Decine di incidenti che si verificano sulle strade italiane coinvolgono non soltanto esseri umani, ma anche animali: colpiti da auto in corso su strade scarsamente illuminate, travolti da auto lanciate ad alta velocità che non fanno in tempo a frenare o evitarli, uccisi sul colpo o feriti gravemente e poi fuggiti senza possibilità di soccorso. È il fenomeno del cosiddetto “roadkill”, che negli ultimi anni ha assunto proporzioni sempre più ampie e preoccupanti, mietendo vittime soprattutto tra gli animali selvatici: dalle volpi ai tassi passando per lupi, orsi e cavalli (nei giorni scorsi un cavallo selvaggio della Val d’Aveto, in Liguria, è stato travolto da un automobilista ed è morto sul colpo), le strade rappresentano un pericolo mortale per moltissime specie.
La stragrande maggioranza degli animali selvatici resta coinvolto in incidenti mentre si sta spostando verso luoghi in cui nutrirsi o riprodursi. Le strade infatti sempre più spesso tagliano i territori passando attraverso gli habitat di molte specie, che sono costrette ad attraversarle per cercare cibo o per altre necessità primarie. Proprio per cercare di mettere un freno a queste morti e tutelare l’incolumità non solo degli animali (che spesso hanno la peggio) ma anche degli essere umani, i Comuni che fanno parte della Comunità Montana Valli del Verbano hanno lanciato già nel 2016 il progetto Roadkill, realizzato con l’Istituto Oikos e la Fondazione Cariplo, che alla segnaletica apposita ha aggiunto recentemente la possibilità di segnalare tramite app la presenza di animali selvatici su strada.
App e segnaletica apposita per proteggere gli animali
L’iniziativa coinvolge 32 comuni delle valli del Verbano, comprensorio in provincia di Varese, situati in prossimità della Strada Statale 394 che collega l’Italia alla Svizzera, e ha previsto l’installazione di impianti anticollisione in corrispondenza dei corridoi ecologici dove si registra il maggior numero di incidenti e anche la realizzazione di interventi per tutelare lo spostamento di rane e rospi in migrazione riproduttiva. La tecnologia impiegata usa sensori di velocità e rilevatori termici e di movimento che si attivano nel caso in cui un animale stia per attraversare la strada nel momento in cui sta sopraggiungendo un veicolo a velocità elevata: se non rallenta si attiva un allarme sonoro che scoraggia l’animale, riducendo il rischio d’impatto.
Il progetto è stato recentemente implementato nell’app che la Comunità Montana Valli del Verbano utilizza per la gestione di tematiche di protezione civile. Tra le varie sezioni dell’app è stata inserita dunque anche quella “Roadkill”, che consente di segnalare animali a bordo strada o incidenti che li coinvolgono. L’obiettivo è duplice: da un lato prevenire gli incidenti o consentire l’intervento in tempi brevissimi, dall’altro mappare il territorio per capire dove si verifichino con maggiore frequenza.
L’app è disponibile per sistemi Android e iOS, e la Comunità ha invitato i cittadini a scaricarla per assicurare la maggiore efficacia possibile: uno strumento che diventerebbe ancora più efficace se diffuso su larga scala e se venisse associato alla creazione dei cosiddetti "corridoi faunistici", attraversamenti protetti che consentirebbero agli animali di passare in sicurezza oltre le barriere costruite dall'uomo, strade comprese. Recentemente in Trentino, regione che fa i conti con i sempre più numerosi incidenti che coinvolgonoin particolare modo gli orsi, il consigliere Filippo Degasperi ha proposto una mozione per la realizzazione di corridoi faunistici che riducano il numero degli investimenti di animali lungo le arterie stradali. La giunta però, ha bocciato la proposta.
Roadkill, un fenomeno ancora sottovalutato
«La sicurezza su strada è un diritto di tutti – spiegano dalla Comunità Montana Valli del Verbano – E tutti possiamo contribuire ad aumentarla». Il fenomeno del roadkill – termine inserito anche nel dizionario di Cambridge – è d’altronde diventato sempre più d’attualità via via che gli insediamenti umani hanno invaso gli ecosistemi e gli habitat animali.
In Italia non è mai stato realizzato uno studio completo, anche se qualche mese fa l’Asaps, l’associazione Amici Polizia Stradale, ha firmato quella che a oggi è una delle uniche rilevazioni disponibili, affrontata comunque non dal punto di vista degli animali che hanno perso la vita ma delle vittime umane.
L’associazione ha preso in esame il 2020, constatando 157 incidenti significativi (l’Osservatorio considera solo quelli con persone ferite o decedute) col coinvolgimento di animali, 138 dei quali hanno coinvolto un animale selvatico. Sulla totalità degli incidenti, 118 sono avvenuti di giorno e 39 di notte, 151 su rete ordinaria, 6 su autostrade e strade extraurbane principali. Al primo posto negli incidenti gravi con investimenti di animali c’è la Lombardia (17), seguono l’Emilia Romagna con 15, Piemonte 14, Abruzzo 13, Campania 12, Marche 11, Toscana e Liguria con 10, il Veneto, Lazio e la Sardegna con 8, Sicilia 7, Molise 6, Puglia 5, Trentino, Umbria e Friuli 4, Calabria 1.
Per il 2021 sono a disposizione invece dati parziali, ma solo nei primi sono stati registrati 76 incidenti significativi col coinvolgimento di animali, il 20% in più rispetto allo stesso periodo del 2020, 70 dei quali con animali selvatici; 64 sono avvenuti di giorno, 12 di notte, 72 incidenti sono avvenuti sulla rete ordinaria e 4 nelle autostrade e extraurbane principali.
Al primo posto negli incidenti gravi con investimenti di animali ancora la Lombardia insieme con il Lazio, con 11 sinistri, segue la Toscana con 10, l’Emilia Romagna con 8, le Marche con 7, la Campania con 4, Liguria, Piemonte, Puglia, e Veneto con 3, Friuli V.G., Molise, Sardegna, Sicilia e Umbria con 2, Abruzzo, Basilicata e Calabria con 1.