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5 Settembre 2024
20:00

Quali sono le differenze tra megalodonte e squalo bianco?

Megalodonti e squali bianchi in apparenza sono molto simili, ma appartengono a gruppi distinti di squali e presentano numerose differenze, a partire dalle dimensioni.

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Il megalodonte e lo squalo bianco sono stati tra i principali predatori oceanici che sono riusciti a lasciare un'impronta indelebile all'interno degli ecosistemi marini, tanto quanto nell'immaginario collettivo, grazie a una serie di film e di documentari (alcuni discutibili) che hanno diffuso curiosità (e terrore) nei confronti dello "squalo". E sebbene vengano spesso considerati l'uno l'antenato dell'altro, i paleontologi hanno ribadito più volte che si tratta di due specie ben distinte, la cui storia evolutiva inizia centinaia di milioni di anni fa, all'alba dei pesci cartilaginei.

Le principali differenze che possiamo riscontrare fra queste due creature, in base ai reperti fossili disponibili, sono le seguenti. Lo squalo bianco (Carcharodon carcharias) risulta molto più piccolo del megalodonte (Otodus megalodon). I denti dei megalodonti erano inoltre molto più grossi e numerosi di quelli degli attuali squali bianchi, già di per sé temibili ed efficaci a strappare la carne dalle loro prede.

A differenza inoltre dei grandi squali bianchi, i megalodonti non prendevano di mira il ventre della preda, ma gli organi interni, usando i denti e la sua apertura mascellare per spezzare le ossa delle loro vittime, come indicato dai segni ritrovati su alcuni fossili miocenici di balene.

Entrambi condividevano però lo stesso piano corporeo e probabilmente gli stessi territori di caccia, per buona parte del Miocene e del Pliocene. Infatti in pochi sanno che queste due specie comparvero per la prima volta sulla Terra durante il Miocene, cominciando a compere per il territorio attorno a 16 milioni di anni fa, periodo a cui risale il più antico reperto di C. carcharias. Il megalodonte, tuttavia, si estinse durante il Pliocene inferiore, a seguito sia del cambiamento climatico che della riduzione del numero di prede di grandi dimensioni che gli permettevano di mantenere la sua stazza imponente.

Le dimensioni

Uno squalo bianco moderno raggiunge in media i 5 metri di lunghezza, seppur i maschi risultano leggermente più piccole delle femmine (4-4,5 m), in virtù del loro tipico dimorfismo sessuale. Il loro peso oscilla invece tra i 680 e i 1.100 kg, seppur gli esemplari più grandi e anziani, capaci di raggiungere i 6 m di lunghezza, possono pesare oltre i 2.000 kg.

Comprendere quali erano le dimensioni medie del megalodonte è invece molto difficile, poiché di questa specie disponiamo solo pochi frammenti, soprattutto denti. Essendo imparentato con gli quali moderni, probabilmente condivideva con essi le stesse regole legate al dimorfismo sessuale, quindi le femmine erano probabilmente più lunghe e grosse, così anche da sostenere il peso e la responsabilità del ruolo materno. Più nebulose sono invece le informazioni riguardanti la loro reale dimensione.

Le stime variano a seconda del metodo utilizzato e se alcuni studi degli anni 90 hanno affermato che il megalodonte potesse raggiungere l'incedibile lunghezza di 20-25 metri (studi di Patrick J. Schembri e Stephen Papson), altre ricerche successive hanno drasticamente ridotto queste stime, portando a stimare una lunghezza fino a un massimo di 15-18 metri (Borell e Aguilar).

Il loro peso poteva infine oscillare tra i 12,6 e le 33,9 tonnellate, a secondo della loro dimensione, della loro età, dal loro sesso e a quanto riuscivano ad ingrassare tramite la caccia.

Le strategie di caccia

Oggi giorno, gli squali bianchi tendono ad attaccare le loro prede dal basso verso l'alto, in modo da causare uno shock a seguito dell'impatto. Come detto precedentemente, i megalodonti non cacciavano probabilmente così, anche perché le loro enormi dimensioni potevano impedirgli di nascondersi a lungo negli abissi. Essi quindi sfruttavano molto di più la loro velocità e la loro potenza, cercando di attaccare le prede per dilaniarle tramite strattoni.

Ci sono anche prove che il megalodonte attuasse strategie di caccia diverse per i grandi capodogli e le altre balene. Sono stati trovati infatti dei fossili che presentavano dei denti di megalodonte ancora incastrati nel cranio delle balene. Sembra dunque che questi squali attaccassero la testa dei capodogli per stordirli e infliggergli un morso fatale.

La sommità del capo di questi mammiferi marini d'altronde disponeva di speciali organi di senso, utili agli animali per effettuare l'ecolocalizzazione. Colpendo alla testa, i megalodonti si assicuravano quindi che le loro prede diventassero praticamente cieche rispetto all'ambiente circostante.

Gli avvistamenti dei megalodonti

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Il megalodonte è entrato così tanto a far parte dell'immaginario collettivo che – come il mostro di Loch Ness – nel corso degli ultimi anni decine di persone hanno affermato di averlo avvistato in alcune regioni specifiche del pianeta. La maggioranza di questi "avvistamenti" avvengono al largo dei tratti di costa già battuti dai grandi squali bianchi, ad indicare che gran parte siano in verità o dei falsi allarmi o dei video modificati che ritraggono specie viventi.

Fra gli avvistamenti più famosi abbiamo quello registrato dal musicista Alex Albrecht nel corso del 2021, al largo degli Stati Uniti, o quelli effettuati a Capo di Buona Speranza, in Sudafrica, e alle Fossa delle Marianne, il punto più profondo del nostro pianeta. È tuttavia già stato confermato dagli scienziati che anche se il megalodonte si nascondesse davvero in queste località, non potrebbe sopravvivere a lungo nelle profondità degli abissi, visto che il suo corpo necessiterebbe di quantità enormi di cibo, che lo spingerebbero presto a cacciare in superficie.

Inoltre, la pressione idrostatica presente all'interno della Fossa delle Marianne è così tanto elevata che stritolerebbe anche un animale grosso come lui. Paradossalmente, i denti dei megalodonti sono stati trovati invece in tutti i continenti, a dimostrazione che essi abitavano quasi tutti gli oceani, adattandosi a diverse tipologie di clima.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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