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18 Aprile 2023
10:44

Quali sono le differenze fra i topi e i ratti?

Sebbene appartengano alla stessa famiglia e vengano spesso confusi, topi e ratti sono molto diversi. I topi si distinguono dai ratti principalmente per le dimensioni più piccole, ma ci sono anche altre differenze.

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I muridi, la famiglia di roditori che ospitano ratti e topi, sono fra gli animali più presenti nelle case di tutto il mondo. E per quanto fra di loro questi animali siano diversi, molte persone non riescono a distinguere le specie, spesso confondendo il topo e il ratto.

I ratti sono molto più grossi e pelosi rispetto ai topi che invece presentano dimensioni ridotte e una maggiore timidezza nei confronti dell'essere umano. A cambiare notevolmente sono anche i loro stili di vita e il differente rapporto che hanno nei confronti delle risorse. Il ratto infatti si trova più facilmente vicino l'acqua, mentre il topo si sposta costantemente, alla ricerca di nuove forniture di cibo e può rosicchiare i mobili e le pareti, tentando così di raggiungere il suo obiettivo.

Entrambi noti per la loro intelligenza e per la loro elevata capacità riproduttiva, storicamente tali specie sono associati a malattie, sporcizia, edifici pericolanti e carestie. Eppure spesso tendiamo a dimenticare che un'eventuale eccessiva presenza di questi animali all'interno delle nostre città non è solo conseguenza della loro incredibile capacità di adattamento che gli permette di sfruttare molteplici risorse. Infatti, anche le cattive condizioni con cui teniamo le reti fognarie, i fiumi, le strade e le zone rurali – che rappresentano le principali vie di accesso verso i nostri quartieri – sono responsabili delle frequenti esplosioni demografiche che coinvolgono queste specie.

A livello biologico però topi e ratti sono alquanto diversi. Non sono così sporchi come li immaginiamo e solitamente non esprimono comportamenti violenti nei confronti degli esseri umani. Non tutti inoltre si rendono conto delle differenze che è possibile riscontrare fra le diverse specie e di quanto la loro storia sia legata alla nostra. Infatti, alcuni scienziati ritengono che uomini e topi abbiano convissuto nelle stesse case per molti più anni rispetto a quanto vorremmo ammettere e la convivenza risalirebbe a un periodo di poco successivo alla domesticazione vicendevole degli uomini e dei cani, tra 10000 e 8000 anni fa.

Quali sono però le differenze principali fra ratto e topo? E costituiscono ancora una minaccia per la salute dell'umanità?

Come riconoscere un topo?

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Il topo comune o topo domestico (Mus musculus) è un roditore molto piccolo che storicamente è presente in tutte le comunità umane del mondo. Il suo peso oscilla fra i 10 e i 25 grammi e ha un corpo ricoperto da un pelo corto e lucente, il cui colore varia per ciascun individuo ma che tende ad essere quasi sempre tendente al brunastro o al nero. Le uniche zone del suo corpo che sono libere dalla pelliccia sono le zampe, le orecchie, la coda – la cui lunghezza è superiore a quella del tronco e della testa messi insieme, per un totale di 8 cm  – e la punta del muso e del naso che presenta una mucosa molto sensibile capace di percepire migliaia di odori.

Dal punto di vista generale, un buon metodo per riconoscere un topo rispetto al ratto sono proprio le dimensioni del corpo e delle orecchie, che in Mus musculus risultano più proporzionate rispetto alle dimensioni del cranio. Inoltre, un ratto adulto ha una coda più lunga rispetto a un topo.

Qualora invece volessimo distinguere un topo comune da un topo di campagna (Microtus arvalis) o da un topo selvatico (Apodemus sylvaticus), sebbene siano all'apparenza identici, è possibile osservare la tonalità della pelliccia e la tacca nei denti anteriori superiori. Un metodo quasi professionale per la determinazione corretta della specie.

Bisogna in fine ricordare che Mus musculus viene considerato dalla scienza e dai biologi della conservazione come una specie invasiva ed è inserita nella lista delle specie più dannose del mondo.

Come riconoscere un ratto?

