Il pangolino (genere Manis) e l'armadillo (ordine Cingulata) spesso vengono confusi perché possiedono entrambi un'armatura, ma sia dal punto di vista anatomico, tassonomico e geografico questi due animali sono molto distanti fra di loro. Il primo, per esempio, presenta un'armatura composta da scaglie e può raggiungere maggiori dimensioni, mentre l'armadillo possiede una pelle corazzata formata invece da placche ossee meno vistose. A differenza inoltre del pangolino, l'armadillo ha delle vistose orecchie, che sono a loro volta protette da una pelle coriacea e molto resistente.
Presentano inoltre differenze sia negli stili di vita che nella dieta, nella loro distribuzione geografica quanto per la loro storia evolutiva. Entrambi questi gruppi animali, però, purtroppo soffrono a causa del bracconaggio, in quanto le loro corazze e la loro carne vengono molto apprezzate in alcune aree geografiche, sia come afrodisiaco che come ingrediente dotato di particolari proprietà curative mai dimostrate.
Le differenze nell'armatura corporea
Le squame dei pangolini sono formate principalmente da vari strati di cheratina, che si sono sovrapposti l'uno sopra l'altro andando a formare un'armatura che presenta delle piastre sfrangiate di colore marroncino o sabbia. Queste squame, inoltre, non proteggono solo la schiena o le spalle, ma proteggono anche gli arti e la sommità del capo.
Per quanto resistenti, queste squame cornee sono tuttavia abbastanza flessibili, tanto che consentono all'animale di appallottolarsi, in caso di bisogno. Dal punto di vista evolutivo, invece, queste strutture derivano direttamente dalla modificazione dei peli, che sono altresì presenti nell'aree libere del capo e del ventre dell'animale.
Gli armadilli invece dispongono di vere e proprio piastre ossificate ricoperte di cheratina, che sono tuttavia interconnesse e collegate da lembi di pelle coriacea. Per questa ragione la corazza degli armadilli risulta molto più liscia e flessibile rispetto a quella dei pangolini, poiché la corazza strutturalmente è composta come un sorta di mosaico, in cui ciascuna piastra è circondata da una sottile striscia di cuoio. L'armatura degli armadilli, inoltre, poggia sulle vertebre dorsali, che presentano particolari adattamenti che permettono ad alcune specie di appallottolarsi completamente formando una palla quasi impossibile da penetrare.
Come è infatti possibile notare dal nome, l'armadillo a nove fasce presenta nove semicerchi cheratinici a metà del corpo, che per quanto flessibili non permettono a questi animali di chiudersi adeguatamente a palla, a differenza invece degli armadilli dalle tre fasce del genere Tolypeutes, che per via dei tre anelli cheratinici sul corpo sono in grado di raggomitolarsi su sé stessi.
Le differenze nella morfologia
Mentre la forma dell'armadillo è tozza e arrotondata, i pangolini sono invece molto più allungati e possono assumere dimensioni maggiori. In media infatti gli armadilli possono infatti misurare fino ad un massimo di 75 cm, seppur esistono specie più grandi come il Priodontes maximus, mentre i pangolini possono anche superare di diversi centimetri il metro di lunghezza.
Due altri grandi differenze che si possono riscontrare fra questi due animali, al di là dei disegni delle armature e delle piastre, è la presenza delle orecchie negli armadilli e la diversa forma e lunghezza della coda. Gli armadilli infatti in media presentano una coda non molto lunga, che assume delle forme coniche, avendo una base anche molto larga. I pangolini invece possiedono una coda molto più lunga del loro tronco, quasi sempre della stessa larghezza e che non presenta una superficie coriacea sul margine inferiore.
Per quanto riguarda il resto del corpo, i pangolini e gli armadilli dispongono di un capo molto simile, che assume le forme di una scatola rettangolare rinforzata, come risultato di un'evoluzione convergente. Inoltre, possiedono anche artigli abbastanza lunghi e resistenti, poiché sono entrambi dei grandi scavatori. Possono ovviamente utilizzare queste armi anche come strumento di difesa, per graffiare eventuali predatori, ma come è possibile immaginare il loro migliore sistema di difesa è l'appallottolarsi o cercare di chiudersi il più possibile.
Questo però non vuol dire che questi due animali possano rotolare su loro stessi, come si racconta in fumetti e cartoni animati.
Le differenze nella riproduzione
Altre differenze che è possibile notare in queste due gruppi di animali sono inerenti ai loro stili riproduttivo. Gli armadilli non hanno uno sviluppo embrionale immediato che segue l'atto della fecondazione dell'ovulo da parte dello spermatozoo. Dopo la fecondazione, gli embrioni degli armadilli cominciano a svilupparsi e a insidiarsi all'interno della parete dell'utero della madre solo dopo 14 settimane dall'accoppiamento. Questo comporta che per tutto quel tempo gli ovuli fecondati rimangono in "stasi riproduttiva", allo stadio di blastocisti, per permettere ai piccoli di crescere e nascere durante la primavera successiva, quando il cibo è abbondante.
La gestazione degli armadilli inoltre dura circa 120 giorni, al termine dei quali nascono quasi sempre 4 cuccioli omozigoti , anche se talvolta si possono contare fino a 12 neonati. I piccoli vengono al mondo già dotati di artigli e di corazza, seppur non abbaino ancora la corazza completamente formata.
I pangolini invece presentano invece uno ciclo riproduttivo molto più classico, equiparabile a quello umano. La fecondazione delle loro uova precede di qualche giorno lo sviluppo embrionale e in generale da ogni parto nasce solo un cucciolo. La loro gestazione dura all'incirca 4 o 5 mesi a secondo della specie e in genere, quando nascono, i cuccioli sono subito in grado di aggrapparsi alla schiena e al capezzolo della loro madre per nutrirsi.
Gli armadilli invece hanno bisogno di più tempo per riuscire a farlo, ed è per questo se nei primi giorni successivi al parto le madri non escono mai dalla loro tana, affinché possano vigilare sulla prole ed aiutarla ad alimentarsi.
Le differenze di habitat
Gli armadilli sono originari del Sud America, seppur siano riusciti a conquistare anche altri territori, come l'America centrale e alcune regioni degli Stati Uniti. Inizialmente diffusi soprattutto nella pampa sudamericana, lungo la cordigliera delle Ande e all'interno di alcune fasce di foresta amazzonica che raggiungevano anche la Colombia, verso la metà del XIX secolo una particolare specie, l'armadillo a nove fasce, riuscì perfino a superare il Rio Grande e ad espandersi fino in Florida.
I pangolini invece abitano diverse tipologie di habitat in Africa e in Asia, soprattutto in alcuni paesi dell'Africa subsahariana e dell'estremo oriente. Adeguatamente adattati per affrontare anche grandi predatori, i pangolini possono infatti spingersi sia all'interno della savana che nelle foreste, nelle giungle e in alcune aree desertiche, dove la loro dieta a base di insetti risulta molto efficace per sopravvivere anche in territori ostili. In passato, tuttavia, i pangolini erano presenti anche in Europa e in America settentrionale, in un tempo in cui il clima era molto più caldo anche alle alte latitudini.
Le differenze nello stato di conservazione
Tutte e due i gruppi di animali vengono considerati in pericolo per colpa del bracconaggio. A secondo però della specie, il loro stato di conservazione valutato dalla IUCN varia da vulnerabile a fortemente minacciato, fino a essere considerato a rischio imminente d'estinzione. In generale, però, i gruppi più minacciati appartengono agli armadilli a tre fasce (genere Tolypeutes), ai pangolini africani e a quelli asiatici, che subiscono un impatto enorme legato mercato nero delle specie selvatiche in alcuni paesi asiatici, poiché ritenuti in grado di fornire effetti miracolosi, dall'impotenza sessuale alla demenza senile.