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29 Gennaio 2023
9:25

Primo salvataggio “post schiusa” dell’anno in Salento: è una giovane tartaruga caretta

Freddo e mareggiate: condizioni difficili per molte giovani tartarughe che vanno in difficoltà e finiscono spiaggiate. Qualcuno, però, si preoccupa di salvarle.

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È poco più piccola del palmo di una mano. Probabilmente ha appena sei mesi di vita. Una piccola tartaruga caretta caretta è stata salvata sulle coste salentine dopo che si era spiaggiata a causa dell’abbassamento delle temperature e delle ultime mareggiate. A darne notizia è stato il Centro Recupero Tartarughe Marine di Calimera ed è la prima registrata in questa stagione invernale. Non c’è da preoccuparsi, però. Si tratta di un fenomeno abbastanza comune, regolarmente registrato ogni anno da quando questi rettili hanno scelto le coste pugliesi per far nascere i propri piccoli.

Per fortuna a salvare la vita a queste giovanissime tartarughe ci pensano i Seaturtle Watcher, il gruppo di volontari che collabora con il centro e che provvede al recupero degli esemplari in difficoltà. Solo lo scorso anno, per intenderci, in questo periodo erano già una ventina le tartarughe soccorse e accolte per le cure dal Centro. A spiegarcelo è stato Simone Potenza, responsabile dei Seaturtle Watcher dell’area jonica: «Si tratta della prima della stagione – racconta a Kodami – fa parte di quelle tartarughe nate ad agosto che a causa dell’abbassamento temperature e delle condizioni avverse mare si spiaggiano».

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Simone Potenza dei Seaturtle Watcher con il personale della Guardia Costiera

In questa fase della loro vita i loro spostamenti non vengono monitorati. Per questo non è possibile affermare con certezza che queste tartarughe siano nate sulle coste pugliesi. Proprio su Kodami abbiamo parlato delle nidiate avvenute questa estate. È tuttavia immaginabile che dopo la schiusa si siano portate a largo per iniziare la propria vita che, ricordiamo, per una Caretta Caretta può durare circa 50 anni, con l’età adulta che viene raggiunta intorno ai 30.

Questa fase, invece, viene comunemente definita di post hatching, che vuol dire post schiusa, ed è attenzionata dai volontari proprio per le ragioni poc’anzi illustrate: «Ci arrivano segnalazioni delle persone che frequentano la spiaggia in inverno – ci dice Simone – il tempismo nell’intervento è fondamentale per far sì che la tartaruga sopravviva. Questa piccolina doveva essere in difficoltà da qualche giorno. Lo capiamo dalla presenza di alcuni crostacei presenti sul suo carapace. Accade che la tartaruga, col freddo, vada in ipotermia e non nuoti come dovrebbe. In questo modo viene trascinata dalla mareggiata che la porta a spiaggiarsi».

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A questo punto inizia una fase molto delicata, perché bisogna riprodurre in un acquario l’ambiente ideale per far crescere un esemplare di appena sei mesi per metterlo nelle condizioni di tornare al più presto in mare: «Solitamente è molto difficile farle sopravvivere in ambiente non naturale – continua a raccontarci – in museo, tuttavia, abbiamo un protocollo che ci ha fatto raggiungere nel 90% dei casi la sopravvivenza degli esemplari recuperati. Questo ottimo risultato è garantito dal fatto che fino a quando rimangono in museo, e cioè fino a quando non ritornano delle temperature adeguata, viene seguito un protocollo specifico. Per esempio vanno nutrite ad una ad una perché non sono abituate a mangiare in cattività. Vengono dati loro piccoli pezzi di pesce o dei gamberi».

Lo stesso Centro Recupero Tartarughe di Calimera ha fornito attraverso la sua pagina Facebook alcune indicazioni per chi dovesse imbattersi in una di queste tartarughe: «Vi raccomandiamo di prestare attenzione durante le vostre passeggiate in spiaggia – scrivono – in questo periodo è molto probabile rinvenire in spiaggia tartarughe di piccole dimensioni in difficoltà. Se ciò dovesse accadere, contattate immediatamente la Guardia Costiera al 1530 e attendete l'arrivo dei soccorsi posizionando l'animale in un contenitore senza acqua. L'acqua potrebbe infatti peggiorare la situazione a causa del freddo. Mettete l'esemplare in un posto riparato che abbia una temperatura leggermente superiore a quella esterna. Nella macchina va benissimo. Confidiamo nella vostra collaborazione».

Il responsabile dei Seaturtle Watcher Simone Potenza, infine, ha invitato gli amanti della natura ad avvicinarsi alla loro realtà: «Siamo sempre alla ricerca di nuovi volontari – ha concluso – oltre a questi interventi ci occupiamo anche del rinvenimento dei nidi in estate e per farlo servono sempre più persone. Chi vuole può contattarci tranquillamente tramite i social scrivendo alla pagina delCentro Recupero Tartarughe Marine di Calimera».

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Roberto Maggi
Giornalista
Sono nato a Bari nel 1985. Sono un giornalista, fotografo e videomaker. Amo raccontare storie di animali sia con le parole che con le immagini. Sono laureato in giurisprudenza e da anni seguo la cronaca locale in Puglia. Amo tutti gli animali, ma in particolar modo i gatti. Faccio spesso amicizia con loro quando viaggio con la mia moto.
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