'interno di una razza, come effetto diretto della selezione naturale. Esistono infatti alcune razze che sembrano essere colpite maggiormente da questo fenomeno, sebbene bisogna sempre stare attenti alla possibilità che questi animali possano aver perso un dito a seguito di un incidente o di un combattimento con i propri simili.

Un gatto dovrebbe avere 18 dita

Di norma, i nostri fidati gatti domestici dispongono in totale 18 dita, cinque dei quali sono distribuiti nelle zampe anteriori e quattro nelle zampe posteriori. Le zampe posteriori hanno perso un dito, rispetto gli arti anteriori, milioni di anni fa, per questioni strettamente evolutive, visto che il quinto dito non riusciva a poggiare a terra correttamente durante la camminata e la corsa.

Questa caratteristica in realtà è abbastanza condivisa con altri gruppi di carnivori, come i leoni e le tigri, che condividono con i gatti buona parte della loro storia evolutiva. Gli scienziati hanno riunito tutti questi animali all'interno di un super gruppo, quello dei digitigradi,  che usano come loro unico punto d'appoggio le falangi.

Essi sono molto più veloci dei plantigradi (a cui appartengono gli esseri umani) o degli ungulatianche se sono molto meno costanti nella corsa.

La polidattilia

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La maggioranza dei gatti che dispone di una quantità sovrannumeraria di dita soffre di polidattilia, una condizione fenotipica dovuta da un'aberrazione genomica.

Questo fenomeno porta mani e piedi (zampe, parlando di animali) ad avere un eccesso di dita rispetto alla conformazione considerata normala per la specie. Quando le dita degli arti sono sei (è il caso relativamente più frequente) si parla nello specifico di esadattilia.

È un carattere a trasmissione autosomica dominante, in cui non tutti i portatori del gene esprimono la condizione. Un individuo portatore del gene, inoltre, può avere un dito soprannumerario nell'arto posteriore, senza avere altri dita aggiuntive, mentre un individuo con lui imparentato può manifestare la malattia  in un altro arto, pur avendo lo stesso gene.

In genere, la polidattilia può presentarsi da sola o insieme ad altre anomalie congenite.

I gatti con questa caratteristica sono meglio noti come "gatti Hemingway", per via di come lo scrittore americano amasse adottare gatti che presentavano tale condizione. Fortunatamente, avere delle dita più nelle zampe non porta i gatti ad avere difficoltà di locomozione.

Dita feline da record

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Il record del gatto con più dita nella storia appartiene a Jake, un esemplare canadese dalla pelliccia rossa che vinse il Record dei Primati nel 2002. Egli aveva ben 7 dita su ciascuna zampa, per un totale di 28 dita, e per quanto in un certo momento della sua vita avesse una certa difficoltà a correre, per la sua obesità, da giovane riusciva a correre perfettamente come i gatti normali.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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