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Il ratto, invece, è genericamente un roditore molto più grosso di un topo comune, che può arrivare fino a 200 grammi di peso e a oltre 40 cm con la coda, anche se la lunghezza media è di circa 22 cm. Ne esistono molte specie, ma principalmente quelle più note e diffuse sono due, ovvero il ratto nero o ratto comune(Rattus rattus) e il ratto grigio o ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus), che dal Rinascimento in poi è divenuta la specie di ratto più diffusa nel mondo.

La differenza principale con il topo comune non si limitano però esclusivamente alle dimensioni. Innanzitutto, le zampe sono molto più lunghe e la coda più grossa e tozza. Inoltre, oltre ad avere orecchie più piccole rispetto al cranio, presentano una sottile peluria che nelle varietà "domestiche", ovvero impiegate come animale da compagnia, è scomparsa a seguito della selezione artificiale. Hanno anche un muso meno appuntito, una coda più corta e vibrisse, i peli speciali che compaiono vicino la punta del naso in molti mammiferi, meno spesse e visibili.

Le differenze principali invece fra le varie specie di ratto sono legate alla colorazione, al comportamento e alla proporzione fra corpo e coda. Innanzitutto il ratto comune è più piccolo, presenta generalmente una corporatura più slanciata e ha una pelliccia molto più scura rispetto all'altre specie. Non a caso il nome della peste nera, una pandemia che invase l'Europa a partire dal 1346, deriva proprio dal colore della pelliccia di questa specie che si diffuse in Europa proprio in quel periodo. Il ratto delle chiaviche invece ha come colorazione tonalità più grigiastre e brune che ricordano il topo comune ed è molto più massiccio. Ha orbite oculari molto più piccole, molari di forma differente rispetto al ratto nero e ha orecchie ricoperte da una folta peluria.

Queste differenze sono legate al fatto che il R. norvegicus proviene, nonostante il nome scientifico possa ingannare, dalla Cina settentrionale, dalla Mongolia e dalla Siberia sudorientale, ovvero da territori piuttosto freddi rispetto. La stazza maggiore, la peluria e gli altri adattamenti infatti hanno permesso a questo animale a sopravvivere agli inverni rigidi e a riuscire ad espandersi verso ovest, seguendo gli eserciti e le vie commerciali che al termine del Medioevo e inizio Rinascimento mettevano in comunicazione l'Europa con l'estremo Oriente.

Entrambe le specie, insieme al topo comune, sono considerate invasive e dannose per l'uomo, ma un mito che bisogna sfatare è legato al presunto loro amore per le fogne, una leggenda che è nata al termine del Rinascimento e che è legata alle ripetute pandemie di peste che si sono avvicendate in Europa fino ad inizio Settecento. Questi animali infatti non amano la sporcizia e se liberati in contesti semi naturali o naturali, assumono comportamenti igienici che li rendono fra i roditori più attenti alla pulizia del mondo. Sono stati i contesti urbani e rurali, dal Medioevo in poi, a portare queste specie a vivere a contatto con le cattive condizioni igieniche umane, contesti che li hanno esposti a divenire in poco tempo vettori di una serie di malattie.

Differenza tra ratto e topo: comportamento e alimentazione

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Le differenze dal punto di vista del comportamento alimentare fra ratti e topi sono minime. Sono infatti animali onnivori che mangiano soprattutto prodotti di origine vegetale, ed è per questo che spesso si ritrovano nei pressi dei campi coltivati. All'occorrenza però non disdegnano la carne.

Il topo inoltre raramente si spinge a bere dalle pozze d'acqua, grazie la sua ridotta stazza può ricavare la maggior parte dei liquidi di cui necessita tramite il cibo e preferisce spingersi verso l'acqua più per pulirsi che per idratarsi. I ratti invece, molto più grossi, sono costretti ripetutamente a bere durante il corso della giornata ed è anche a seguito di questo bisogno se si spingono verso le fogne.

