Ha fatto discutere la notizia della prima "infertilizzazione" di un lupo-cane al Centro animali non convenzionali di Torino, nell'ambito di una campagna per la neutralizzazione riproduttiva di un branco di ibridi. L'intervento rientra nell'ambito del progetto Life WolfAlps, e il centro di Grugliasco è coinvolto per la parte clinica.
Quasi trecento commenti in due giorni da parte di chi, anche in buona fede, alla lettura del post pubblicato di Canc ha reagito forse troppo di pancia e valutato l'operazione come qualcosa di non naturale. Tra gli interventi anche quelli di biologi secondo cui i lupi-cani potrebbero essere parte dell’evoluzione intrinseca nella natura, sostenendo che anche le razze canine, ad esempio, siano frutto proprio di questi incroci. Ma ci sono, appunto, diversi "ma". A fare un po' di chiarezza sono intervenuti i veterinari della clinica e la nostra Federica Pirrone dottoressa veterinaria ed etologa membro del comitato scientifico di Kodami.
Cosa significa infertilizzazione?
"Infertilizzazione è il politicamente corretto di sterilizzazione?", chiosa qualche commentatore sui social. «No», spiegano senza esitazione dal Canc di Torino. «È il lasciare il pattern ormonale normale in modo che non venga alterato il comportamento e la gerarchia di branco. Si accoppiano normalmente ma l'atto non è fecondo».
Per la dottoressa Pirrone la definizione di infertilizzazione in realtà è impropria: «Quello a cui si vuol fare riferimento con questo termine è di fatto una vasectomia, ossia lo sbarramento della strada lungo cui viaggiano gli spermatozooi per formare il liquido seminale – spiega l’etologa – La conseguenza è la sterilità dell'individuo maschio oggetto di tale intervento, ove per sterilità si definisce proprio l'incapacità di riprodursi. Infatti questo è a tutti gli effetti un intervento di sterilizzazione (o contraccezione permanente). La differenza fisioetologica rispetto all'orchiectomia, asportazione dei testicoli, è che lascia intatta la libido, quindi la monta può avvenire. Ma l’individuo è sterile».
L'operazione avviene nell'ambito di LifeAlpsWolfs un progetto scientifico serissimo, gestito dall'Ispra su base europea. «L'interesse primario è la conservazione del lupo italiano – spiega l'etologa Federica Pirrone – Uno dei fattori che possono metterla in pericolo è l'ibridazione antropogenetica all’interno del genere Canis, che nel nostro territorio nazionale riguarda il lupo e il cane domestico, in particolare cani familiari vaganti o reinselvatichiti. Il rischio è il declino per Canis Lupus e l'insorgere di difficoltà nella convivenza stretta con le persone per Canis Lupus Familiaris».
Che cos'è l'ibridazione tra specie
Si parla di ibridazione quando due individui di specie o sottospecie geneticamente distinte si incrociano tra loro e la loro prole è fertile. In generale, l’ibridazione è un fenomeno naturale (ad esempio è comune nelle piante) e fa parte dei processi evolutivi, perché genera diversità.
Quando e perché diventa un problema? In sintesi, quando avviene per cause non naturali. Tecnicamente, come si legge sulle pagine del progetto LifeWolfs Alps si parla di “ibridazione antropogenica”, e si verifica quando specie o sottospecie vengono in contatto a causa di modifiche ambientali o contatti che non sarebbero mai avvenuti senza intervento umano. Per esempio le immissioni faunistiche di specie non autoctone (come l’ibridazione tra il cervo europeo e il cervo sika, che è giapponese) o con le forme domestiche di animali selvatici (e questo è il caso del lupo e del cane, ma anche lo stambecco e le capre).
L’ibridazione comporta una variazione genetica e questo può tradursi in un problema di conservazione, che porta a un declino della specie, quella del lupo, se l’ibridazione ha come effetto la perdita di capacitò di adattamento all'ambiente e dunque un conseguente calo demografico. fino, eventualmente, alla sostituzione dell'ibrido con la specie selvatica originale.
Ibridazione tra cane e lupo
Ma il cane e il lupo non appartengono alla stessa specie? Dirà qualcuno. Sì. a quella del Canis lupus ma la domesticazione dei cani è un processo millenario che ha portato a significative variazioni nell’aspetto, genetiche e comportamentali. Gli ibridi lupo-cane sono fertili e possono incrociarsi nuovamente con i lupi e quindi trasmettere caratteri non adeguati al ruolo ecologico del lupo, anche se, sottolineiamo, gli studi sull’aspetto ecologico-comportamentale sono molto scarsi.
Cattura, intervento e liberazione del primo lupo-cane ibrido
Venerdì 28 si è conclusa la prima infertilizzazione di un lupo-cane ibrido in bassa Valle di Susa, in provincia di Torino. La cattura risale alla sera quando il lupo è rimasto nelle trappole posizionate nel territorio di Villar Focchiardo all’interno del Parco naturale Orsiera Rocciavré. La cattura è prevista dalla campagna condotta dall’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, dalla Città Metropolitana di Torino, dall’Università di Torino e dal Centro Animali Non Convenzionali (Canc), volta al contenimento dell’ibridazione lupo-cane che è stata documentata in un branco della bassa Val di Susa.
L’animale catturato è presumibilmente un figlio della coppia formata da una femmina pura e da un maschio incrociato con il cane, dal manto insolitamente chiaro. L'animale catturato, avendo invece una colorazione del manto tipica, non è stato immediatamente identificato come ibrido, ma è stato ricoverato presso il Canc in attesa dei risultati delle analisi genetiche su un campione di sangue inviato all'Area per la genetica della conservazione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale a Ozzano dell’Emilia (Bo).
Grazie all’equipe coordinata dal professor Romolo Caniglia, in meno di 24 ore è stata certificata l’ibridazione e il giovane lupo è stato infertilizzato dai chirurghi del Canc. In serata, munito di collare satellitare applicato dall'Università di Torino, è stato liberato dai guardiaparco e dagli agenti della Città Metropolitana in una zona vicina al luogo di cattura.
Il “biondo” della Val di Susa
Nel mese di gennaio 2020, le attività di fototrappolaggio dei guardiaparco avevano permesso di individuare un lupo dal manto chiaro (ribattezzato “biondo”) all’interno del branco che gravita tra le montagne sulla destra orografica della bassa Valle di Susa.
Le caratteristiche morfologiche e fenotipiche insolite suggerivano che potesse trattarsi di un ibrido, cioè di un individuo figlio o nipote di un incrocio tra cane e lupo. La conferma è giunta durante il monitoraggio 2020/2021 quando le analisi genetiche di una fatta raccolta in zona hanno confermato la presenza dell’ibrido, proveniente da una cucciolata nata nell’alessandrino da una femmina incrociata. Poiché l’ibridazione del lupo è considerata una delle principali minacce alla conservazione della specie, dopo le opportune segnalazioni all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), i Parchi delle Alpi Cozie insieme alla Città Metropolitana di Torino e alla Regione Piemonte hanno predisposto la documentazione necessaria per inviare formale richiesta di cattura e infertilizzazione dell’ibrido.