Panda gigante (Ailuropoda melanoleuca) e Panda rosso (Ailurus fulgens) spesso vengono confusi per il loro nome e per il loro comportamento, a volte molto simile, ma sono due mammiferi molto diversi e distanti fra di loro. Basti pensare che il primo appartiene alla famiglia degli Ursidi ed è un vero e proprio "orso vegetariano", mentre il secondo appartiene alla famiglia degli Ailuridi ed è molto più vicino ai procioni.
Paradossalmente, entrambi questi animali, completamente erbivori, appartengono all'ordine dei Carnivori e vengono minacciati dai grandi disboscamenti delle foreste di bambù che colpiscono la Cina meridionale, il territorio che hanno dominato negli ultimi milioni di anni.
Per quanto abbiano un habitat e una dieta abbastanza simili, panda rosso e panda gigante hanno tuttavia delle caratteristiche fisiche e comportamentali che li pongono all'opposto rispetto alle ramificazioni dell'albero della vita. Per esempio, presentano delle dimensioni molto diverse, uno si riproduce molto raramente mentre l'altro partorisce in media ogni 3-4 anni e il panda gigante risulta molto più mansueto rispetto al suo parziale omonimo.
Aspetto fisico
Come detto, la principale differenza che si può riscontrare in queste due specie è legata alle dimensioni. Il panda gigante è infatti lungo fino ad un massimo di 1,90 m, è alto al garrese fino a 90 cm e ha un peso che può variare dagli 80 ai 200 kg, a secondo del sesso, dell'età e delle condizioni di salute.
Il panda rosso invece è molto più piccolo: può raggiungere al massimo le dimensioni di 60 cm per 6,5 kg di peso. La sua pelliccia inoltre è inoltre rossiccia, a differenza di quella dei panda gigante che invece sfoggia l'iconico manto nero a macchie bianche che è divenuto il simbolo stesso della conservazione delle specie, attraverso il simbolo della WWF.
Per quanto riguarda invece la forma del muso, basta dare uno sguardo ad una foto che li mette a paragone per accorgersi che il panda presenta un muso e un naso che ricordano gli orsi, mentre il muso dei panda rossi riporta in mente molto di più i procioni. A differenza inoltre dei panda, i panda rossi presentano sul muso dei lunghi baffi sensori, le vibrisse, che gli permettono di mantenere l'equilibrio, prendere le misure, percepire la direzione del vento e muoversi al buio.
I panda rossi inoltre hanno una lunga coda che dispone di una folta pelliccia che a sua volta è caratterizzata da alcuni disegni ad anelli, che secondo un'antica leggenda cinese potevano indicare l'età dell'esemplare. In verità però questi disegni sono del tutto casuali e non permettono di identificare gli anni dell'animale.
Entrambe le specie invece presentano delle modifiche al livello delle osso del polso, che hanno favorito la comparsa di un "sesto dito" – il cosiddetto Pollice del panda – che in realtà non è formato da falangi, ma dal prolungamento dell'osso sesamoide radiale. Lo scopo di questo dito in più si collega alla difficoltà di questi animali di manipolare le aste del bambù di cui si nutrono. Non avendo infatti una mano simile a quella dei primati, la loro evoluzione li ha portati ad ottenere questa soluzione che tra l'altro gli consente anche di arrampicarsi meglio sulle superfici degli alberi.
Classificazione e parentela
Al di là delle convergenze evolutive precedentemente esposte (l'evoluzione dell'osso sesamoide radiale e lo sviluppo di una dieta formata esclusivamente da bambù), panda e panda rossi come detto appartengono a generi e a famiglie molto differenti, che si trascinano dietro tra l'altro una storia evolutiva molto lunga e complessa che li rende ancora più differenti fra di loro.
L'ultimo parente in comune che dispongono infatti questi due animali è stato probabilmente il progenitore di tutti i mammiferi Carnivori – vissuto a cavallo fra la grande estinzione dei dinosauri e l'inizio del Paleocene, tra 65 e 60 milioni di anni fa – seppur una piccola cerchia di biologi crede che questo antenato in comune fra le due specie può essere fatto risalire anche all'Oligocene, a circa 33,9 milioni di anni fa.
Mentre però la storia evolutiva dei panda si ricollega direttamente all'evoluzione di tutti gli orsi – la più antica specie ascrivibile alla famiglia degli Ursidi appartiene all'estinta sottofamiglia Amphicynodontinae – l'evoluzione dei panda rossi inizia a partire dalla comparsa del genere Amphictis, il primo ad essersi formato degli ailuridi.
In linea generale, i parenti più stretti dei panda rimangono comunque ancora oggi gli orsi, mentre i parenti dei panda rossi sono invece i procioni e le puzzole.
Habitat e distribuzione
Entrambe le specie vivono nelle grandi foreste centro meridionali della Cina, ma a differenza del panda gigante l'Ailurus fulgens presenta un areale molto più grande e può spingersi anche a quote leggermente più elevate, fino ad un massimo di 4800 metri di altitudine. Rispetto all'altra specie, il panda rosso vive inoltre anche nelle foreste temperate dell'Himalaya, della Birmania e nell'area compresa tra le colline del Nepal occidentale e della Cina.
Il panda invece, per quanto in un tempo ormai lontano abitasse in gran parte della Cina centrale e meridionale, oggi sopravvive soprattutto nelle regioni montuose del Sichuan, che conservano ancora numerosi ettari di foresta di bambù, sottoposte a tutela. Gli areali dei panda e dei panda rossi si sovrappongono solo nella regione meridionale del Sichuan, ma ormai è raro trovare entrambi questi animali all'interno dello stesso territorio, anche perché sono notoriamente in competizione per il rifornimento di cibo.
