Secondo uno dei luoghi comuni più diffusi che riguardano i gatti, questi sarebbero animali indipendenti, ben poco legati al proprio umano di riferimento. Si tratta di “frasi fatte” profondamente errate, soprattutto se ci si riferisce a quei gatti che sono cresciuti in appartamento a stretto contatto con il proprio pet mate. Questi, infatti, sono assai legati a chi se ne prende cura ogni giorno. Abituati a consumare cibi umidi o crocchette, non sono di certo dei provetti cacciatori di prede libere. Ciò significa che anche i gatti, ognuno a suo modo, necessitano di continue attenzioni e cure e, di conseguenza, lasciarli da soli in casa per un periodo tale da causargli sofferenza costituisce reato di abbandono. A questa conclusione sono arrivate anche le più recenti sentenze di merito e legittimità.
Per la legge italiana l’abbandono di un gatto – e, in generale, un qualsiasi altro animale d’affezione – integra una fattispecie di reato prevista dal codice penale.
Cosa intende la legge per abbandono di animale
Il codice penale stabilisce all’articolo 727 che “chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro”. È essenziale precisare sin da subito come il concetto giuridico di “abbandono di animale” sia molto esteso e vada a comprendere situazioni e comportamenti molto diversi tra loro. Nello stesso si fa certamente rientrare la condotta tipica di “distacco volontario dall'animale, consistente nell'interruzione della relazione di custodia e di cura instaurata con l'animale precedentemente detenuto, lasciandolo in un luogo ove non riceverà alcuna cura” (come definita dalla Corte di Cassazione Penale della sentenza n. 6609 del 2020).
Per fare solo un esempio purtroppo ben noto, rientra in questa squallida casistica il condurre l’animale lontano da casa e lasciarlo legato ad un guard rail in superstrada. Costituisce poi abbandono il semplice disinteresse, la trascuratezza nei confronti dell’animale che si deve accudire. In questo senso, ad esempio, rappresenta un abbandono il non dar da mangiare a sufficienza ai propri animali.
Ciò è confermato dal contenuto della sentenza n. 18892 del 2011 della Corte di Cassazione Penale secondo cui: “integra la contravvenzione di abbandono di animali (…) anche qualsiasi trascuratezza, disinteresse o mancanza di attenzione verso quest'ultimo, dovendosi includere nella nozione di "abbandono" anche comportamenti colposi improntati ad indifferenza od inerzia nell'immediata ricerca nell'animale”.
Non soltanto! Per la giurisprudenza integra l’abbandono di animali anche il non denunciare tempestivamente alle autorità pubbliche e/o sanitarie il loro smarrimento. Costituisce abbandono, ancora, l’affidare il proprio animale a un soggetto non in grado di custodirlo in maniera corretta. Anche in questi casi viene punito il disinteresse nei confronti dell’animale. Infine, rientra nella fattispecie di cui all’art. 727 del codice penale la detenzione di un animale in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze.
Quando costituisce reato lasciare un gatto da solo in casa?
Come abbiamo detto, anche i gatti necessitano di continue attenzioni e cure e, di conseguenza, per loro valgono tutti i concetti giuridici di abbandono sopra descritti. Commette reato di abbandono di un gatto chi lo porta nei campi e se ne libera o chi lo lascia in un cesto fuori da un gattile. Commette reato di abbandono del proprio gatto chi non segnala il suo smarrimento e non si attiva immediatamente per ritrovarlo. Commette senza dubbio il reato di cui si tratta anche chi lascia il proprio gatto da solo in casa per un tempo tale da arrecargli sofferenza fisica o psichica.
In proposito, non esiste una tempistica che valga per ogni caso concreto. Si deve tener conto delle esigenze specifiche del singolo felino. Non si potrà, ad esempio, trattare allo stesso modo il caso di un gatto giovane, sano e quello di uno anziano o malato. In via generale, si può dire che – salvo casi particolari in cui non sia autosufficiente – non commette reato di abbandono di animali chi lascia il gatto in casa da solo per qualche ora durante la giornata, magari per andare al lavoro. Il reato è invece certamente integrato nel caso in cui il pet mate tenga il proprio gatto segregato in casa da solo per periodi più lunghi, qualora ciò determini un suo patimento fisico o psichico.
Allo stesso modo, è integrata la fattispecie quando il gatto viene affidato a soggetti totalmente incapaci di custodirlo. Un caso emblematico è stato trattato dalla recente sentenza n. 32157 del 2020 con la quale la Corte di Cassazione Penale ha confermato la condanna di una donna che, partendo per le ferie, aveva affidato tre gatti (tra i quali uno era persino malato e necessitava di cure) ai propri figli minori, ritenuti dalla Corte soggetti inidonei alle cure dei felini. I gatti sono stati ritrovati dai Carabinieri e dalle Guardie Zoofile in stato di denutrizione, di cattiva salute e in un ambiente sporco, coperto di escrementi. La Corte ha precisato come per sofferenze debbano intendersi anche quelle consistenti in meri patimenti; come assumano rilievo anche condotte che incidono sulla sensibilità psicofisica dell’animale, procurandogli dolore e afflizione. Ha chiarito una volta di più che il reato in esame è integrato in situazioni quali la privazione di cibo, acqua e luce da precarie condizioni di salute e di igiene.
Cosa si può fare se si viene a conoscenza di un abbandono?
Se ci si rende conto che uno o più gatti (e animali d’affezione in genere) sono chiusi in casa in stato di abbandono, si può denunciare il fatto alle forze dell’ordine o ai servizi veterinari. Importante chiarire come il reato in discorso sia procedibile d’ufficio. Ciò significa che chiunque può segnalare il fatto alle autorità e queste dovranno procedere (anche in assenza di querela di parte).