Quasi tutti gli animali hanno dei "nemici" naturali, tranne pochissime specie che occupano un posto di rilievo all'interno degli ecosistemi in cui vivono. Questi animali non hanno predatori naturali abituali e si chiamano superpredatori o predatori apicali o all'apice, sottinteso della catena alimentare.
Se si esclude infatti l'essere umano nel delicato e rischioso periodo della fase giovanile, non ci sono altri animali che cacciano frequentemente un superpredatore, che proprio per questo occupa il gradino più in alto della piramide trofica.
Tra i superpredatori più noti ci sono per esempio i leoni, le orche, i coccodrilli, i grandi uccelli rapaci e gli orsi, animali la cui sola presenza o assenza può condizionare interi ecosistemi e in alcuni casi modellare persino il paesaggio vegetale.
I predatori all'apice possono infatti avere effetti profondi sull'ambiente in cui vivono, come per esempio sul controllo numerico delle prede o su altri predatori più piccoli. Sono perciò fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi, per tenere a bada la diffusione di malattie e più in generale per mantenere alta e in salute biodiversità.
Il leone
Impossibile non partire citando il il più famoso di tutti i superpredatori: il leone (Panthera leo). Simbolo indiscusso dell'Africa, questo grosso carnivoro sociale è uno degli animali più iconici e carismatici del mondo. In passato il suo reame si estendeva ben oltre i confini africani. Oggi invece il suo areale si è notevolmente ridotto, ed è limitato all'Africa sub-sahariana e a una piccolissima area dell'India. Vive in gruppi sociali complessi, formati da pochi maschi e numerose femmine imparentate tra loro, che cacciano in gruppo praticamente ogni grosso erbivoro che abita la savana. È uno dei predatori terrestri più grandi in assoluto e anche la sua solo presenza condiziona la densità e il comportamento di tantissimi altri animali.
Il drago di Komodo
Con i suoi tre metri di lunghezza per circa 80 chili di peso, il drago o varano di Komodo (Varanus komodoensis) è il più grande sauro della Terra e vive in pochissime isole dell'Indonesia. Grazie al suo morso velenoso riesce ad abbattere animali molto grossi come cervi o bufali e non è raro vederli cacciare anche in gruppo. Gli adulti non hanno predatori, tuttavia i piccoli sono invece molto più vulnerabili. Paradossalmente, il pericolo pericoli principale per un giovane drago di Komodo è rappresentato dalla sua stessa specie. Gli adulti possono infatti mangiare anche i draghi più giovani, che proprio per questo trascorrono gran parte dei loro primi anni di vita sugli alberi, dove sono relativamente al sicuro.
L'orso polare
Come il drago di Komodo, gli unici predatori che gli orsi polari (Ursus maritimus) devono temere sono gli altri orsi polari. Questa è l'unica specie di orso completamente carnivora, oltre a essere il mammifero carnivoro terrestre più grosso del Pianeta. Vive esclusivamente intorno al circolo polare artico, dove caccia soprattutto foche o trichechi. La sua folta pelliccia, che svolge la funzione di isolante termico, non è bianca ma è in realtà costituita da peli trasparenti che riflettono la luce solare. È classificato dalla IUCN (International Union for Conservation of Nature) come "Vulnerabile" a causa dei cambiamenti climatici, che stanno portando allo scioglimento dei ghiacciai, dell'inquinamento e dell'estrazione di petrolio e gas.
L'orca
Anche le orche (Orcinus orca), il membro più grande della famiglia dei delfinidi, sono straordinari predatori sociali apicali. Vivono praticamente nelle acque di tutto il globo e le loro prede, con relative strategie di caccia, cambiano da regione a regione e vengono tramandate culturalmente alle generazioni successive. Alcune si sono specializzate nella cattura dei pesci, altre nei pinguini, altre ancora cacciano altri mammiferi marini o addirittura altri cetacei. Le orche argentine, per esempio, si spiaggiano volontariamente per catturare i giovani leoni marini sulla battigia. Quelle antartiche, invece, generano onde per far scivolare le foche dalle lastre di ghiaccio rimaste isolate in mare. Per colpa dell'orche, inoltre, lo squalo bianco, considerato un tempo anch'esso un superpredatore, oggi non lo è più: alcuni individui, infatti, si sono specializzati proprio nella caccia del più temuto degli squali predatori.
