Prestipino: «Abolire allevamenti intensivi e da pelliccia: il PD deve impegnarsi a farlo»

Nel programma del Partito Democratico pochissimo spazio al tema degli animali e della biodiversità. Ne parliamo con Patrizia Prestipino, deputata e candidata in questa tornata elettorale che punta all'abolizione della caccia e alla chiusura degli allevamenti intensivi.

25 Settembre 2022
8:20
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Intervista a Patrizia Prestipino
Deputata del Partito Democratico
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Nel programma del Partito Democratico, come emerso dalla nostra analisi in occasione dello speciale "La giungla delle elezioni" dedicato alle politiche 2022 del 25 settembre solo una volta compaiono le parole “animali” e “biodiversità”. Nessuna attenzione a queste tematiche, quindi, da parte della lista guidata da Enrico Letta se non in un generico riferimento.

Ne abbiamo parlato nell'intervista a seguire con Patrizia Prestipino, deputata del Pd e candidata anche in questa tornata elettorale.

Onorevole Prestipino, perché all'interno del programma del Partito Democratico l'attenzione al mondo animale non è particolarmente presente?

Il Partito Democratico ha delegato a me totalmente le politiche animaliste. Lo fa con un eccesso di fiducia ma, come dico io, con un difetto di operatività. Io lo faccio ben volentieri: in aula, nelle piazze, quando scrivo e ho carta bianca su tutto però è chiaro che da sola diventa tutto più complicato. Forte è stato il sostegno alla causa della collega Monica Cirinnà che ha una storia animalista riconosciuta ma ora però i diritti degli animali sono quasi totalmente sulle mie spalle. Ciò mi riempie di gioia e di orgoglio ma è diventato faticoso. Io ho fornito al partito i punti programmatici, anche molto ragionevoli, che erano una sintesi della mia opera di ascolto con tutte le associazioni animaliste e ne è stato fatto un ulteriore riassunto nel programma, anche per colpa del poco spazio che c'é per elencare tutti i temi fondamentali. Quindi abbiamo sintetizzato i concetti che specificano la contrarietà al maltrattamento e la necessità di sterilizzazione e le adozioni nel campo del randagismo.

Nel programma è scritto: "tutelare i diritti degli animali, rafforzare le funzioni per il contrasto al maltrattamento e potenziare le diffusione delle strutture di accoglienza". Perché il più grande partito della coalizione di centrosinistra non ha previsto un approfondimento su queste tematiche?

È chiaro che un grande partito popolare qual è il Partito democratico ha tantissimi temi di cui occuparsi: i diritti alla persona, il lavoro, il sociale, l'economia, i temi economici. Grazie al mio impegno sono però diversi anni che si comincia a interessare anche ai temi animalisti e non come se dovessero togliere qualcosa al resto. Ho spiegato ai miei colleghi che gli animali aggiungono, non tolgono. I loro diritti sono sacrosanti, perché sono esseri senzienti. Non solo fanno parte delle nostre famiglie e delle nostre comunità ma fanno parte del nostro ambiente, del nostro pianeta, del nostro ecosistema e quindi vanno rispettati e tutelati anche quelli che non vivono dentro casa ma sugli alberi, nelle tane, sottoterra e così via. Penso alla fauna selvatica, dunque, che è straordinaria e che va tutelata a 360 gradi. Ma bisogna arrivarci piano: il Partito Democratico sta facendo un percorso di avvicinamento a queste tematiche più specifiche e sono convinta che lo porterò in breve a comprendere anche quelle più complesse che non sono, diciamocelo, alla portata di tutti. Quando cominciamo a parlare degli allevamenti intensivi soprattutto bisogna saperli spiegare e farli entrare nella coscienza collettiva di tutti gli italiani e così si entra anche nel campo del vegetarianesimo e del veganesimo, quindi andiamo anche a toccare ambiti un po' delicati.

Quali sono i temi dunque più urgenti che bisogna assolutamente portare in Parlamento?

