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10 Aprile 2024
9:00

Quali animali vedono l’uomo come preda?

Nel regno animale, l'uomo è sia predatore che preda. Gli attacchi predatori su persone sono rari, ma in crescita, e coinvolgono grandi pesci, rettili e mammiferi.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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L'essere umano, prevalentemente visto come predatore, può occasionalmente divenire preda di alcuni animali selvatici. Gli attacchi predatori su persone, cioè quelli che avvengono con lo scopo presunto di consumarle, sono rari ma in crescita, e coinvolgono grandi pesci, rettili e mammiferi.

Tali eventi sono più probabili in ambienti fortemente antropizzati, dove l'esposizione ai selvatici è maggiore e la perdita dell'habitat naturale riduce le possibilità per questi di trovare prede. A ciò si aggiungono i comportamenti spesso inadeguati di persone inesperte, che avventurandosi in natura per attività come passeggiate o campeggio, si rendono più vulnerabili a incidenti con la fauna selvatica, aumentando il rischio di aggressioni.

Gli attacchi predatori verso gli umani si distinguono per alcune caratteristiche specifiche: le vittime vengono trattate come cibo, e spesso trascinate lontano dal luogo dell'aggressione, i corpi sono talvolta nascosti e coperti con foglie e terra, e in alcuni casi consumati parzialmente. È anche possibile che il predatore sia rinvenuto nelle vicinanze. Questi elementi forniscono indizi per identificare un attacco predatorio, anche se la scoperta del corpo parzialmente consumato di una persona, giorni dopo la sua scomparsa, potrebbe pure indicare un atto di sciacallaggio successivo a una morte avvenuta per cause naturali o accidentali.

Gli orsi

Delle otto specie di orsi che popolano il mondo, due, l'orso andino (Tremarctos ornatus) e il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca) non hanno mai, o quasi mai, attaccato gli esseri umani. Le altre sei specie, invece, ossia gli orsi malesi (Helarctos malayanus), gli orsi bradipi (Melursus ursinus), orsi neri asiatici (Ursus thibetanus), orsi neri americani (Ursus americanus), gli orsi bruni (Ursus arctos) e gli orsi polari (Ursus maritimus) – in qualche occasione lo hanno fatto.

In generale, però, gli attacchi sembrano estremamente rari e principalmente di natura difensiva, in conseguenza di incontri improvvisi, in cui l'orso è stato involontariamente sorpreso a breve distanza, o di tentativi di difesa della prole da parte di una femmina. Di solito questi animali preferiscono scoraggiare i contatti attraverso tattiche di intimidazione, alzandosi in piedi per rendersi più grandi e abbinando cariche a forti vocalizzazioni. Un discorso un po’ a parte meritano l’orso polare e l'orso nero americano: nelle interazioni di queste specie con gli umani la predazione è sempre, comunque, rara, ma quando le persone vengono uccise, essa è considerata il motivo principale.

Le tigri

Ovunque coesistano tigri (Panthera tigris) e persone, il conflitto tra le due specie è altamente probabile. Le tigri talvolta attaccano le persone a scopo predatorio, ma più comunemente lo fanno per difesa, al fine di proteggere i propri cuccioli o se stesse.

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I coccodrilli

I coccodrilli sono noti per le loro strategie di predazione, che talvolta includono gli esseri umani. Di solito avviene nelle zone, come i porti, animate da un’intensa attività umana, che tiene lontane le altre potenziali prede. E così ai coccodrilli non resta che rimediare su di noi. Il coccodrillo del Nilo, in particolare, è forse quello che gode della fama peggiore, essendo associato a un elevato numero di attacchi mortali agli esseri umani, motivo per cui è particolarmente temuto e ritenuto pericoloso.

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I puma

L'aggressione da parte dei puma (Puma concolor) alle persone può manifestarsi come atto predatorio oppure difensivo. La motivazione può dunque essere molto diversa, rendendo l’interpretazione di questa aggressività molto difficile anche per gli esperti di felini. L'apprendimento sembra giocare un ruolo chiave nel determinare la percezione degli esseri umani come preda da parte dei puma.

La postura bipede degli umani differisce notevolmente da quella delle loro prede ungulate usuali, modificando nettamente l'esposizione della nuca, che rappresenta il bersaglio prediletto dei felini. È probabile allora che i puma non riconoscano automaticamente le persone come potenziali prede. Come suggerisce anche il riscontro di focolai localizzati di aggressioni, gli attacchi agli umani a scopo alimentare sono verosimilmente opera di individui che hanno imparato a considerare le persone come prede.

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Bibliografia
Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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