Il coccodrillo marino
Il coccodrillo marino (Crocodylus porosus) è diffuso lungo le coste e tra le paludi salmastre di India, Sud-est asiatico e Australia settentrionale. I maschi sono mediamente lunghi dai 4,3 e i 4,9 metri, ma tra i villaggi locali girano voci di individui mostruosi che superano persino i 7 metri di lunghezza. Oltre a essere il più grosso tra tutti i coccodrilli è un superpredatore eccezionale, che può tuttavia rappresentare anche un pericolo per le persone che vivono a stretto contatto con lui. Gli incidenti ogni anno sono numerosi e spesso anche mortali. Sono all'apice della piramide trofica e mangiano qualsiasi cosa riescano a catturare col loro potentissimo morso.
L'aquila reale
Fin dall'antichità la maestosa aquila reale (Aquila chrysaetos) è un simbolo indiscusso di forza e potere. Il forte becco e gli artigli grossi e affilati le consentono di uccidere animali di dimensioni anche nettamente superiori alle sue. Un'aquila reale può infatti arrivare ad avere un'apertura alare anche di quasi 2,5 metri, una delle più grandi tra tutti i rapaci, ma pesa appena tra i 4 e i 7 kg. Nonostante ciò, possono persino sollevare giovani stambecchi e camosci adulti, che dove c'è l'aquila non sono mai al sicuro. Fedeli per la vita, il maschio e la femmina, una volta formata la coppia e conquistato un territorio, rimangono stanziali per molti anni cambiando di anno in anno il nido e scegliendo solitamente pareti a picco e dirupi indisturbati.
Il coccodrillo del Nilo
Anche i coccodrilli del Nilo (Crocodylus niloticus) sono superpredatori, e vivono in quasi tutti gli specchi d'acqua dolce delle savane dell'Africa sub-sahariana. Cacciano spesso animali di grosse dimensioni come gnu, bufali, zebre o antilopi, soprattutto quando le grosse mandrie devono attraversare i fiumi durante le loro migrazioni stagionali. Quando afferrano una grossa preda questi rettili ruotano su loro stessi per poter staccare pezzi più piccoli e inghiottirli con maggiore facilità. Durata la stagione degli amori i maschi corteggiano le femmine emettendo curiosi versi simili a muggiti, soffiando l'acqua dalle narici e facendo vibrare l'acqua sul dorso con una bizzarra e insolita danza.
L'arpia
L'arpia (Harpia harpyja) è un enorme rapace che vive nella foresta tropicale amazzonica, dove a causa della deforestazione e della perdita di habitat è considerata "Vulnerabile" dalla IUCN. È diffusa soprattutto in Brasile, dove nel fitto della foresta caccia addirittura bradibi, scimmie e altri grossi mammiferi. Le femmine sono più grandi dei maschi e possono superare i 220 centimetri di apertura alare, raggiungendo anche un peso di quasi 10 kg. Hanno inoltre artigli ricurvi e affilati incredibilmente lunghi che nelle femmine più grosse possono addirittura superare i centimetri cm di lunghezza.
Il giaguaro
Il giaguaro (Panthera onca) è il felino più grande delle Americhe. È un predatore solitario che si ciba di una gran varietà di animali che uccide con il suo morso potentissimo, riuscendo addirittura a distruggere i carapaci delle tartarughe. È considerato molto importante all'interno dell'ecosistema in quanto, essendo appunto un predatore all'apice dalla piramide trofica, contribuisce a regolare e mantenere stabile il numero di prede. Il suo range geografico si estende dal Messico al Sud America ed è considerato "Quasi minacciato" dalla IUCN a causa principalmente del bracconaggio e della frammentazione dell'habitat. Negli ultimi anni sempre più individui si stanno timidamente riaffacciando anche negli Stati Uniti.
L'orso bruno
L'orso bruno (Ursus arctos) è l'orso più diffuso della sua famiglia, con numerose sottospecie presenti praticamente in tutto l'emisfero nord. Particolarmente famoso è per esempio il grizzly (U. a. horribilis), il più noto orso nordamericano, dal temperamento particolarmente aggressivo, mentre in Italia abbiamo in Abruzzo l'orso marsicano (U. a. marsicanus), una sottospecie seriamente minacciata e di dimensioni generalmente più piccole, e l'orso bruno europeo (U. a. arctos), presente solo sulle Alpi. Anche se molti orsi non cacciano spesso e sono prevalentemente erbivori, non hanno timore di scontrarsi con altri predatori carnivori: possono infatti competere da soli con branchi di lupi e grandi felini, scacciandoli spesso dalle prede che questi ultimi hanno catturato, perché hanno una forza e dimensioni tali da non poter essere predati da nessuno.