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25 Marzo 2021
7:00

Come lavare i denti al gatto: l’importanza dell’igiene orale

Lavare i denti al nostro gatto non è di certo cosa facile. Nei felini però possono svilupparsi diverse patologie, anche gravi, che non bisogna sottovalutare. Vediamo come fare o quali prodotti utilizzare per pulire i denti dei nostri gatti e contrastare queste patologie.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Sicuramente pensare di lavare i denti al nostro gatto è l’ultima cosa che ci verrebbe in mente, eppure i nostri cari felini necessitano di attenzione anche e soprattutto alla bocca. L’accumulo di placca e la formazione di tartaro provocano gengiviti, stomatiti e caduta dei denti. Se non agiamo in tempo potrebbe succedere che il gatto inizi a provare dolore e di conseguenza a salivare in eccesso e non mangiare. Perché i felini sono sempre unici e nella loro unicità rientra una particolare patologia: la gengivostomatite cronica felina tra i cui fattori eziologici si è visto esserci una anormale reazione autoimmunitaria nei confronti della placca e tartaro. A parte lavare i denti con spazzolino e dentifricio adeguato si può evitare l’accumulo di placca incentivando la masticazione ed utilizzando degli spray o gel stomatologici.

Perché lavare i denti al gatto

I gatti soffrono in particolar modo di patologie dentali anche in giovane età, spesso sono fenomeni legati a risposte anomale del sistema immunitario nei confronti della placca (che è un accumulo di batteri) che crea una infiammazione cronica. Da questa continua infiammazione si possono sviluppare diversi quadri patologici, dalla gengivite e cioè l’arrossamento del colletto gengivale al riassorbimento odontoclastico, o alla gengivostomatite che può arrivare a coinvolgere anche le logge tonsillari, creando sanguinamento e iperproliferazione dei tessuti mucosali avvicinandosi ad essere delle lesioni simil-cancerose. Spesso infatti arrivano a visita gatti già in situazioni gravi, portati perché hanno iniziato a mangiare meno o non mangiano proprio. Oppure gatti che riferiscono i proprietari «masticano solo da un lato», oppure salivano in eccesso, o ancora che con la zampa provano «come a togliere qualcosa dalla bocca». Alcuni arrivano anche con bava e grumi di sangue ai lati della bocca. Ma la colpa non è dei compagni umani: spesso si sottovalutano le cose e si crede che se il gatto mangia stia bene. Da questi esempi si capisce però perché reputo fondamentale almeno un controllo annuale che preveda l’ispezione del cavo orale in modo da poter agire prima che la situazione peggiori.

Come lavare i denti al gatto

Mi rendo perfettamente conto, tanto da veterinario che da compagna di un gatto, che la manipolazione del micio non è sempre semplice. Sicuramente consiglio di recarvi prima dal vostro veterinario in modo che potrà attraverso un’ispezione del cavo orale valutarne lo stato ed insieme deciderete l’approccio migliore. Nei casi più fausti dove il gatto non ha gengivite ma solo un lieve deposito di placca, e tollera bene la manipolazione, si può migliorare la situazione incentivando la masticazione con della carne o pesce essiccato ad esempio. In commercio ci sono anche degli spray o dei gel da applicare massaggiando su gengive e denti ed ancora si può provare con uno spazzolino a setole morbide o con una garza avvolta attorno al vostro dito e del dentifricio apposito, provando ad arrivare fino ai molari. Naturalmente non serve aprire tutta la bocca: basterà farvi spazio delicatamente sotto il labbro e strofinare.

Nei casi in cui si sia formato tartaro e ci sia infiammazione severa, potrebbe rendersi necessaria la detartrasi accompagnata in alcuni casi da estrazione dentaria. A cui seguirà una cura di mantenimento per evitare recidive che prevedrà l’uso della laser terapia e di gel stomatologici in un primo periodo per migliorare lo stato infiammatorio e in seguito l’utilizzo di spazzolini, dentifrici, spray che rallentino il nuovo accumulo di placca. Nelle situazioni patologiche dove l’infiammazione è grave e dolorosa, accompagnata spesso anche da stomatite, se il veterinario lo riterrà opportuno si effettuerà anche una terapia antibiotica ed antinfiammatoria. Per tali situazioni, se fino a qualche anno fa si usavano quasi solo corticosteroidi magari da deposito, oggi l’approccio è cambiato preferendo sostanze naturali ad azione antinfiammatoria o la laser terapia e lasciando l’utilizzo di FANS (farmaci non steroidei) e cortisonici come “ultima spiaggia”.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Eva Fonti
Medico Veterinario
Ho conseguito la laurea specialistica in Medicina Veterinaria nel 2009 presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II con una tesi sperimentale in chirurgia oftalmica, nel 2010 ho conseguito il perfezionamento in Radiologia Veterinaria. Nel 2013 ho inaugurato il mio ambulatorio in Minturno sul lungomare di Scauri.
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