A fine legislatura ho incassato due cose molto importanti. L'ultimo intervento è stato sulla questione delle botticelle con un ordine del giorno che impegna il governo in fase di decreti attuativi a vietare qualsiasi uso di utilizzare animali come mezzi di trasporto su tutto il territorio nazionale. Non si tratta solo delle carrozzelle, perché alla fine ci sono anche gli asini e i cani da slitta. Altro intervento che ho fatto è stato per vietare l'utilizzo di animali nei circhi. Anche quello spero che presto si trasformi in norma. Ho anche bloccato degli emendamenti, a firma Lega e Fratelli d'Italia, in favore della caccia: ho fatto dei blitz veri e propri in commissione. Io ho proposto anche una rete di protezione nazionale con siti dedicati alla fauna selvatica, perché non se ne può più che questi poveri animali – che siano cinghiali, scoiattoli o uccelli – debbano essere terreno di caccia di chiunque. E quindi bisogna in questo rafforzare i poteri dello Stato in tema di tutela della fauna selvatica che va protetta: lo Stato deve riacquisire quelle che erano appunto competenze sulla cura e la salvaguardia. Altro punto fondamentale è l'attuazione dei divieti di importazione e esportazione della fauna selvatica e finalmente il ministro Speranza è intervenuto anche sulla tutela degli animali esotici: non è possibile che vengono trattati come beni materiali e beni di lusso importati, esportati, venduti e tenuti in condizione veramente disastrose. C'è una lista di animali esotici che è stata presentata al Ministro uscente, dobbiamo ora assolutamente farla diventare norma attuativa. Ancora c'è la mia proposta di legge che prevedeva l'abbattimento dell'Iva per le spese veterinarie salva vita: è caduto il Governo e quindi le commissioni sono saltate per aria: è un peccato perché avevo anche trovato la copertura finanziaria. Ancora c'è da pensare agli allevamenti intensivi che sono una vergogna. Li stanno chiudendo in gran parte dell'Europa e va fatto anche in Italia: vanno trasformarli in strutture ecocompatibili, adeguate ai nostri tempi, dove ci sia rispetto per quei poveri animali e pure per contrastare i cambiamenti climatici e la diffusione di zoonosi.

Qual è invece secondo lei la più grande risorsa che abbiamo in Italia in termini di relazione con gli animali e biodiversità?

Io in un mondo senza animali non vorrei vivere, non potrei. Vado spesso a fare le passeggiate nel bosco in Abruzzo con il mio cane e mi è capitato più volte di incontrare il lupo: è un animale bellissimo su cui la storia si è accanita in maniera crudele. Lo hanno massacrato nei secoli, nel Medioevo, nell'Ottocento. Il lupo è un animale che, certo, mangia le pecore ma me lo lasci dire: meglio una morte così che in un allevamento intensivo. Non ne saranno contenti gli agricoltori e gli allevatori di questa mia opinione ma io la penso così. Quando il mio Abruzzo si riempie di neve, i lupi e le volpi scendono a valle, spesso alla ricerca di cibo. Ma come si fa a pensare di uccidere questi animali? Sono una ricchezza infinita. E così penso a tutti i selvatici che ormai stanno sparendo mentre altri si riproducono a dismisura come i cinghiali. È stata una campagna elettorale, del resto, in cui tanto si è detto proprio di questi ungulati per la peste suina e io penso che di certo non c'è bisogno di ammazzarli. Pensiamo a quello che è successo alla Sfattoria degli ultimi…

Lei si è impegnata tanto per difendere i diritti delle persone e degli animali del rifugio che ha appena citato. In realtà la situazione è ancora in itinere, come pensa che si risolverà?

Sono stata chiamata in pieno agosto per supportare la loro causa, nonostante l'impegno elettorale mi sono subito attivata. Ho chiamato l'assessore regionale alla Sanità, il dirigente sanitario che si occupa del caso e il Commissario straordinario alla peste suina. Mi hanno tutti sin dal principio detto che era una situazione complicata ma che però avevano tutto l'interesse a seguire i percorsi giusti perché non fosse fatta violenza in nessun modo a questi animali. Il Commissario in persona mi ha rassicurato che fino a quando ci fosse stato l'iter del Tar nessuno avrebbe fatto nulla, soprattutto ad agosto, quando c'era il rischio di una distrazione collettiva. Poi sono andata a visitare la Sfattoria e i gestori del rifugio tengono tantissimo alla salute dei loro animali perché poi siamo noi che gli possiamo attaccare qualcosa, non il contrario. Ho visto come sono tenuti questi animali e qualcuno dovrebbe spiegare perché quel patrimonio faunistico deve essere eliminato? Che male hanno fatto? Stanno lì in sicurezza ambientale e sanitaria. Lasciamoli continuare a vivere. È una questione di civiltà, oltre che di amore. Sono convinta che le cose andranno bene: noi ci siamo addosso e non permetteremo che un solo animale di quella meravigliosa realtà venga toccato.

Lei ha di fronte sicuramente un doppio lavoro rispetto ad altri suoi colleghi: quello di portare queste istanze sempre di più all'interno del Partito Democratico e poi di far sì che questi temi diventino effettivamente importanti nell'agenda di governo qualora vinciate le elezioni. Qual è l'impegno che effettivamente ritiene che potete portare a termine di tutti quelli che ha elencato?

Per quello che mi riguarda abolire la caccia ma è un tema tabù che ancora non siamo pronti ad affrontare. Ci sono lobby trasversali di cacciatori che su questa cosa non mollano la politica a destra, centro a sinistra. Però io penso che arriveremo anche lì. Quello che posso portare a termine, perché è giunta l'ora, sicuramente è la chiusura di tutti gli allevamenti di animali da pelliccia e la chiusura degli allevamenti intensivi. Penso che sia ormai una questione di civiltà che anche un grande partito come il Partito Democratico deve sostenere con forza. Se sarò rieletta sarò la prima firmataria di quella legge.

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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