L'oviparità è quella strategia riproduttiva che prevede la deposizione di uova fecondate al di fuori dell'organismo materno. Nella maggioranza dei casi, le specie che depongono le uova lo fanno all'interno di un nido, di cui si prendono cura per diverso tempo, da sole o insieme a un partner, ma esistono anche tanti animali che affidano le proprie uova all'ambiente o a un nascondiglio, prima di abbandonarle.
Questa strategia si distingue dalla viviparità o dall'ovoviviparità, presente soprattutto negli elasmobranchi, per l'assenza del processo d'incubazione all'interno del corpo materno, che nella maggioranza dei casi rende le madri più indipendenti nelle prime fasi di sviluppo dei piccoli.
Come funzione la riproduzione ovipara?
A differenza degli organismi ovovivipari, che schiudono le proprie uova all'interno del corpo materno, la riproduzione degli organismi ovipari è abbastanza semplice. Quando i gameti si fondono tra di loro, formando uno zigote, esso comincia a moltiplicare le proprie cellule, formando una molteplicità di tessuti. Una parte produrranno i veri e propri apparati del nascituro, sviluppando l'organismo nella sua completezza, mentre altri tessuti formeranno le strutture tipiche dell'uovo, come il guscio, l'albume e la calaza, che hanno il compito di proteggere lo sviluppo dell'embrione dal mondo esterno.
Prendendo come riferimento il ciclo riproduttivo delle galline, mentre le uova cominciano a formare il guscio per mineralizzazione, tramite la comparsa delle pellicole di carbonato di calcio, esse si spostano all'interno dell'ovidotto materno, grazie a delle spinte molto potenti. Queste li avvicinano all'apertura della vagina e in seguito alla cloaca, finché non giunge il momento in cui le uova sono pronte per essere deposte o liberate in natura.
Da quel momento in poi, a seconda della specie, queste uova possono essere accudite dalla madre o venire abbandonate al proprio destino, per quanto non esiste animale che sembra disinteressarsi completamente dei propri piccoli. Alcune specie possono infatti nascondere le uova o visitare più volte il luogo in cui hanno deposto, con l'intenzione di limitare il numero di potenziali aggressori che possono risultare un pericolo per la saluta dei piccoli.
Fattore fondamentale per la sopravvivenza dei piccoli è anche la questione temperatura. Temperature troppo alte o troppo basse possono infatti condannare i piccoli a morire a causa dello shock termico ed è per questa ragione se tutte le specie ovipare scelgono una stagione riproduttiva adatta, per lo sviluppo dei propri piccoli all'interno delle uova.
Mammiferi che fanno le uova
Anche alcuni mammiferi riescono a produrre delle vere e proprie uova dotate di guscio, che vengono deposte dalle madre in un nido prima della loro schiusa. Fra questi il più riconoscibile è l'ornitorinco, una delle creature che ha provocato il maggior numero di grattacapi agli zoologi.
Al momento della loro scoperta, sul finire del Settecento, questi monotremi vennero infatti scambiati prima per uccelli e poi per delle chimere, ovvero degli organismi che erano il frutto dell'unione di specie molti diverse fra di loro. In particolare, alcuni scienziati europei cominciarono a credere che l'ornitorinco fosse il frutto dell'unione di un castoro e di una papera, prima che i massimi esperti del Museo di Scienze Naturali di Londra dubitassero dell'autenticità di quei primi ritrovamenti.
A quel punto gli scienziati cominciarono a credere infatti che gli esemplari morti giunti in Inghilterra fossero solo lo scherzo di un buontempone o di un tassidermista asiatico, finché nella prima metà dell'Ottocento nuovi esemplari e alcune uova raggiunsero le sale museali inglesi, dimostrando che l'ornitorinco era un mammifero ancestrale realmente esistente in Oceania e nel sud est asiatico.
Un altro mammifero famoso che produce uova è l'echidna, la cui famiglia Tachyglossidae dispone di due generi: gli echidna dal becco lungo (genere Zaglossus) e quelli dal becco corto (che presenta solo una specie, il Tachyglossus aculeatus).
L'uovo dei monotremi ha un diametro massimo di quasi 2 cm ed è ricoperto da un guscio di consistenza cornea, che rende la loro superficie di consistenza simile a quella di una pergamena.
