6 Giugno 2024
13:00

Pulci, zecche, acari, flebotomi, zanzare e mosche: chi sono i “nemici” dei cani e come proteggerli con l’antiparassitario

Si fa spesso confusione tra pulci, zecche, acari e su quale antiparassitario utilizzare. Per i pet mate è utile riconoscerli per capire come agire al meglio.

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Si fa spesso confusione tra pulci, zecche, acari e su quale antiparassitario utilizzare per proteggere il cane di casa. Nemici dei nostri amici a quattrozampe, poi, sono anche le zanzare, i flebotomi e le mosche. Per aiutare i pet mate è utile fare un focus su questi parassiti, così da conoscerli e capire come agire nel migliore dei modi. Ecco chi sono e che malattie possono provocare nei cani, con la consapevolezza che conoscerli è la prima forma di prevenzione.

Alla scoperta dei parassiti

Pulci – Sono parassiti ematofagi, ovvero che succhiano il sangue del loro ospite. Sono presenti soprattutto in primavera ma con l’innalzamento delle temperature è bene stare attenti tutto l’anno. Le pulci si trovano in tutto il mondo e riescono a sopravvivere a qualunque temperatura (infestano anche l’Antartide e le si incontra pure all’equatore!). Ci sono circa 2000 specie e la più frequente nei cani è la Ctenocephalides canis. Il ciclo di vita inizia con la deposizione delle uova che si trasformano in larve che vivono nell'ambiente dove maturano a pupe e nuovi adulti e possono trasmettere la tenia e possono causare l’anemia soprattutto nei cuccioli e una dermatite allergica dovuta alla composizione della saliva. I sintomi variano ma si può capire se il nostro compagno canino ha questa sgradevole compagnia da alcuni segnali evidenti: si gratta spesso e in punti come le orecchie, l’inguine e il collo. Importante osservare il pelo dove si vedono le feci che sono dei puntini neri, solitamente localizzati sulla base della coda e anche sulla schiena. Le pulci saltano da una parte all’altra, è dunque importante tenere sotto controllo la cuccia o i luoghi in cui il cane riposa come il divano o il letto se condividete questi spazi con lui.

Zecche – Sono aracnidi, come i ragni e anche gli acari e si nutrono di sangue. Prediligono le temperature calde e con umidità alta, le stagioni d’elezione sono la primavera e l'estate ma ormai sono presenti tutto l’anno. Le più “famose” per i nostri compagni a quattro zampe sono la “zecca bruna” e la “zecca dei boschi” (rispettivamente Rhipicephalus sanguineus e Ixodes ricinus). Possono sopravvivere sull’ospite nutrendosi per molto tempo e sono vettori di patogeni che causano diverse malattie come la borreliosi, l’ehrlichiosi, le febbri da rickettsia, la babesiosi e l’encefalite virale. I sintomi variano a seconda della patologia e possono essere piuttosto gravi se non se ne riconosce in tempo la presenza: letargia, perdita dell’appetito, dolori muscolari, febbre e anche zoppia. E’ importante sapere come rimuovere una zecca: bisogna stare attenti ad estrarre anche il rostro, ovvero la parte dell'apparato buccale che perfora la cute per aspirare il sangue. La zecca va presa proprio nel punto in cui ha penetrato la pelle e non bisogna schiacciarla ma ruotarla. Ci sono delle pinzette apposite per compiere questa operazione ma è sempre meglio rivolgersi al veterinario di fiducia per chiedere assistenza nel rimuoverle.

Acari – Come le zecche, appartengono alla classe degli aracnidi. Nel cane i più conosciuti sono il Demodex canis che si riproduce nei follicoli piliferi e che può portare alla rogna demodettica o “rogna rossa” e Sarcoptes scabiei canis che provoca la rogna sarcoptica, ovvero la scabbia che è trasmissibile anche all’uomo. C’è anche un altro ospite sgradito che infesta i cani e si chiama Otodectes cynotis, noto come “acaro dell’orecchio”: provoca la rogna otodettica che colpisce i soggetti giovani e che si stanzia nel condotto uditivo esterno. Gli acari si localizzano nelle zone in cui il pelo è corto ma possono colonizzare tutto il corpo, dalla testa fino agli arti. Il sintomo più evidente della loro presenza è il prurito e il conseguente grattamento.

