Quando il sesso tra megattere diventa una questione di omofobia

Due megattere vengono riprese per la prima volta durante un accoppiamento e si scopre che sono due maschi. La notizia scatena interesse, ma anche commenti omofobi. “Il sesso degli altri”, pure di una specie diversa, è un argomento che scatena sempre interesse e giudizio sin dall’antichità. Ma se davvero guardassimo indietro con meno ipocrisia scopriremmo che in ogni epoca abbiamo attuato sempre la stessa dinamica sociale: persone dello stesso sesso che stanno insieme da una parte e persone che non lo accettano dall’altra.

8 Marzo 2024
18:07
86 condivisioni
Immagine

Il poeta Abhijit Naskar ha detto: "L'amore non ha sesso, la compassione non ha religione, il carattere non ha razza". Vorrei aggiungere solo che il sesso, ma non è una notizia sebbene tocca ribadirlo in certe occasioni, non riguarda solo la nostra specie.

Il sesso: argomento che subito attira l'attenzione. In particolare, poi, quello che fanno gli altri. Sì, perché pare proprio che sia uno dei tratti che ci stanno più a cuore: non pensare a quello che succede nel nostro letto ma sotto le lenzuola altrui e, anzi, addirittura pure sotto le onde del mare, perfino quando è praticato da individui di altre specie.

E ciò che riguarda il sesso ci interessa poi non per ragioni scientifiche, per una sana curiosità legata a comprendere l’evoluzione degli esseri viventi, l’etologia e nuove scoperte sul comportamento animale ma per farne un paragone con il nostro stile di vita e giudicare non più solo le scelte sessuali dei nostri simili ma pure quelle di due megattere.

Ancora di più, poi, viene solleticata la nostra parte bigotta se l’accoppiamento è praticato da individui dello stesso sesso, tanto da indurre molte persone a commentare in maniera omofobica una notizia scientifica.

Nel caso specifico si tratta di una scoperta unica, un avvistamento mai avvenuto in precedenza: le foto dell’accoppiamento di due esemplari maschi di megattere. Già l’atto dell’accoppiamento di per sé non era stato ancora osservato e queste immagini inoltre riguardano appunto due individui dello stesso sesso. Le immagini sono state analizzate, descritte e approfondite in uno studio pubblicato sulla rivista Marine Mammal Science. L'avvistamento è avvenuto nel gennaio del 2022 nelle acque a ovest dell'isola di Maui, alle Hawaii.

Il tema della omosessualità, però, è quello che ha più colpito l’opinione pubblica: un argomento che evidentemente continua a “sconvolgere” la società umana tanto da traslare il giudizio – che poi afferisce a una sfera intima e affettiva nella quale nessuno dovrebbe entrare – addirittura su altre tipologie di esseri viventi.

Insomma, “il sesso degli altri” è un argomento che ci sta molto a cuore e sin dall’antichità ma se davvero guardassimo indietro con più attenzione e meno ipocrisia e ignoranza troveremmo che in ogni epoca abbiamo attuato sempre la stessa dinamica sociale: persone dello stesso sesso che stanno insieme da una parte e persone che non lo accettano dall’altra.

Basterebbe farsi una passeggiata nel parco archeologico di Pompei, ad esempio, per scoprire graffiti identici alle scritte omofobe che ancora si trovano sulle mura delle nostre città e capire che l’omosessualità l’abbiamo praticata dalla notte dei tempi.

Cosa è cambiato, ditemi, rispetto a questi commenti che sono stati lasciati sotto la notizia delle megattere che abbiamo pubblicato anche sul nostro account Instagram? Leggiamoli insieme:

Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine

 

Immagine
Immagine

Ricordate questa frase? “L'amor che move il sole e l'altre stelle”. È di Dante, chiude il suo viaggio così nella Divina Commedia. È un messaggio universale che ancora oggi ha un significato che ognuno di noi può sentire suo e riconoscere: l'amore è il meccanismo del mondo e di tutta la vita.

Ma quale vita? Stiamo pensando solo alla nostra, in questo momento, vero? quella degli esseri umani e sì, voglio tenervi, ancora per un attimo, sul nostro modo di vivere l’amore.

Siamo tutti d’accordo con questa affermazione del sommo poeta? Probabilmente sì se ci lasciamo andare a quella sensazione forte dentro di noi che fa incendiare il cuore se pensiamo alla persona amata. Così, all’improvviso, il tempo e lo spazio non hanno alcun significato perché si condensano nell’emozione del ripercorrere tutte le emozioni che abbiamo condiviso con qualcuno.

Ecco, allora parliamo d’amore per capirci tra noi umani e lasciamo perdere gli altri esseri viventi, se non per osservarli e eventualmente trarne degli insegnamenti che possano essere utili a garantire a noi e a loro la libertà di fare ciò che non lede gli altri e fa stare bene se stessi.

Questa dovrebbe essere l’unica legge della convivenza: perché ciò che ci dovremmo realmente augurare l’un l’altro è che di qualsiasi genere l’amore prenda forma è del tutto irrilevante rispetto a chi è il soggetto che lo dà e lo riceve. E la natura, gli altri animali, ce lo insegnano sebbene ogni volta che si parli di omosessualità – anche nel mondo della fauna – questo scateni reazioni e commenti che non solo con l’amore non hanno nulla a che fare ma meno che mai con la scienza, l’unica direttrice cui ci si può affidare per togliere sovrastrutture culturali e religiose che dominano il nostro pensiero così… umano.

Dal sesso all’amore il passaggio è stato breve, me ne rendo conto, ma che siano megattere, uccelli o esseri umani, come scrisse Saffo di Lesbo, poetessa nata tra la fine del VII e la prima metà del VI secolo a.C, ciò che davvero conta è:

“Un esercito di cavalieri, dicono alcuni
altri di fanti, altri di navi sia sulla terra la cosa più bella.
Io dico: quel che uno ama”.

E a differenza di un’altra famosa frase di Dante che recita “non ti curar di lor, ma guarda e passa”, però, è davvero arrivato il momento di invitare chi tanto è interessato alla vita sessuale altrui di iniziare davvero a godersi la propria, semplicemente.

Avatar utente
Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social