Uccelli
Praticamente tutti gli uccelli presenti sul nostro pianeta sono degli organismi ovipari e anche in passato, le specie estinte, come l'uccello del terrore, disponevano di questa caratteristica, ereditata dai rettili. Il disegno della struttura dell'uovo classico presente nei libri di testo di scuola primaria e superiore si rifà tra l'altro proprio all'uovo degli uccelli e in particolare di quello prodotto dalle specie domestiche, come galline o tacchini.
In natura, la superficie delle uova delle specie selvatiche presenta solitamente una pigmentazione che gli consente di mimetizzarsi nell'ambiente circostante, tanto che è possibile capire dove depongono le varie specie di uccelli studiandone il colore.
Le uova delle specie domestiche, invece, hanno perso il loro colore naturale, per via della selezione umana. Questo processo ha anche favorito la comparsa di uova sempre più grandi e di covate più numerose, in particolare da quando questi uccelli vengono sfortunatamente allevati tramite sistemi intensivi di produzione, che portano gli esemplari a subire molto più stress e a cadere maggiormente vittima delle malattie.
Rettili
Anche la maggioranza dei rettili attualmente viventi, come lucertole, serpenti e coccodrilli, nascono dalle uova, seppur la loro struttura sia leggermente diversa rispetto a quelle degli uccelli. Le uova dei rettili, infatti, risultano più tondeggianti e più morbide, anche perché sono i primi esempi di uova cledoiche (praticamente inaccessibili dall'esterno, eccezion fatta per la permeabilità all'ossigeno) comparse sulla Terra. Inoltre, raramente le madri accudiscono le uova, preferendo di gran lunga nasconderle in delle nicchie nascoste (come succede per esempio per la Caretta caretta).
Esistono tuttavia delle eccezioni importanti a questa regola. Per esempio, i coccodrilli del Nilo sono soliti vigilare nei pressi del proprio nido, per proteggere con la propria vita i piccoli, una volta nati, e possono persino trasportare i propri piccoli sulla schiena, come se fossero un piccolo battello.
Per quanto riguarda invece i rettili marini del passato, che erano impossibilitati nel raggiungere la terraferma, per deporre le uova, una vecchia teoria afferma che questi animali abbiano sviluppato col tempo una viviparità o una ovoviviparità marcata, consentendo in caso alle uova di schiudersi all'interno del corpo materno, prima del parto vero e proprio.
Le principali differenze che si possono riscontrare fra le uova di determinati rettili e quelli degli uccelli è che quest'ultimi hanno introdotto delle novità evolutive, che gli consentono di allontanarsi ulteriormente dall'acqua, mentre i rettili solitamente depongono le propria uova in contesti umidi o protetti dal Sole, per non incorrere nel rischio di disidratazione.
Anfibi
Come è possibile vedere già dalla distanza, le uova degli anfibi risultano molto più piccole e tondeggianti rispetto alle uova prodotte dagli uccelli o dai rettili. Essi inoltre sono particolarmente sensibili all'assenza di umidità, tanto che si disidratano e periscono in pochi minuti, se si trovano in un contesto particolarmente arido.
I principali anfibi presenti sul pianeta sono gli anuri (rane e rospi), le salamandre e le cecilie, che essendo eredi di quei primi vertebrati terrestri, che occuparono la terraferma, centinaia di milioni di anni fa, sono ancora molto legati all'acqua, come dimostra la necessità dei girini di crescere in acqua e la loro capacità di assorbire ossigeno tramite le branchie.
D'altronde, da un certo punto di vista evolutivo, le uova degli anfibi sono molto simili infatti a quelle dei pesci, che all'interno del mondo dei vertebrati sono la classe che presenta il maggior numero di strategie riproduttive in assoluto.
Differenze fra vivipari e ovipari
Oltre all'incapacità di produrre le uova, spesso i vivipari si differenziano dalle altre specie per la durata della gestazione – solitamente molto più lunga rispetto al periodo dedicato alla nidificazione degli ovipari – e per la produzione di un alimento che può essere consumato rapidamente e dai nuovi nati, come dimostra il caso dei mammiferi, che producono il latte tramite le mammelle – o la produzione di uno speciale "succo" da parte di quelle specie di squali che adottano la viviparità.
Gli squali possono anche mantenere il legame con i propri piccoli quando sono gravidi, tramite la presenza di un cordone ombelicale, che ricorda molto quello dei mammiferi.
Dal canto loro, gli organismi ovipari per ciascuna stagione riproduttiva possono rischiare un maggior numero di gameti, rispetto ai vivipari, che devono invece dedicare buona parte delle loro energie e molto tempo per accudire un numero ridotto di figli.