L'allevamento intensivo di avicoli per la produzione di carne di pollo è una pratica che consiste nell’allevare un gran numero di animali in spazi ridotti e in ambiente controllato, con il fine di ottimizzare la produzione. Questo sistema d’allevamento ha però diversi effetti negativi sull'ambiente, sulla salute umana e sul benessere degli animali.
La produzione di carne di pollo deriva in grandissima parte dall’allevamento intensivo di broiler. Questo allevamento avviene a terra in grandi capannoni dove i pulcini provengono da incubatoi industriali, ingrassano in maniera spropositata nell’arco di circa 7 settimane fino al giorno della raccolta e della macellazione.
La crescita della massa muscolare di questi animali, spropositata in tempi record, è dovuta alla selezione genetica, all’alimentazione particolarmente energetica e alle condizioni ambientali controllate dei capannoni.
La sofferenza degli animali
Questa tipologia di allevamento è una delle più discutibili in termini di qualità della vita degli animali. Gli animali sono costretti a lottare tutti i giorni contro alcune condizioni che fanno della loro vita una “vita che non varrebbe la pena essere vissuta”.
Tra queste:
- Sovraffollamento – i capannoni dove sono tenuti gli animali sono sovraffollati per massimizzare gli spazi, condizione che causare stress, lesioni, comportamenti anormali e decessi.
- Trasmissione di malattie infettive – l’alta concentrazione degli animali fa sì che la trasmissione delle malattie corra incalzante. Per questo negli allevamenti intensivi gli animali sono particolarmente sottomessi a profilassi vaccinali e trattamenti antibiotici preventivi. Nonostante le misure preventive spesso sono proprio questi luoghi ad essere focolai di malattie infettive e diffusive problematiche per la salute pubblica e per gli animali selvatici, nel caso degli avicoli possiamo citare l’influenza aviaria.
- Lesioni – man mano che ci si avvicina la fine del ciclo produttivo, un numero sempre crescente di animali presenta lesioni di diverso tipo (deplumazione, lesioni alle zampe, zoppia e immobilità) dovute da un lato al loro stesso peso, eccessivo per mantenere il corpo in piedi, e dall’altro lato alle condizioni ambientali come la lettiera sporca che causa infiammazione ed ulcere podali.
- Presenza di malattie organiche – oltre alle lesioni cutanee e articolari, gli animali sviluppano gravi problemi respiratori, oculari e cardiocircolatori.
- Alta mortalità – tutte le condizioni pre-elencate portano ad un altissimo tasso di mortalità in questi capannoni. Numero che gli allevatori tengono in conto, consapevoli che una certa percentuale di “scarto” è ammissibile all’interno di ogni ciclo produttivo.
Le conseguenze sull’ambiente e sull’uomo
Tra le conseguenze negative sull’ambiente è di primaria importanza l’inquinamento dell'acqua e del suolo nelle vicinanze degli allevamenti. Gli escrementi degli animali contengono elevate concentrazioni di azoto e fosforo, che possono contaminare le acque sotterranee e superficiali, generandone l’eutrofizzazione e causando gravissimi danni all'ecosistema.
Come tutti gli allevamenti intensivi, anche quelli per la carne di pollo contribuiscono quindi all’impoverimento degli spazi naturali, non solo per lo sversamento dei residui ma anche dovuto alla deforestazione, diretta o indiretta. Per creare spazio per le strutture di allevamento intensivo, spesso si procede all’abbattimento di alberi e alla perdita di habitat naturali.
D’altro canto, dobbiamo pensare che la coltivazione intensiva di cereali e proteine destinate all’alimentazione animale è anch’essa stessa fonte di impoverimento degli habitat. Queste materie prime potrebbero diversamente essere destinate al consumo umano diretto.
L'allevamento intensivo di pollame contribuisce anch’esso alle emissioni di gas serra, come il metano e il biossido di carbonio.
Altro campanello d’allarme all’interno di questi allevamenti è il grande uso di antibiotici. Per prevenire le malattie dovute alle condizioni di affollamento, vengono spesso somministrati antibiotici agli animali, contribuendo al già gravissimo problema dell'antibioticoresistenza.
Le possibili alternative
Esistono diverse alternative all'allevamento intensivo di pollame, che mirano a migliorare il benessere degli animali, ridurre l'impatto ambientale e promuovere la sostenibilità. Ecco alcune delle principali alternative:
- Alternative vegetali: un'alternativa all'allevamento di pollame è rappresentata dal consumo di sostituti della carne a base vegetale. Questi prodotti stanno diventando sempre più popolari e contribuiscono a ridurre la domanda di carne animale.
- Allevamento all'aperto o free-range: in questo tipo di allevamento, gli animali hanno accesso a spazi esterni e possono esprimere comportamenti naturali come pascolare, razzolare e beccare erba e insetti. Questo metodo offre condizioni di vita migliori rispetto ai capannoni.
- Allevamento biologico: nell'allevamento biologico, gli animali sono alimentati con mangimi biologici e vengono gestiti secondo standard rigorosi che prevedono un migliore accesso a spazi esterni, condizioni più salubri e limitazioni sull'uso di antibiotici e pesticidi.
È importante notare che queste alternative possono variare in termini di costo, disponibilità e impronta ecologica. Tuttavia, c'è un crescente interesse da parte dei consumatori e dei produttori per pratiche di allevamento più etiche e sostenibili.