Il piccolo Honey si è rimesso in piedi. Il cagnolino era stato preso a picconate e poi gettato in un cassonetto nel quartiere Cruillas di Palermo. Dopo giorni di incertezza nei quali ha lottando strenuamente tra la vita e la morte per salvarsi Honey si è rimesso finalmente in piedi.
Il percorso però è ancora lungo e non tornerà più quello di prima: gli esami condotti nella clinica dove è ricoverato hanno evidenziato una zoppia causata da una micro frattura. Nonostante questo il peggio è passato e dopo una prognosi infausta le dimissioni sembrano sempre più vicine.
«La vita e il bene hanno vinto sul male, questa volta», ha commentato Valeria Galletti, la volontaria che ha preso a cuore la vicenda di Honey, ribattezzato così proprio da lei. È stata proprio la madre della volontaria a trovare il cane all'interno di un cassonetto dal quale usciva dolo la testa del povero animale, in evidente difficoltà. Il cane è stato subito liberato dai tanti altri sacchi buttati sopra di lui e portato in clinica con l'aiuto di alcuni vicini di casa.
La prima notte è stata la più dura e anche sconvolgente, il cane non era stato ferito in maniera casuale: gli esami dei medici veterinari hanno evidenziato che era stato preso a picconate sulla testa prima di essere buttato via come se fosse immondizia. Una scoperta che ha lasciato senza parole i volontari, i cittadini e anche le istituzioni locali che in questi giorni hanno seguito la vicenda.
A Kodami, l'assessore con delega al benessere animale Fabrizio Ferrandelli aveva annunciato: «Il nostro impegno sarà massimo per consegnare questi criminali alle autorità competenti». Le indagini sono già iniziate. «Si tratta di un atto estremamente vile di cui stiamo cercando gli autori insieme al comando della Polizia municipale», aveva confermato.
Non è la prima volta in questi mesi che gli animali diventano oggetto della violenza dell'essere umano. Il caso più sconvolgente è quello di Aron, il cane bruciato vivo e morto dopo giorni di agonia. Una ferita ancora aperta nella comunità palermitana che fa ancora più male dopo la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura.