Sei incontri online a partire dal primo di marzo per approfondire il mondo dei combattimenti clandestini tra animali rivolti a medici veterinari, educatori cinofili, forze dell’ordine, operatori di canili e rifugi e a tutti coloro che vogliono conoscere e capire meglio un fenomeno tanto crudele quanto diffuso in tutti i Paesi.
È il nuovo capitolo del progetto “Io non combatto” voluto e organizzato dalla Fondazione Cave Canem e dalla sezione italiana di HSI Humane Society International perché per poter intervenire nel tentativo di debellare questo fenomeno è fondamentale imparare a intercettarne i segnali sul territorio. Solo a quel punto è possibile tentare di riabilitare gli animali maltrattati sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Federica Faiella, fondatrice di Cave Canem, e Martina Pluda, direttrice di HSI Italia, hanno lavorato insieme per riunire un gruppo di esperti sull’argomento. È nato così un percorso formativo, al quale si può aderire gratuitamente iscrivendosi online sul sito del progetto, in cui esperti internazionali da FBI, professori e ricercatori universitari, rappresentanti di associazioni del territorio e veterinari ed educatori esploreranno diversi aspetti del fenomeno. Dall’inquadramento in ambito internazionale, a quello normativo e giuridico in ambito italiano, dai protocolli operativi da applicare in caso di sequestri giudiziari ai percorsi di recupero e inserimento in contesti familiari degli animali coinvolti, fino al collegamento con la devianza minorile e al fenomeno del link.
«Ho avuto modo di lavorare al fianco di molti dei docenti coinvolti, insieme abbiamo condotto operazioni sul campo e realizzato progetti davvero impegnativi; ho potuto apprezzare le loro capacità e il bagaglio esperenziale che metteranno a disposizione dei partecipanti – afferma Federica Faiella Vicepresidente FCC – si tratta di professionisti impegnati in ambito nazionale e internazionale nella difesa dei più deboli: animali e persone. Interverranno infatti anche esperti di medicina forense, criminologia e devianza giovanile».
Il fenomeno dei combattimenti clandestini
I combattimenti fra animali sono un fenomeno criminale sommerso, di portata nazionale e internazionale che coinvolge diverse specie animali, tra cui i cani. In Italia è un reato punito dall’art. 544 quinquies del Codice penale.
Le razze di cane maggiormente usate sono quelle della famiglia dei molossoidi – Alano spagnolo, Pitbull, Boxer, Bulldog americano, Cane Corso, Mastino Inglese, Brasiliano o Napoletano, Pastore dell’Asia Centrale, Rottweiler, Shar Pei ed altre – addestrate per diventare vere e proprie armi da combattimento fino alla morte. Il coinvolgimento in queste attività causa gravi danni fisici e psicologici ai cani allenati per combattere. A subire immense crudeltà sono anche i cosiddetti “sparring partners”, ovvero animali come cani, gatti, cinghiali e uccelli domestici, usati per l’addestramento brutale dei combattenti.
Sei giornate di incontri, gratis, sul web
Sei incontri di due sessioni ciascuno che inizieranno il primo marzo (dalle 13:00 alle 14:00 e poi 14:00 – 15:00) con un Inquadramento del fenomeno dei combattimenti clandestini tra cani in ambito nazionale grazie all’intervento del Generale Massimiliano Conti Comandante del Raggruppamento Carabinieri CITES a cui seguirà un inquadramento normativo introdotto da Alessandro Fazzi, consulente esperto in materia di tutela giuridica degli animali.
«Il progetto è nato dalla volontà di unire i punti di forza delle nostre due realtà: l’operatività e il network internazionale di HSI e l’esperienza diretta in ambito di recupero comportamentale di cani considerati pericolosi di FCC – spiega Martina Pluda direttrice per l’Italia di HSI. – Abbiamo voluto dare vita a un progetto che potesse creare valore aggiunto e generare un impatto concreto sia dal punto di vista della diffusione di strumenti e conoscenze specifiche, con le attività di formazione, sia dal punto di vista operativo, con le attività di salvataggio e riabilitazione dei cani. Siamo fieri che da questa unione si sia creato un progetto che oggi mette a disposizione dei cani, alleati ed esperti provenienti, ad esempio, da Carabinieri e FBI».
