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1 Ottobre 2023
15:00

Quali animali apparentemente pericolosi sono in realtà innocui per l’uomo?

Alcuni animali possono avere un aspetto che incute timore, senza però essere effettivamente pericolosi. È il caso dello squalo elefante, del biacco o dei pipistrelli. Spesso li temiamo per motivi culturali o perché li confondiamo con altre specie, o ancora male interpretiamo alcune parti del loro corpo.

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Alcuni animali ci sembrano pericolosi per via del loro aspetto, ma sono invece del tutto innocui. Non sempre la convivenza tra uomo e animali risulta facile: ci sono animali di cui abbiamo paura per natura, altri che rifuggiamo per motivi igienici o culturali, ma capita spesso anche di scambiare animali innocui per fonti di pericolo.

Esistono animali di cui abbiamo una paura innata, come ad esempio i serpenti: l’erpetofobia è in generale la paura dei rettili e deriva da un meccanismo evolutivo di protezione. La nostra specie, essendosi originata in Africa, continente con un elevato numero di serpenti velenosi, ha imparato ad allarmarsi alla vista di qualsiasi cosa che possa ricordare un serpente, perché in questo modo gli individui avevano più possibilità di evitare un morso. Si tratta di un’immagine generica di un “tubo affusolato” che il nostro cervello riconosce come pericolo, ma non solo in caso di serpenti potenzialmente mortali, anche per specie innocue o semplici oggetti che hanno la stessa forma.

La paura per topi e insetti è dovuta principalmente a fattori culturali e abbiamo imparato a temere questi animali in quanto possibili vettori di malattie, basti considerare la peste diffusa dai ratti o la malaria diffusa dalle zanzare. In realtà molti insetti hanno fatto a lungo parte della dieta dei nostri antenati, come ad esempio Australopithecus e Homo erectus, e ancora oggi sono consumati in diversi paesi, specialmente in Africa e Asia. Molti insetti sono per noi del tutto innocui e il timore che abbiamo nei loro confronti è associato più che altro alla paura dell’ignoto o di ciò che non si può controllare. Stesso discorso per gli aracnidi come ragni e scorpioni.

Esiste poi un’altra categoria di animali che abbiamo imparato a temere per via di fenomeni mediatici come ad esempio gli squali: questi pesci cartilaginei sono percepiti come macchine feroci e una minaccia costante a causa di film e serie TV che esasperano il loro comportamento predatorio per generare emozioni nel pubblico. In realtà è davvero difficile per un essere umano medio poter incontrare uno di questi animali e i loro attacchi sono decisamente più rari di quelli di molte altre specie che consideriamo poco pericolose come cani o mucche.

Vediamo quindi alcuni esempi di animali che possono incutere timore senza però essere effettivamente pericolosi.

I pipistrelli

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Quella dei pipistrelli che si impigliano volontariamente nei capelli è una vera e propria bufala, che purtroppo si è radicata nelle credenze popolari di molti paesi, dovuta principalmente alla percezione umana del volo basso di questi piccoli mammiferi. Le loro abitudini notturne, insieme alla loro particolarità, li hanno poi spesso fatti associare all'occulto e a miti legati all’immaginario horror, come quello dei vampiri. Esistono infatti alcune specie ematofaghe, che quindi si nutrono di sangue, come i pipistrelli vampiro, ma, oltre ad essere una piccolissima percentuale, nessuna di queste si nutre di sangue umano. I pipistrelli sono per l’essere umano assolutamente innocui e la loro unica pericolosità è data dalla possibile trasmissione di parassiti o malattie.

Il biacco

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Esistono tanti esempi di serpenti innocui per l’essere umano, tra questi quello più comune è sicuramente il biacco. Sono tantissime le segnalazioni e i titoli allarmistici che riguardano questo piccolo serpente non velenoso, soprattutto tra fine estate e inizio autunno. Spesso, questi docili rettili vengono brutalmente uccisi perché ritenuti pericolosi o restano vittime di incidenti stradali. Per quanto la paura dei serpenti possa essere innata in alcuni di noi, è importante saper distinguere i serpenti pericolosi da quelli innocui: in Italia sono presenti solo 5 specie di serpenti velenosi e sono tutte vipere, facilmente identificabili per la testa triangolare, il corpo tozzo, la pupilla verticale e i pattern geometrici delle squame. I piccoli biacchi, invece, sono esili, con la testa piccola e la pupilla tonda e non sono in grado in nessun modo di arrecarci danno.

