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7 Giugno 2022
18:31

Procida, quanti sono i gatti che vivono nella Capitale della cultura 2022?

Procida si conferma l'isola dei gatti: ma la nuova sfida della Capitale della Cultura 2022 è creare sinergia tra amministrazione pubblica e cittadini per favorire il benessere degli animali e la definitiva affermazione culturale dell'isola.

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gatto procida

«Procida può essere considerata una metafora di tanti luoghi, di tante amministrazioni, di tante comunità che hanno riscoperto l’entusiasmo e l’orgoglio del loro territorio e che con questo titolo vogliono costruire un riscatto importate per le proprie terre». È questa la motivazione che ha incoronato Procida Capitale della Cultura 2022.

A poco meno di due mesi dal 9 aprile 2022, data dell'inaugurazione del calendario di eventi, Procida ha registrato numeri record per l'afflusso turistico: circa 100mila visitatori, secondo quanto fatto sapere dall’amministrazione comunale. Un numero tanto strabordante rispetto ai circa 2.500 posti letto dell'isola partenopea, che ha dovuto essere in parte dirottato su altri Comuni limitrofi sulla terraferma.

Ogni giorno dai porti di Pozzuoli, Monte di Procida, Napoli, si mettono in viaggio bus del mare carichi di turisti provenienti da tutto il mondo, ansiosi di conoscere  la meno mondana delle tre isole sorelle del Golfo di Napoli: Capri, Ischia e Procida.

Chi arriva a Procida, pensa di conoscere questa "Isola di Arturo", resa immortale grazie dal romanzo di Elsa Morante, ma pochi ne conoscono l'essenza profonda: quella di isola dei gatti. La relazione che i procidani hanno con i felini è di lunghissima data e dura tutt'oggi. Kodami l'ha raccontata nel video-reportage realizzato sull'isola che ha indagato l'origine di questo legame e i suoi effetti sulla quotidianità degli abitanti che se ne prendono cura.

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Oggi migliaia di persone provenienti dall'Italia e dall'estero, spinte dalla notorietà acquisita grazie al riconoscimento del Ministero della Cultura, fanno il loro ingresso nell’ecosistema di Procida. Uno sconvolgimento positivo per l'economia isolana che può avere un impatto sul benessere della sua particolare comunità animale, soprattutto se non si conosce la situazione delle colonie feline.

I gatti di Procida, adottati da pescatori e cittadini fin dal tempo del re Carlo III di Borbone, sono ormai organizzati in vere e proprie colonie: non è raro vedere gruppi di animali di ogni età e dimensione raggruppati lungo la Marina Corricella, il borgo marinaro più bello e antico di Procida.

Corricella, Procida gatti
La Marina Corricella, Procida

È proprio qui che proliferano le colonie feline, realtà ancora sconosciute a moltissime persone. Per vedere la quantità degli animali che le abitano basta recarsi proprio nei luoghi più famosi come la Corricella o alla spiaggia di Chiaiolella dove in gruppetti si avvicinano ai bagnanti, sembrando quasi superare il numero di nuovi turisti. Ma quali sono i dati attuali relativamente alla popolazione felina dell’isola?

I gatti di Procida: i numeri dell'Asl

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«Dalla disamina delle 38 colonie feline registrate nella Banca dati regionale degli animali d'affezione (Bdu) si evince un numero totale di 623 gatti», spiega a Kodami Anna Maria Cozzolino, responsabile dell'Unità operativa semplice dell'Ospedale Veterinario e Randagismo dell'Asl Napoli 2 Nord.

Un numero quasi doppio rispetto a quello dei gatti di colonia sterilizzati: «La nostra Asl ha sterilizzato e censito mediante l'applicazione del microchip un totale di 362 gatti, di cui 64 solo quest'anno», sottolinea Cozzolino.

«Il numero di gatti per colonia è presunto, perché comunicato dal referente della colonia e indicato anche attraverso una apposita modulistica – spiega la responsabile dell'Asl – Tramite una procedura introdotta dal mio ufficio abbiamo fatto sì che la polizia municipale vigili sul numero effettivo di gatti presenti nella colonia. Ma rimane il problema delle sterilizzazioni: si tratta di un obbligo di legge pensato proprio per evitare l'eccessiva proliferazione dei felini domestici».

Le femmine di gatto sono poliestrali stagionali, ciò significa che diventano feritili più volte durante l'anno, soprattutto se molto nutrite, come accade alle gatte procidane. Questo, però, è ben lontana dall'essere una situazione favorevole al loro benessere: «Molti felini liberi significa più lotte per l'accesso alle risorse, più zuffe tra maschi per le femmine, e anche la rapida proliferazione di malattie virali capaci di decimare una intera comunità di gatti», rileva Cozzolino.

