È impossibile determinare con precisione quale sia la più antica tra tutte le specie attualmente viventi, ma possiamo invece conoscere quali gruppi di animali sono apparsi prima e hanno mantenuto le loro caratteristiche pressoché immutate al passare del tempo: parliamo dei cosiddetti fossili viventi.
Ad esempio spugne, coralli, meduse e ctenofori sono noti per esistere da oltre 500 milioni di anni e sono tra i primi organismi animali apparsi. Tuttavia esiste un gruppo di animali ancora più semplice e primitivo, definito per la prima volta solo negli anni 70 del secolo scorso, che per molti aspetti ricordano più delle amebe: i placozoi.
Anche i limuli, sebbene di origine più recente, sono immutati da milioni di anni e tra i vertebrati invece possiamo citare i celacanti e i tuatara.
L’immortalità nel mondo animale esiste davvero?
I placozoi, gli animali più antichi ancora in vita
I Placozoi (phylum Placozoa) sono microscopici organismi marini di acque basse, che somigliano vagamente alle amebe. Sono spessi appena qualche decimo di millimetro, ne sono conosciute appena due specie e sono stati descritti per la prima volta solo nel 1971.
Inizialmente si pensava che fossero fasi larvali di meduse, adesso invece sappiamo che formano un gruppo a sé stante e che potrebbero essere gli organismi che più si avvicinano al primo metazoo ancestrale, ovvero il primo animale vero e proprio distinto dai batteri.
Questi piccoli organismi si muovono lentamente strisciando o nuotando liberamente grazie a dei flagelli per andare a caccia di alghe e protozoi di cui si nutrono. Hanno un'organizzazione corporea estremamente semplice, e hanno caratteristiche intermedie tra i protozoi e gli altri animali più antichi come spugne e meduse.
Questi ultimi, insieme agli ctenofori, sono gruppi di animali presenti sin dal Cambriano, oltre 500 milioni di anni fa, e hanno mantenuto fino ad oggi strutture corporee molto simili che li rendono di fatto gli organismi più simili ai primi animali mai apparsi.
Gli altri animali antichi ancora esistenti
Oltre ai placozoi, alle spugne, agli ctenofori e agli cnidari (coralli e meduse) esistono altri animali che, sebbene siano di derivazione più recente, sono rimasti immutati per centinaia di milioni di anni.
I limuli
Il limulo (Limulus polyphemus) o “granchio a ferro di cavallo” è un artropode marino che vive lungo le coste del Nord America e del Golfo del Messico.
Questa specie è imparentata con ragni, zecche e scorpioni e viene spesso considerato un "fossile vivente", poiché esistono specie fossili molto simili agli animali attualmente viventi che risalgono al Triassico, oltre 200 milioni di anni fa e altre del Devoniano, circa 400 milioni di anni fa.
Questi animali si nutrono prevalentemente di crostacei, molluschi e di altri invertebrati e usano la loro coda rigida detta telson per allontanare i predatori o rigirarsi se si capovolgono accidentalmente.
I celacanti
Oggi sono note due diverse specie attualmente viventi di celacanto: il celacanto delle Comore (Latimeria chalumnae), che si trova nei fondali del sud dell’Africa, e il celacanto indonesiano (Latimeria menadoensis).
Si tratta di pesci dalle pinne lobate creduti a lungo estinti sin dal Cretaceo, circa 66 milioni di anni fa, e rimasti praticamente immutati dal Devoniano, ovvero 400 milioni di anni fa.
Durante un'immersione al largo delle coste del Sudafrica nel 1938 dei sub ritrovarono questa specie ancora in vita, scatenando scalpore in tutta la comunità scientifica.
I tuatara
Il tuatara (Sphenodon punctatus) è un rettile endemico della Nuova Zelanda, unico rappresentante sopravvissuto dell'ordine dei Rincocefali, apparso nel Triassico, oltre 200 milioni di anni fa, e quasi completamente estinto già 60 milioni di anni fa.
I tuatara hanno la caratteristica di possedere un "terzo occhio", ovvero un complesso organo situato sul capo utile a captare la luce di notte. Anche altri rettili hanno strutture simili, che però servono a regolare la temperatura corporea.