Api, vespe e calabroni sono spesso confusi dai meno esperti, probabilmente perché generalmente hanno tutti un pattern a strisce nere e gialle. Tutti questi insetti fanno parte dell’ordine degli imenotteri, insieme alle cugine formiche e in linea di massima non sono aggressivi, in particolare le api che risultano piuttosto docili.
Molte di queste sono specie sociali, che vivono cioè in complesse colonie con a capo una regina, dove tutte le altre operaie hanno come unico scopo il curare e proteggere il nido – o alveare nel caso delle api – e i suoi abitanti. Sia le api che le vespe sono importanti impollinatori, ma le seconde proteggono anche le piante da molti parassiti, cibandosene.
Tra loro ci sono anche delle differenze: le api sono generalmente più piccole e ricoperte di peli, mentre le vespe e i calabroni sono più lisci e dai colori più accesi. Tuttavia, esistono numerosissime specie con colorazioni diverse. Anche il pungiglione è diverso: le api possono pungere una sola volta per poi morire, mentre le vespe possono farlo più volte.
Le api
Le api appartengono alla famiglia Apidae. Ne esistono molte specie, sia sociali, che cioè vivono in colonie, come la famosa ape europea (Apis mellifera), la più diffusa in Italia e nel mondo, sia solitarie, come l’ape legnaiola (Xylocopa violacea). Il corpo delle api, similmente agli altri insetti, è suddiviso in tre segmenti: capo, torace e addome.
Nell’ape europea il torace è marrone e peloso, mentre l’addome e il capo sono tipicamente gialli e neri. Anche molte altre specie hanno questa livrea, mentre altre possono essere anche verdi, azzurre o tutte nere, come l’ape legnaiola citata poc’anzi.
Non tutte le specie sono in grado di produrre il miele e l’ape europea presenta numerosi peli sulle zampe con cui raccoglie il polline. Gli organi che producono la cera con cui formano gli alveari sono contenuti nell’addome, dove viene anche conservato il veleno, iniettato poi tramite il pungiglione. Quest'ultimo è un ovopositore modificato in arma di difesa nelle operaie sterili, le quali dopo aver punto moriranno per via della sua conformazione uncinata, strappandosi l’addome.
Le vespe
Le vespe (famiglia Vespidae), proprio come le api, sono importantissimi impollinatori e non solo: sono infatti formidabili predatori di insetti parassiti delle piante e che trasportano al nido, fatto di un materiale simile al cartone, e non di cera come nelle api, per sfamare le loro larve carnivore. Allo stesso modo, gran parte delle vespe vive in colonie dalla struttura simile a quella delle api, con una regina e numerose operaie sterili pronte a difendere il nido, ma esistono anche specie solitarie.
In realtà con il termine vespa si intendono anche altri insetti affini che non fanno, però, parte della stessa famiglia, come ad esempio le vespe vasaio, più vicine alle api, o i pompilidi, chiamati anche vespe delle tarantole, noti per essere tra gli insetti con la puntura più dolorosa al mondo.
Generalmente le vespe vere e proprie non presentano fitta peluria, ma hanno un esoscheletro liscio e dai colori più sgargianti, spesso sempre di colore giallo e nero. Inoltre il loro pungiglione è liscio e non seghettato, motivo per cui possono pungere più volte senza morire. Il loro addome è generalmente più lungo, mentre il loro apparato boccale è decisamente diverso da quello delle api che presenta una sorta di “lunga cannuccia”: le vespe sono infatti dotate di potenti mandibole per tagliare la carne delle loro prede.
I calabroni
Il calabrone (Vespa crabro) è la specie più grande tra le vespe europee e viene spesso confuso con altri insetti più o meno affini tra cui il bombo, l'ape legnaiola e la vespa orientale. I calabroni hanno un corpo più grosso e robusto rispetto alle altre vespe con piccoli peli corti e radi, la loro testa è rossa e gialla, mentre l'addome è prevalentemente giallo con delle striature nere.
Presenta grosse mandibole, proprio come le altre vespe, e zampe particolarmente lunghe. Le regine raggiungono facilmente i 3,5 centimetri di lunghezza, mentre i maschi e le operaie di solito non superano i 2,2 centimetri. Il temperamento dei calabroni è generalmente più aggressivo delle api, ma se non disturbati non attaccheranno. Per questo motivo è importante non fare movimenti bruschi quando ne incontriamo uno.
