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13 Dicembre 2023
7:20

Come preparare un albero di Natale a prova di gatto

A Natale, albero e addobbi sono spesso presi di mira dagli interessi giocosi dei gatti. Ecco un piccolo vademecum su come rendere la convivenza possibile e fattibile. Senza dimenticare di prendere tutto con il sorriso.

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Membro del comitato scientifico di Kodami

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A Natale, albero e addobbi sono spesso presi di mira dagli interessi giocosi dei gatti. Ecco un piccolo vademecum su come rendere la convivenza possibile e fattibile. Senza dimenticare di prendere tutto con il sorriso.

Il connubio albero-gatto a Natale è una delle cose più divertenti ma, a volte, esasperanti, che si possano vivere nella coabitazione con i felini domestici. I gatti sembrano non badare a che si tratti di un albero vero o finto: comunque sia lo scaleranno, si arrampicheranno tra i rami, arriveranno sulla cima (anche se il loro peso lo farà piegare) e, se potranno, si divertiranno a tendere insidiosi attentati a palline, stelline e campanelle dorate.

Chi vive con un gatto lo sa: l'allestimento dell'albero può significare tre-quattro settimane di aggiustamenti continui, ora ai pendagli da recuperare raminghi sotto qualche mobile, ora alle statuette del presepe da rimettere in piedi perché il gatto ci si è acciambellato sopra.

Vediamo, allora, alcuni piccoli accorgimenti che possiamo usare per rendere l'albero di Natale a prova di gatto e rendere questa convivenza meno complicata possibile per i poveri pet mate, onde evitare che il Natale si traduca ad un continuo risistemare l'albero.

Vero o finto?

Sebbene sia probabile che un abete sia più attraente per un gatto sul piano olfattivo e tattile, l'esperienza comune lascia presagire che un gatto non faccia poi tanto lo schizzinoso davanti ad un albero finto: se c'è da scalare, si fa.

La scelta fra le due opzioni, allora, potrebbe essere guidata più che altro dalla propria idea di sostenibilità ecologica: c'è chi preferisce l'abete perché compostabile (purché acquistato da circuiti controllati) e chi preferisce l'albero in plastica perché riutilizzabile anche per decenni.

Lasciatelo esplorare

Molto spesso l'interesse del gatto è solo iniziale, dovuto alla novità di questo nuovo oggetto messo in casa e tende ad esaurirsi nel giro di pochi giorni, soprattutto se il micio ha avuto modo di esplorare l'albero, arrampicarsi e soddisfare, quindi, la sua innata curiosità. Un buon accorgimento, allora, può essere quello di non addobbarlo immediatamente ma lasciarlo in casa per due-tre giorni a “disposizione” del gatto. Anche lasciarlo partecipare alla preparazione può essere un buon sistema per lasciargli elaborare la novità gradualmente.

La posizione migliore

In linea generale, più sarà centrale e di interesse per il gatto la posizione assegnata all'albero, più è probabile che questo alimenterà l'ambizione del micio di conquistare la vetta. C'è anche da dire, però, che nessuno sognerebbe di posizionare un albero di Natale in un punto recondito della casa per farlo passare inosservato, quindi questo è un prezzo che, tutto sommato, vale la pena pagare.

Non rendetelo troppo stabile

I gatti amano arrampicarsi ma solo se hanno la serenità che l'appoggio li reggerà. Se ne avete la possibilità pratica – se cioè questo non rappresenta un pericolo nel caso di ipotetiche cadute – lasciate all'albero un margine di instabilità in modo che questa funga da disincentivo all'arrampicata da parte dei gatti. Con gli alberi di plastica questo, spesso, viene da sé perché sono leggeri e flessibili.

Addobbatelo con intelligenza

Anche il materiale può avere la sua rilevanza nell'attirare o meno il gatto: mentre possono apparire più interessanti palline luccicanti, rumorose o con aggregate delle parti semoventi, gli addobbi in stoffa e legno, magari di grandi dimensioni e piatte, sono probabilmente meno appetibili sul piano sensoriale.

Se vivete con un gatto molto giovane che può essere facilmente attratto dai pendagli dell'albero, prendente in considerazione che la sua attenzione si focalizzerà soprattutto sugli elementi appesi ai rami più bassi, facili da raggiungere. Abbiate allora l'accortezza di posizionare palline e altri oggetti fragili in alto e nella parte inferiore quelli in stoffa, legno o plastica, non frangibili e poco attraenti.

I dissuasori funzionano?

In linea generale, l'utilizzo dei dissuasori è destinato a fallire nella maggior parte delle situazioni per cui vengono consigliati. Questo perché il comportamento degli animali, e quindi anche dei gatti, dipende molto dall'intensità delle motivazioni che li muovono. Se un gatto è molto motivato ad arrampicare un albero comparso in casa, sarà disposto anche a tollerare un po' di disturbo pur di soddisfare quel desiderio. Il mio consiglio, quindi, è di investire quei soldi in addobbi “a prova di gatto” – cioè a rendere compatibile la presenza del gatto con l'albero di Natale -, piuttosto che a scoraggiare il gatto ad interessarsi a qualcosa che, comunque, è nel suo ambiente h24.

E i regali?

In linea di massima, i gatti non si interessano un gran che a scatole e pacchetti lasciati sotto l'albero. I più giovani potrebbero improvvisare delle cacce a fiocchi o nastrini con cui i regali sono avvolti ma i “danni da gatto” sotto l'albero sono eventi piuttosto relativi. Se avete qualcosa di veramente prezioso che non può proprio essere intaccato, meglio tenerlo da parte e tirarlo fuori al momento opportuno.

Ridetene!

Infine il consiglio più sentito: Natale è una festa di famiglia ed un'occasione per riscoprirsi insieme. Un gatto che si arrampica sull'albero, che fa anche cadere delle palline, che le rincorre o che dà il tormento alle statuette del presepe rovinerà forse l'immagine candida del nostro Natale perfetto ma è anche un modo per ridere dell'imprevisto, per godere della curiosità e del pensiero laterale che vivere con un gatto può palesare. Sappiate ridere di questi piccoli incidenti, quando quello stesso gatto non ci sarà più saranno proprio questi i ricordi su cui amerete ritornare con affetto.

Non dimentichiamo, inoltre, che quello di Natale è spesso l'unico albero che un gatto vedrà mai in vita sua: ad un animale di origini semi-arboricole che viene costretto a vivere in un appartamento a misura umana, forse, un po' di flessibilità la dobbiamo.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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