Durante le carestie, topi e ratti sono stati visti integrare la propria dieta tramite la coprofagia e il cannibalismo. Bisogna però sottolineare il fatto che questo avviene quando le popolazioni di topi e di ratti sono sottoposti a forti stress ambientali, a carenza di nutrienti e a squilibri ormonali indotti dall'elevato numero di esemplari e dai prodotti chimici rilasciati dall'uomo nell'ambiente. A differenza inoltre da quanto viene rappresentato dai cartoni animati, questi animali non sempre apprezzano il formaggio. Ne sono attratti per via dell'odore ma diversi esperimenti sulla loro dieta hanno dimostrato che per loro è solo una delle tante risorse a cui possono attingere nelle case di cui sono ospiti.

Bisogna però anche aggiungere che i ratti hanno dimostrato di possedere molti più comportamenti predatori e assumono strategie di caccia, che non è possibile trovare nei topi. Possono cacciare piccoli animali, tra cui lucertole e pulcini, e poi stiparli nelle proprie tane. Sono infatti dei roditori abituati a immagazzinare del cibo, per far fronte alle carenze alimentari delle stagioni meno favorevoli.

Le feci di questi animali inoltre hanno una colorazione, una dimensione e una consistenza differente, a secondo della dieta e della specie. Per esempio, il topo comune fa delle feci a chicco di riso, dalla consistenza pastosa e morbida, lunghe fino a 1 cm e di colore marrone. I ratti invece fanno delle feci più dure, scure, lunghe fino a 2,5 cm. Inoltre non hanno la forma di chicchi di riso, ma sono simili a un cilindro. Infine il topo selvatico fa feci fino a 5 mm, molto morbide e scure.

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Dal punto di vista riproduttivo, in condizioni favorevoli, i ratti possono riprodursi durante l'intero corso dell'anno, arrivando a produrre anche sette nidiate, con una durata media di 24 giorni per la gestazione. Le femmine di topo invece svolgono la gravidanza lontane dai maschi perché questi possono praticare il cannibalismo e solitamente uccidono i figli degli altri contenenti per ridurre la competizione. Per questo le femmine che incinte spesso si allontano dai gruppi sociali che formano le loro famiglie d'origine e si nascondono da tutto e da tutti.

I ratti femmina non hanno questo problema poiché circa 18 ore dopo il parto sono di nuovo ricettive e un altro maschio può tentare un nuovo accoppiamento. Inoltre la competizione fra i maschi di ratto è molto meno violenta rispetto a quella dei topi. I maschi di ratto infatti condividono il piacere del sesso e della paternità con i propri fratelli e fin quando la loro popolazione non raggiunge un limite critico, si riproducono pacificamente con le femmine ripetutamente.

Per comprendere il livello di promiscuità di entrambe le specie di ratto, alcuni scienziati hanno passato anni a contare il numero di volte in cui maschi e femmine si accoppiavano. Da questo conteggio è risultato che durante il corso della loro vita le femmine di Rattus rattus arrivavano a praticate un totale di 500 rapporti sessuali e che i maschi, al termine della loro "carriera", stressavano così tanto il loro organo riproduttivo da procurarsi diverse cicatrici.

Per accoppiarsi con una femmina, molto meno ricettiva rispetto alle altre specie, invece un topo maschio deve praticare un corteggiamento che avviene tramite l'emissione di alcuni richiami ultrasonici su frequenze che vanno dai 30 ai 110 kHz. Se il suo canto riceve risposta, egli può avvicinarsi alla femmina e iniziare a odorarla, per indicargli che reputa di essere pronto per divenire padre. Non tutte le femmine di topo però accettano le avance al primo appuntamento, spesso le femmine non gradiscono l'odore del maschio e lo rispediscono indietro. In questi casi i pretendenti possono seguire pedissequamente le femmine, praticando una sorte di "stalking", o limitare a ritornare in un secondo momento, sperando che la femmina non sia già occupata.

Dopo l'accoppiamento, la femmina di topo sviluppa comunque un tappo vaginale che persiste per qualche giorno e che le impedisce di essere montata da altri maschi.

Dove vivono ratti e topi?

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In natura, i ratti sono associati soprattutto ad ambienti in cui ci sono fiumi, stagni e sorgenti permanenti d'acqua anche salmastra. Come detto però si trattano di specie ormai fortemente antropizzate e quasi il 90% della popolazione mondiale di ratto grigio ormai predilige ambienti antropici, come le fognature, i giardini pubblici, le discariche, le metro, gli scantinati dei ristoranti e degli alberghi dove vi è una forte dispersione di cibo e anche treni e navi da crociera.