Ciò che ha consentito ai panda rossi di difendersi meglio dall'arretramento delle foreste è stata la loro capacità di resistere meglio al freddo e di saper variare la loro dieta, nei momenti più difficili.
Entrambe le specie tuttavia oggi sono a grande rischio di estinzione e i loro habitat principali – le foreste temperate centro meridionali della Cina – sono fra quelli più colpiti dal disboscamento e dal surriscaldamento climatico.
Alimentazione e comportamento
Mentre i panda sono solo dei grandi divoratori di bambù, i panda rossi hanno dalla loro parte una dieta leggermente più variegata, che gli ha consentito di adattarsi a un maggior numero di condizioni climatiche e a nuovi territori. Questi piccoli procioni infatti sono in grado quando serve di nutrirsi di frutta, foglie, radici ed occasionalmente anche di piccoli insetti e vertebrati, seppur spesso non amano particolarmente andare a caccia di rettili e di anfibi.
Ciò per un certo tempo ha fatto sospettare ai biologi che i panda rossi fossero degli animali onnivori, ma andando a considerare la percentuale di vegetali ingeriti rispetto alle proteine animali ci si è resi conto che il panda rosso è soltanto un "onnivoro potenziale", visto che gran parte della sua dieta (oltre l'80%) è formata da fibre vegetali e predilige sicuramente molto di più il bambù alla frutta o alle foglie.
Entrambe queste specie inoltre presentano comportamenti sociali. Amano infatti mangiare in compagnia e spesso formano dei piccoli gruppi di amicizie, con cui si scambiano reciprocamente affetti e piccoli doni (soprattutto cibo). Ciò però non deve far credere che questi animali raggiungono i livelli di socievolezza sviluppati da altri carnivori come i lupi o dagli stessi primati. Le loro società infatti non hanno dei ruoli né presentano delle coppie principali o delle figure matriarcali. Sono solo dei piccoli gruppi, in cui ognuno agisce in maniera indipendente e si prende cura dei propri figli.
Riproduzione e conservazione
Dal punto di vista sessuale, l'altra grande differenza che è possibile notare fra queste due specie è che i panda giganti – rispetto ai panda rossi – hanno uno sviluppo sessuale molto lungo, che gli permette di poter dare al mondo dei figli solo a partire dal sesto anno di vita. I panda inoltre sono poco ricettivi dal punto di vista sessuale, tanto che i biologi della conservazione sono stati costretti a inventare degli stimoli che li inducessero a riprodursi. In media, i panda partoriscono 2 cuccioli per volta, ma non potendo gestirli contemporaneamente di solito le madri ne abbandonano uno che muore entro poche ore dal parto.
I panda rossi invece hanno una gestazione di 130 giorni e le cucciolate sono composte da 1 a 4 cuccioli. Sono molto più attivi dal punto di vista sessuale e anche dal punto di vista caratteriale sono anche molto più aggressivi. A differenza infatti dei panda, questo ultimi possono mordere e attaccare i loro aggressori, mentre i panda solitamente – non avendo predatori naturali – non reagiscono molto ai soprusi, tanto che risultano quasi inermi nei confronti degli esseri umani.
Ciò non vuol dire che siano degli animali stupidi o lenti. I panda infatti possono essere molto attivi nel gioco e sono molto curiosi, capaci di esplorare il loro ambiente per trovare nuove risorse di cui nutrirsi. Presentano infine anche una forza leggermente superiore rispetto a quella di un uomo adulto, quindi in taluni casi possono anche ferire gli aggressori, se questi minacciano di toccare i loro amici e i loro parenti.
In media i cuccioli di panda rosso raggiungono la maturità dopo 2 anni, mentre i panda possono considerarsi del tutto indipendenti dai genitori a partire dall'ottavo o nono anno i vita, ovvero alcuni anni dopo il loro sviluppo sessuale. Questo avviene perché i panda – come già detto – non amano particolarmente andare a caccia di potenziali partner e prediligono vivere in famiglia, fin quando assumono dimensioni troppo grandi per ottenere il giusto quantitativo di vegetali nello stesso territorio in cui vivono la madre e gli altri fratelli minori.
Secondo i ricercatori, questo comportamento dei panda e la loro refrattarietà a mettere al mondo dei figli scaturisce dal fatto che essendo degli animali erbivori che vivono in contesti forestali molto frammentati l'evoluzione li abbia dotati di meccanismi che fungono da controllo riproduttivo. Sarebbe infatti inutile sprecare molte risorse vegetali per crescere dei figli che andrebbero poi a morire poco dopo, per via dell'assenza di cibo in età adulta.
Tale atteggiamento dei panda nei confronti della riproduzione quindi sarebbe una sorta di controllo demografico ante litteram, che consente alla popolazione di panda di non superare certe quote demografiche in un contesto ambientale sempre più povero di bambù.
Attualmente, grazie al grande lavoro dei biologi cinesi, il panda non è più considerata una specie a rischio elevato di estinzione, ma secondo la IUCN è inserita nella lista delle specie vulnerabili. Il panda rosso invece è a rischio moderato di estinzione. Si stima infatti che ne rimangano meno di 10000 esemplari e che presto potrebbe subire delle estinzioni locali, a seguito della costruzione di alcune dighe in Birmania e in Nepal.