Mosche – Una mosca, in particolare, è nemica dei cani: si chiama Stomoxys calcitrans ed è nota anche come “mosca canina”. E’ un insetto ematofogo della famiglia dei ditteri, succhia il sangue dei mammiferi, infatti è chiamata anche “mosca delle stalle”. Gli esiti della sua presenza comportano irritazioni della cute, ulcere, croste e fino ad arrivare alla dermatite necrotica. Primavera e estate sono le sue stagioni e il pasto di sangue viene compiuto sia dalle femmine che dai maschi nel momento della puntura che è dolorosa. Per capire se il nostro amico è stato punto bisogna osservare alcune zone, visto che la mosca attacca le parti in cui la cute è più sottile: tra le cosce, le punte delle orecchie e del naso e anche sul collo.

Flebotomi – Il significato del nome di questi ditteri già non è foriero di buone notizie: “tagliatori di vene”. Presenti nelle zone tropicali e subtropicali, sono diffusi anche nell’area mediterranea e la conseguenza più tristemente nota per i cani è la leishmaniosi, causata da un protozoo. Si chiamano anche "pappataci" e pure in questo caso il nome descrive il comportamento. Quando pungono, infatti, sono molto silenziosi: quando fa la “pappa”… “tace”. Simili alle zanzare, hanno il corpo ricoperto di peli e preferiscono agire al crepuscolo. La Leishmaniosi spesso è asintomatica ma per riconoscerla si può osservare se il cane ha in zone localizzate una forma di dermatite che non provoca prurito ma con la presenza di forfora, con o senza perdita di pelo. Può accadere che ci sia una crescita anomala delle unghie e, in casi più gravi, il cane ha anemia, febbre, epistassi e cachessia, ovvero lo vedrete spossato e deperito (“sindrome da deperimento”).

Zanzare – Non sono loro direttamente le nemiche del nostro migliore amico ma sono portatrici di un parassita che si chiama Dirofilaria immitis e che causa la filariosi cardiopolmonare. Si tratta di un verme filiforme che si insinua nel cane dopo il morso della zanzara. L’ attacco da parte dell’insetto avviene soprattutto in primavera, estate e autunno, sempre per l’aspetto climatico, ma bisogna stare attenti tutto l'anno. I sintomi riconoscibili sono la stanchezza e anche lo scarso appetito da parte del cane. La filariosi porta a conseguenze anche gravi come l’insufficienza cardiaca.

Prevenire è meglio che curare, con cosa proteggere i nostri cani

Dopo questo excursus, a maggior ragione, è bene essere pronti: ora che si conoscono i nemici, si possono combattere. Quello che abbiamo descritto, infatti, è il modo in cui questi parassiti vivono e per evitarli non c’è altro da fare che proteggere i nostri cani con prodotti che consentono di creare un vero e proprio scudo. Ci sono collari, spray, compresse e spot-on o pipette. Di queste ultime, in particolare, si trovano in commercio delle tipologie con una formulazione che consente di tutelare il cane da tutti i parassiti esterni che abbiamo descritto in precedenza. E’ bene infatti usare un dispositivo medico che contiene tre principi attivi per preservare il pet: dinotefuran, piriproxifene e permetrina. Il prodotto ha un’azione repellente e, di conseguenza, fornisce un’ampia protezione contro i principali parassiti esterni. Grazie all’applicatore, il prodotto è semplice da utilizzare su tutta la cute con un’applicazione che ha un effetto di 1 mese e che fa sì che questi parassiti muoiano quando entrano in contatto con il nostro pet, senza poterlo pungere. Importante è scegliere il dosaggio giusto del prodotto in base al peso corporeo del cane.

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