Gli esperti coinvolti: dai Carabinieri Forestali agli etologi, dai veterinari al dog trainer
Si proseguirà poi l’8 marzo con gli interventi dei Carabinieri Forestali sui protocolli operativi in occasione di sequestri giudiziari di animali, con particolare riferimento a casi di animali coinvolti nei combattimenti, e del professore di patologia generale Orlando Paciello dell’Università degli Studi di Napoli Federico II sugli esami necroscopici, sulle analisi e la valutazione delle ferite da combattimento.
Le giornate del 15 marzo avrà come argomenti l’etologia e il benessere animale, con Enrico Moriconi, consulente in Etologia e Benessere animale e Garante per i diritti degli animali della Regione Piemonte e con Manuela Michelazzi, direttore sanitario del Parco Canile e Gattile del Comune di Milano.
Il 22 marzo il focus sarà sull’addestramento/allenamento di cani coinvolti nei combattimenti e a parlarne sarà Giada Alessandroni della Società Italiana di Criminologia, mentre a parlare del recupero comportamentale e gestione responsabile nella pratica (case studies) sarà Mirko Zuccari Dog Trainer Manager della Fondazione CAVE CANEM.
Il 30 marzo sarà la volta dell’inquadramento del fenomeno rispetto al problema zoonosi legato al commercio di animali domestici e ne parleranno Paolo Zucca, dirigente veterinario, e Lead Partner del Progetto Biocrime, della direzione centrale salute, politiche sociali e disabilità della Regione Friuli-Venezia Giulia. Nel pomeriggio ultima sessione dalle 14:00 alle 15:00 dedicata all’inquadramento del fenomeno rispetto al problema della devianza minorile. A parlarne sarà Fiammetta Trisi, dirigente del Centro per la Giustizia Minorile per il Lazio, l’Abruzzo e il Molise.
Il 5 aprile la giornata internazionale con esperti investigativi e agenti FBI specializzati
Internazionale la giornata del 5 aprile ma fruibile anche in italiano con traduzione simultanea per i relatori stranieri. A parlare del fenomeno dei combattimenti clandestini tra cani in ambito internazionale sarà Janette Reever, Program Manager Animal Crimes and Investigations per Humane Society International, considerata una delle maggiori esperte statunitensi sui combattimenti tra cani e dei loro legami internazionali, che ha formato oltre 6.500 agenti delle Forze dell’Ordine e ha 23 anni di esperienza sul campo e nelle aule di tribunale. Un approfondimento sull’operatività e le indagini nei casi di animali coinvolti nei combattimenti negli Stati Uniti arriverà invece da Michael Harris, ex-agente del Federal Bureau of Investigation (FBI) che ha partecipato ad uno dei casi più importanti degli Stati Uniti che ha visto 367 cani coinvolti.
I sei Pitbull recuperati e affidati a “Io non combatto” stanno cominciando a uscire dal tunnel
Intanto, grazie al progetto “Io non combatto” sei cani da combattimento sono stati salvati dalle Forze dell’ordine a affidati ad un centro per il recupero. La Fondazione Cave Canem e HSI Italia hanno infatti accolto sei pitbull recuperati casualmente durante un’indagine nel salernitano. Dopo il trasferimento a Roma, è iniziato per loro un percorso di recupero che già sta cominciando a dare i primi risultati.
«I cani addestrati per i combattimenti vengono da un contesto di brutalità dove o combattono o sono uccisi – spiega Janette Reever – È importante capire che i combattimenti tra animali sono un problema globale. Ci sono legami diretti con lo spaccio di droga, atti di violenza, traffico di armi, di esseri umani. Sono molte le persone coinvolte e anche con la pedo-pornografia che viene riscontrata in grand quantità nelle indagini sui combattimenti. È importante capire che questi animali sono le vittime e che dobbiamo fare tutto il possibile per fermare questa violenza». «Dopo il salvataggio dei primi 6 cani vittime di questo terribile fenomeno – conclude Federica Faiella – sono convinta che questo ciclo di incontri formativi permetterà di dare ancora più concretezza ai nostri intenti: riportare l’attenzione sul tema, trasmettere competenze e conoscenze, contrastare un fenomeno aberrante che non ammette giustificazione alcuna e che va estirpato alla radice».