«Inoltre – aggiunge la responsabile – dato che la sterilizzazione avviene contestualmente alla microchippatura, si può tracciare una mappatura della sanità animale molto precisa, e qualora dovesse diffondersi una malattia si può agire in ottica di prevenzione conoscendo l'esatta situazione degli animali sul territorio e anche la loro posizione, non a caso il nostro dipartimento è proprio di Prevenzione».

Come ci hanno raccontato le volontarie referenti di colonia nel corso del viaggio di Kodami a Procida, le difficoltà nella sterilizzazione di gatti delle colonie è legata soprattutto al costo, in termini economici e di tempo, di un viaggio nella vicina Ischia.

Cozzolino, al contrario del Comune procidano, rifiuta però l'idea che la distanza dall'ambulatorio veterinario abbia agito da deterrente alle sterilizzazioni: «Un referente di colonia, quando diventa tale si assume una responsabilità precisa: farlo non è un diritto ma un'azione che comporta l'assunzione di una serie di oneri ai quali bisogna adempiere, dato che la sterilizzazione è un obbligo di legge per i gatti delle colonie».

Tuttavia, la possibilità di una convenzione tra Asl Napoli 2 Nord e il Comune di Procida per rendere più agevole l'accesso alla sterilizzazione è caldeggiata anche dalla referente dell'Asl: «Speriamo che la convenzione per l'ambulatorio vada a buon fine. È un progetto di cui con l'amministrazione comunale parliamo da tempo e che per realizzarsi pienamente ha bisogno prima di un'azione di concerto tra istituzioni e privati, e in seguito, soprattutto della responsabilizzazione dei cittadini referenti».

Il Comune: «Con l'Asl lavoriamo a un ambulatorio veterinario sull'isola»

La popolazione felina è attenzionata anche dal Comune guidato dal sindaco Dino Ambrosino. Su impulso della Asl Napoli 2 Nord, l'amministrazione ha fatto istallare una apposita cartellonistica volta a segnalare la presenza delle colonie feline e a indicare le corrette norme di comportamento da tenere quando ci si trova in loro prossimità.

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Cartellonistica a tutela delle colonie feline di Procida

«L'isola è storicamente legata ai gatti, fin dal tempo dei Borboni. E oggi non mancano tanti volontari, grazie ai quali le colonie feline sopravvivono in sicurezza, ma per garantire ancora un maggiore benessere abbiamo pensato a informare turisti e cittadini rispetto all'etologia di questi animali», commenta a Kodami l'assessore comunale con delega agli Animali, Antonio Carannante.

I prossimi passi per aumentare concretamente il benessere degli animali sono già nell'agenda del Comune: «Vogliamo dare un contributo ai referenti delle colonie feline per l'acquisto del cibo, dato che al momento la spesa grava interamente su di loro. Inoltre, di concerto con la Asl Napoli 2 Nord stiamo per realizzare un ambulatorio dove effettuare le sterilizzazioni, per evitare il viaggio dei volontari fino alla vicina isola di Ischia», afferma Carannante.

«Vogliamo allontanare l'idea della colonia felina come luogo in cui tutti possono andare a portare da mangiare, o addirittura prendere i gatti della colonia – prosegue l'assessore – Per noi è importante che tutti siano informati rispetto a questi temi. È proprio attraverso la corretta informazione dei cittadini che dopo il picco registrato negli anni Settanta, se oggi a Procida non ci sono più cani randagi».

«La Capitale della Cultura è stato un grande acceleratore per processi che erano già in atto nella nostra comunità: siamo sempre stati una località turistica, ma mai un riferimento per la movida o per il divertimento "mordi e fuggi" – commenta Carannante – E oggi, anche nel boom di presenze, possiamo contare su un turista molto rispettoso, interessato alla storia, alla natura, e anche ai gatti!».

Una simpatia evidente e reciproca soprattutto all'interno del vasto tenimento agricolo di Palazzo d’Avalos, l'ex carcere dell’isola, oggi aperto al pubblico: «Ho l'occasione spesso di toccare con mano come i gatti della colonia felina censita all'interno del tenimento suscitino le simpatie di turisti sempre accorti e quasi mai invadenti. Gli amanti degli animali sono in aumento per fortuna, e questo è indice della statura di una vera capitale della cultura italiana», conclude Carannante.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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