Non a caso il ratto grigio è considerato il secondo mammifero di maggior successo al mondo e promette di divenire il vertebrato più numeroso entro il 2050.

Il topo comune invece è da sempre legato all'ambiente antropico, anche se il suo progenitore prediligeva probabilmente i campi in cui erano presenti diverse specie di cereali. Rispetto ai ratti, essi però attualmente vivono molto più vicino agli esseri umani, in quanto trovano casa nei sottoscala, come negli spazi intermedi delle pareti, nelle soffitte, nelle grondaie o all'interno dei magazzini e dei centri commerciali.  Secondo alcune stime, città come New York o Roma ospitano più topi che esseri umani, ma è anche vero che la maggior parte di essi non è visibile. Sono i ratti infatti a risaltare di più all'interno della fauna metropolitana per via della loro maggiore goffaggine, dimensione e lentezza.

Se avete in mente perciò che il vostro appartamento sia caduto vittima di una infestazione, a secondo del piano potreste trovarvi di fronte a specie diverse. Se la vostra abitazione si trova a piano terra e possiede uno scantinato, molto probabilmente l'infestazione è dovuta ai ratti, mentre se avete una casa all'undicesimo piano che presenta una mansarda, avrete con maggiori chance dei topi in casa. Ovviamente, qualora l'edificio avesse degli intercapedini o degli spazi che partono dal basso per raggiungere l'ultimo piano, potreste anche ritrovarvi con dei ratti nel solaio, ma come detto questi animali sono molto più legati all'acqua e prediligono rimanere il più vicino possibile alle tubature e al livello della strada.

Se avete invece un'abitazione isolata nelle campagne o in un contesto semi cittadino, con magari un piccolo orto, potreste trovarvi di fronte anche ad una piccola infestazione di topo da campagna, che seguono lo stesso comportamento dei topi comuni quando devono "esplorare" un'abitazione.

Ratti e topi sono pericolosi per l'uomo?

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Purtroppo, come ben insegnano i libri di storia, ratti e topi non sempre sono riusciti a convivere pacificamente con la nostra specie, poiché portatori di malattie terribili e causa di notevoli devastazioni strutturali, che possono erodere gli edifici fini a farli collassare.

Fra le malattie portate da questi roditori abbiamo la salmonella, che può essere trasmessa attraverso cibi contaminati dalle feci di questi  animali, la peste, provocata dal batterio Yersinia pestis, che ha come ospite le pulci parassite dei roditori. Abbiamo la terribile leptospirosi, una malattia più frequente tra gli agricoltori, e il tifo murino, malattia causata dalla Rickettsia mooseri e che provoca febbre, cefalea, dolori ossei, ed esantemi. Infine abbiamo anche il colera, una malattia infettiva trasmessa dai topi che vivono nelle fogne e che diffonde il batterio Vibrio Cholerae all'interno delle abitazione. Il colera per il nostro paese è stata una delle patologie che ha colpito più frequentemente la popolazione. Essa si manifesta con diarrea e una perdita incontrollata di liquidi, che può essere fatale. Anche in questo caso è molto importante la trasmissione con cibi infettati da feci di ratti e topi, ma cuocendo gli alimenti sopra i 100 gradi di solito il battere muore.

I topi inoltre possono arrecare moltissimi danni ai cavi elettrici e alle plastiche che ricoprono un edificio, oltre che a provocare lesioni all’arredamento della casa o ai vestiti. I casi più pericolosi d'incidenti avvenuti per colpa dei ratti sono avvenuti negli ospedali o ai semafori. Tagliando infatti inavvertitamente i cavi elettrici – rimanendo fulminati per questo – la cronaca ha infatti raccontato diverse volte casi in cui sale operatorie o strade hanno dovuto vivere "momenti di panico" provocati dalla mancanza di corrente. Proprio per questo, i topi e i ratti sono considerati, loro malgrado, fra i peggiori killer della storia. Essendo infatti diffusi all'interno delle comunità umane, gli incidenti che causano sono molto superiori in numero rispetto ai casi di attacco da parte dei grossi predatori.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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