I bombi
I bombi (Bombus terrestris), sono tra gli insetti che più comunemente vengono scambiati per calabroni, nonostante siano molto più piccoli, silenziosi e docili a confronto. Si tratta infatti di una sorta di cugini pelosi delle api, con cui sono strettamente imparentati, e sono praticamente innocui per l’essere umano, fatta eccezione per i soggetti allergici alle punture.
I bombi sono facilmente riconoscibili per la forma del loro corpo, che è particolarmente arrotondata e tozza rispetto a quella delle api e delle vespe. Hanno poi una livrea gialla, nera e bianca a bande larghe e hanno uno strato di soffice peluria che ricopre quasi tutto il loro busto. Se messi a confronto con le vespe è facile notare quanto questi animali siano anatomicamente differenti.
Come distinguere api, vespe e calabroni
Mentre in linea generale, se riusciamo ad avvicinarci abbastanza, api e vespe vengono correttamente distinte, tra le specie che, invece, più comunemente vengono confuse con i calabroni abbiamo l’ape legnaiola (Xylocopa violacea), il bombo (Bombus terrestris) e la vespa orientale (Vespa orientalis). Esistono diversi criteri per identificare api, vespe e calabroni, ma sicuramente è utile avere presente come sono fatte fisicamente.
Come dicevamo anche prima, le api sono generalmente pelose, più piccole e meno aggressive e da lontano appaiono di un colore marroncino-arancione. Se invece vediamo un insetto leggermente più grande, tutto nero e dal volo rumoroso potrebbe essere un’ape legnaiola o un bombo, entrambi di indole docile. Per distinguerli si può aspettare che si posino per vedere se presenta delle bande (bombo) o è tutto nero con le ali violacee (ape legnaiola). Se doveste essere punti e l’animale muore lasciando il pungiglione incastrato nella vostra pelle si trattava di un’ape.
Le vespe, invece, sono di un colore giallo più brillante e non presentano quasi peluria. Se ci troviamo di fronte ad insetti relativamente piccoli, gialli e neri, potremmo trovarci di fronte a vespe cartonaie (Polistes dominula), vespe comuni (Vespula vulgaris) o vespe germaniche (Vespula germanica). Spesso questi animali sono attratti dai nostri picnic, specialmente se abbiamo del prosciutto o del tonno, di cui cercheranno di prelevare dei pezzetti da portare alle larve nel nido. Se non disturbate non sono da considerarsi pericolose.
I calabroni sono facilmente distinguibili dalle altre vespe per via delle loro dimensioni maggiori e del colore rosso dei loro capo e torace, tuttavia, proprio per questi elementi possono essere confusi con la vespa orientale, di dimensioni simili ma dal corpo più snello e completamente rosso con due bande gialle. Queste specie più grandi sono generalmente più aggressive ma anche in questo caso, se evitiamo movimenti bruschi in loro presenza, non dovremmo rischiare di essere punti.
Le vespe vasaio o scavatrici (famiglia Sphecidae) sono più strettamente imparentate alle api, nonostante il nome. È facile riconoscerle in volo, poiché il loro addome, particolarmente lungo e sottile, resta pendulo mentre si spostano. Infine gli scolidi o vespe mammut (famiglia Scoliidae) possono essere scambiati per calabroni per via delle loro grandi dimensioni, ma presentano un corpo quasi interamente nero e non vivono in colonie.
Le differenze tra i nidi
Le specie sociali di imenotteri costruiscono dei nidi, ma, anche in questo caso, api e vespe presentano differenze fondamentali: mentre le prime costruiscono i loro alveari con la cera, solitamente le vespe usano un materiale simile al cartone ottenuto dalle fibre di legno, che lavorano masticandole e mescolandole con resina, fango e saliva.
Entrambi i gruppi, però usano cellette esagonali, forma che aiuta ad ottimizzare lo spazio. A seconda della specie o delle condizioni ambientali i nidi si possono trovare su alberi o in cavità della roccia, ma anche sotto delle tettoie e negli interstizi dei muri.