Si inquadra con un gattino privo di un occhio e poi lo lancia in uno strapiombo. È il video realizzato da un giovanissimo di Benevento, in Campania, che in breve tempo ha poi fatto il giro delle chat di Whatsapp.
Nel video si vede il ragazzo, appena 18enne, mentre tiene tra le mani un gattino bianco e grigio privo di un occhio. Apparentemente rattristato dalla situazione del gatto il 18enne esclama: «Poverino, è malato… Va be», per poi lanciare il micio oltre lo strapiombo.
Si tratta di immagini agghiaccianti che pur essendo accessibili in Rete non troverete su Kodami perché nulla aggiungono rispetto a quanto scritto, e per non mostrare atti di sopruso e violenza su qualsiasi essere vivente.
Il giovane una volta resosi conto della fortissima eco generata dal suo video ha poi spiegato attraverso il suo profilo Instagram che «si è creato un enorme polverone sull'accaduto e sulla notizia in cui ci sono io, tengo a precisare per disinformazione e mancata conoscenza dell'accaduto. Il video era vero fino al momento "del lancio", in cui era stato fatto un edit e fatto girare tra amici per puro scherzo, ma purtroppo è diventato un telefono senza fili dove la versione è stata giustamente fraintesa e la situazione completamente degenerata. Inoltre già si sta provvedendo per la situazione».
Le principali associazioni di tutela animale, a cominciare dalla Lndc Animal Protection, dall'Enpa, e dall'Oipa, hanno fatto sapere attraverso Kodami di aver già avviato le procedure per sporgere denuncia in modo da appurare la verità sul video e sul suo autore. Un aspetto che starà alla magistratura chiarire, ma che non rende meno terribile questa vicenda: cosa spinge un giovane a realizzare un prodotto simile? E perché inviarlo poi a scopo goliardico agli amici?
La presidente della Lndc Piera Rosati ha commentato: «La magistratura dovrà accertare i fatti e punire questo gesto inquietante. Il fatto che i giovani pensino che la crudeltà sugli animali sia divertente o sia una cosa di cui vantarsi è davvero preoccupante. Se il video sia reale o meno lo deciderà la magistratura a fronte della denuncia che abbiamo presentato. Ovviamente, se fosse tutto vero, si tratterebbe di un comportamento gravissimo e inquietante che deve essere severamente punito. Questi gesti di crudeltà verso gli animali compiuti da ragazzi giovani sono particolarmente allarmanti e sintomo di una psiche deviata, che rappresenta un serio pericolo per altri animali e anche per gli esseri umani. Allo stesso tempo, quand’anche si trattasse di un montaggio, il gesto sarebbe comunque molto grave perché potrebbe innescare meccanismi emulativi in altri ragazzi. Resta in ogni caso agghiacciante che per molti giovani, vista la quantità di video di questo tipo che spesso circolano sul web, la violenza sugli animali sia qualcosa di cui ridere o di cui vantarsi con i propri coetanei e viene da chiedersi dove siano le famiglie e che tipo di educazione stiano impartendo alle nuove generazioni. Giustificare o derubricare questi comportamenti come semplici ragazzate è inaccettabile e pericoloso».
Secondo il Rapporto Zoomafia 2022, sono 24 i procedimenti nel 2021 aperti dalle Procure presso i Tribunali per i Minorenni, per un totale di 32 indagati. Rispetto al 2020, si registra una variazione del +45% dei procedimenti contro i minori. Lo specchio di questo fenomeno è proprio il web, come aveva spiegato a Kodami il criminologo Ciro Troiano, autore del rapporto: «I numeri sono pochi e non danno una fotografia esatta del fenomeno, per orientarci in questo caso è molto utile il monitoraggio dei social, che attraverso la condivisione di foto e video svela che il maltrattamento contro animali è molto diffuso».
I giovanissimi che commettono simili azioni purtroppo non rappresentano casi isolati, ma una percentuale in pericolosa crescita. Non serve scendere negli abissi del dark web per trovare numerose testimonianze, basta cercare nelle chat più frequentate dai giovanissimi per aprire un vero e proprio vaso di Pandora. Il fenomeno era già emerso questa estate, quando un gruppo di giovani di Polistena aggredirono un gatto mimando un rapporto sessuale e pubblicando poi il video sui social.
A denunciarli fu l'Enpa, che oggi fa sapere che tornerà in Tribunale anche per la vicenda di Benevento, come conferma a Kodami la presidente Carla Rocchi: «Vorremmo sapere cosa passa per la testa di un individuo simile. Forse il Tribunale è l'unico criterio educativo che un giovane che arriva a diffondere un contenuto simile può capire. È triste vedere quello che hanno fatto i social alla mentalità di alcuni ragazzi che per un like non si fermano davanti a niente, salvo poi impaurirsi quando arrivano a scontrarsi con le conseguenze dei loro gesti».
Il caso del neomaggiorenne di Benevento torna a dimostrare proprio come il maltrattamento animale sia legato a un immaginario dove la virilità viene fatta coincidere con la violenza.