Lo squalo elefante

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Gli squali, come dicevamo prima, devono la loro cattiva reputazione più all’immaginario cinematografico che ad un’effettiva frequenza dei loro attacchi, in più sono davvero poche le specie che costituiscono un effettivo pericolo per l’uomo in caso di attacco. I diversi squali, però, sono confusi tra loro a causa della paura che generano i loro avvistamenti. Lo squalo elefante, ad esempio, è il secondo squalo più grande al mondo e può raggiungere il 12 metri di lunghezza. È presente anche nel Mediterraneo, ma nonostante la sua enorme bocca non è pericoloso. Infatti, non esistono report di incidenti verso esseri umani perché questo squalo si è adattato per nutrirsi di plancton, i piccoli microrganismi presenti nel mare. L’evoluzione ha modificato la sua bocca proprio per aumentare la superficie con cui filtrare le sue prede, che cattura spalancando le fauci e nuotando lentamente, senza mai aver ingoiato nessuno come la balena della fiaba di Pinocchio.

Gli scorpioni frusta

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Gli scorpioni a frusta appartengono ad un clade di aracnidi distinto da ragni e scorpioni. Esistono diverse tipologie di questi animali e sono tutti accomunati dall’avere un aspetto inquietante, nonostante siano per noi piuttosto innocui. Infatti, alcune di queste specie sono state utilizzate durante le riprese di film, come gli amblipigi presenti in “Harry Potter e il calice di fuoco”. Altre specie possono spruzzare dell’acido dall’addome per difesa, ma la molecola utilizzata è quella dell’acido acetico, lo stesso presente nei condimenti per l’insalata.

La tipula

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Spesso scambiati per giganteschi “zanzaroni” per via del loro aspetto, questi insetti causano spesso il panico per paura di un morso doloroso, quando in realtà sono perfettamente innocui. Le tipule hanno in comune con le zanzare solo l’appartenenza all’ordine dei ditteri, insieme a mosche e tafani, ma sono incapaci di pungere gli animali e usano il loro apparato boccale per succhiare la linfa dai vegetali. Quindi, l'unico danno che potrebbero eventualmente procurare alcune specie è su alcune delle piante dei nostri giardini.

I sirfidi

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Sembrano vespe ma non lo sono: i sirfidi sono un gruppo di particolari mosche impollinatrici che copiano la livrea di altri insetti. Si tratta di un caso di mimetismo da manuale, in cui questi animali hanno evoluto la colorazione di una specie più pericolosa per ingannare i predatori ed essere lasciati in pace. Questo inganno funziona benissimo anche con noi esseri umani, infatti, nonostante siano sprovviste di pungiglione, mettono in fuga i passanti che temono la puntura delle vespe, potendo continuare a posarsi sui fiori indisturbati.

La mosca scorpione

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Non è una mosca, né uno scorpione: questi insetti appartengono all’antico ordine dei mecotteri, presente già nel Permiano, quasi 300 milioni di anni fa. Le mosche scorpione hanno un aspetto decisamente insolito che può causare timore in chi non conosce questi insetti, in particolar modo per via della protuberanza sulla coda, tipica dei maschi, che ricorda il pungiglione dello scorpione. Si tratta, in realtà, dei loro genitali: la struttura alla fine serve, infatti, a bloccare la femmina durante la copula. Non possono dunque pungere e sono insetti innocui che si nutrono principalmente di altri piccoli animali morti.

Le cavallette "a sciabola"

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Le cavallette generalmente causano spavento per via dei loro balzi che risultano improvvisi e incontrollati secondo la nostra generale percezione. In molte specie è presente una vistosa protuberanza alla fine dell’addome che alcuni scambiano per un pericoloso pungiglione. In realtà, si tratta semplicemente dell’ovopositore delle femmine, attraverso il quale possono deporre e posizionare con cura le loro uova. Il loro nome corretto è, infatti, ensiferi, che significa proprio "portatore di spada" e deriva dalle parole latine ensis, "spada", e dal verbo fero, “portare”, in riferimento al lungo ovopositore “a sciabola” delle femmine.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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