Esistono animali che vivono sia in acqua dolce che salata, ma sono pochissimi. In una recente ricognizione sono stati contati 25 phyla, 77 classi, 363 ordini, per un totale di 236.070 specie acquatiche, suddivise in tre categorie di taxa: esclusivamente marini, marini e d’acqua dolce, ed esclusivamente d’acqua dolce (20%). Tuttavia, sono pochissime le specie in grado di viver sia in acqua dolce che salata con lo stesso successo biologico, perché si tratta di due ambienti fisiologicamente molto diversi. L’acqua dolce contiene meno dell'1% del sale dell'acqua di mare, e anche le concentrazioni degli altri elettroliti, come il potassio e il calcio, sono molto basse. Essa offre quindi un ambiente estremamente diluito, nel quale gli animali, vertebrati e invertebrati, che sono iperosmotici rispetto all’ambiente esterno, devono continuamente contrastare la tendenza a diluirsi e a gonfiarsi.
Gli animali marini hanno invece il problema opposto, perché sono iposmotici rispetto all’acqua di mare, con l’eccezione degli elasmobranchi, come gli squali e le razze, e di pochi altri, che sono isoosmotici. I pesci ossei perdono molta acqua attraverso le branchie e per compensare tale perdita bevono continuamente. Anche gli uccelli marini bevono acqua di mare, che insieme al cibo rappresenta un’importante fonte di Sali. L’eccesso viene poi eliminato attraverso la cosiddetta ghiandola del sale, presente anche in molti falconiformi e in Geococcyx californianus, il Beep Beep di "Willy e il Coyote" che non è uno struzzo, come molti pensano, ma un corridore della strada. Quei pochi organismi che sono capaci di adattarsi alla salinità delle acque, adeguando la propria osmoregolazione, sono detti eurialini.
La gran parte della fauna d’acqua dolce ha antenati marini, i quali si sono evoluti adattandosi gradualmente a concentrazioni minori di sale, fino a diventare stabilmente specie d’acqua dolce o, addirittura, a uscire del tutto dall'acqua, trasformandosi in animali terrestri capaci di colonizzare nuovi ambienti. In alcuni rari casi, è invece avvenuto il contrario: animali d’acqua dolce si sono evoluti in animali marini. Ne sono un esempio gli Attinopterigi (pesci con pinne raggiate) che oggi comprendono circa lo stesso numero di specie in mare e in acque dolci. Questi animali hanno avuto origine nelle acque continentali 300 Mya, e solo successivamente (180 Mya) hanno formato il più antico clade marino ad oggi conosciuto.
Ma vediamo alcune delle specie che vivono in entrambi gli ambienti.
Il killifish
Noto col nome anglosassone mummichog, Fundulus heteroclitus è un killifish, ossia un pesce dell'ordine dei Cyprinodontiformes. Tra le pochissime specie di animali in grado di spostarsi tra habitat di acqua dolce e salata e riprodursi in entrambi, le sue uova sono addirittura in grado di sopravvivere alla totale mancanza d'acqua per un certo periodo.
La spigola
In primavera, sino alla fine dell’estate, quando la temperatura dell’acqua aumenta, le spigole, che comunemente chiamiamo anche branzini (Dicentrarchus labrax) imboccano le foci dei fiumi e vi nuotano anche per diversi chilometri. Lo fanno perché si lanciano all’inseguimento dei cefali, loro prede elettive, i quali a loro volta risalgono i fiumi per riprodursi e deporre le uova.
Lo "squalo toro"
Quello che gli anglosassoni chiamano squalo toro (Carcharhinus leucas), è una delle poche specie di elasmobranchi che vivono sia in ambienti marini che d'acqua dolce. Essi adattano la propria osmoregolazione in risposta ai cambiamenti della salinità ambientale attraverso il controllo e l’azione integrata di di vari organi, tra i quali il rene, la ghiandola rettale e il fegato.
La lumaca di fango
Potamopyrgus antipodarum, nota come lumaca di fango della Nuova Zelanda, è un piccolo gasteropode che abita principalmente in acque dolci, come corsi d'acqua, sorgenti, stagni e laghi. Tuttavia, essa può anche tollerare salinità vicine a quelle marine, che di solito trova in corrispondenza degli estuari.
La rana mangia-granchio
La rana mangia-granchi (Fejervarya cancrivora) si trova sulla costa del sud-est asiatico, ove popola principalmente cespugli, paludi di mangrovie e foreste. Possiede la più alta tolleranza al sale tra le specie di anuri note, con gli adulti che riescono a vivere in acque salmastre con salinità fino al 18‰., e i girini che arrivano addirittura a tollerare il 35‰ dell’acqua marina.
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