La tigre è il felino più grande del mondo, ma la sua maestosità e forza non sono bastate nel momento in cui il suo habitat è andato via via diminuendo per colpa delle attività umane. Le popolazioni di questa specie in India hanno subito un drastico calo demografico, così il paese ha attuato delle strategie di conservazione per proteggere la tigre dall'estinzione che stanno funzionando. Ora però, secondo un nuovo studio recentemente pubblicato su Nature Ecology & Evolution, considerando che le tigri sono una specie ombrello, continuare a proteggerle vuol dire anche tutelare le foreste e combattere i cambiamenti climatici.
Tre quarti delle tigri selvatiche (Panthera tigris) del mondo vivono in India ma dal 1947, anno in cui il paese ottenne l'indipendenza, il numero di esemplari scese da 40.000 a 1.500. Era quindi necessario fare qualcosa per salvarle e così il governo ha designato ben 52 riserve per le tigri in cui il disboscamento e la deforestazione sono stati fortemente regolamentati, azione che ha permesso a questi splendidi felini di riconquistare parte del loro areale perduto e tornare così a prosperare. Attualmente, infatti, il loro numero si aggira intorno ai 3.000 esemplari.
In un contesto del genere si è creato però un ulteriore risvolto positivo. È bene ricordare che le foreste sono importantissime per la salute Pianeta, in quanto rappresentano un vero e proprio deposito di carbonio, poiché assorbono enormi quantità di anidride carbonica dall'atmosfera rilasciando nell'aria l'ossigeno, processo che aiuta a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Se si considera che l'India è il terzo più grande emettitore mondiale di gas serra, questo aspetto diventa particolarmente importante.
Salvaguardando la tigre, quindi, si è evitata anche la deforestazione di alcune aree del paese e tale azione, a sua volta, ha garantito la conservazione di tantissime altre specie che popolano questi ambienti. In tal senso, questo meraviglio felino viene quindi considerata una specie ombrello, poiché proteggendola aiuta a tutelare anche tutti gli esseri viventi ad essa interconnessi.
Proprio per questo, un gruppo di studiosi ha investigato anche sull'eventuale esistenza di una connessione tra la conservazione della tigre e le emissioni di carbonio. Hanno così messo a confronto le aree in cui vi è una forte deforestazione e quelle in cui, grazie alla presenza delle tigre, questo fenomeno è in recessione. Dall'analisi dei dati è emerso che all'interno delle riserve quasi 6.000 ettari sono stati strappati alla deforestazione tra il 2007 e il 2020. E ciò equivale a più di un milione di tonnellate di emissioni di carbonio evitate, stima lo studio.
Le belle notizie non sono però finite. Grazie all'istituzione di queste zone in cui le foreste hanno potuto prosperare tranquillamente, l'India ha risparmiato più di 92 milioni di dollari, poiché non sono stati necessari interventi per la compensazione dei gas serra rilasciati in atmosfera. «I vantaggi finanziari derivanti dall'evitare le emissioni di carbonio sono più di un quarto della spesa annuale per la conservazione della tigre in India», ha spiegato Aakash Lamba, ricercatore presso la National University of Singapore e autore principale dello studio. «Questo risultato significativo evidenzia come gli investimenti nella conservazione della fauna selvatica non solo proteggano gli ecosistemi e la biodiversità, ma avvantaggino anche le società e le economie». Una buonissima notizia si per la tigre che per la lotto contro la crisi climatica.