Gli scienziati sono preoccupati: la vendita di animali esotici online continua a mantenersi stabile anno dopo anno e tra i "prodotti" di maggiore interesse ci sono anche molti rari esemplari imbalsamati, che vengono spediti abitualmente anche tramite piattaforme molto comuni come eBay e Etsy.
Si tratta di mercato che, oltre a rappresentare un pericolo per le stesse specie e per la salute degli acquirenti, è in aperto contrasto con le politiche internazionali sul commercio di prodotti di origine naturale che rigorosamente regolamentate dalla CITES.
Negli ultimi mesi era stata proprio la CITES, tramite un gruppo di ricerca internazionale – cogestito da Joanna Coleman, biologa del Queens College di New York – a denunciare la crescita di questo fenomeno, scoprendo che solo nel mese di ottobre, in previsione dell'ultimo Halloween, su Etsy erano apparse oltre 500 inserzioni di pipistrelli morti, 7o su eBay e diverse altre su su piattaforme come lo shop di Facebook.
«È inquietante – ha affermato la Coleman – Molti pipistrelli si riproducono lentamente e sono vulnerabili anche per colpa di questo tipo di sfruttamento».
Purtroppo però, la lunga tradizione museale ci aiuta a comprendere meglio questo fenomeno. In molti musei di scienze naturali italiani e internazionali, come il Natural History Museum di Londra, è infatti possibile osservare una ricca collezione (che purtroppo continua a crescere nel tempo), in cui vengono conservati molti degli animali sequestrati dalle autorità preposte al controllo delle dogane. Ed è studiando la storia di questi reperti che si scopre come ancora oggi esistono molte ragioni che spingono questi animali a cadere vittima del mercato nero.
Molte persone, per esempio, acquistano i pipistrelli come addobbo macabro, alimentando un commercio eticamente sbagliato. La Coleman afferma anche di aver visto pipistrelli imbalsamati usati come decorazione per cappelli, cravatte, fermagli e addirittura reggicalze e indumenti intimi femminili.
È però il collezionismo a farla da padrone, in questa tipologia di compravendite. Con gli americani che battono russi e cinesi nella lotta per accaparrarsi il maggior numero di esemplari di specie esotiche. Questo almeno secondo uno studio effettuato da Nistara Randhawa, data scientist presso l'Università della California, che è stato ripreso da alcune riviste internazionali.
Anche se molti degli annunci online studiati dal team dell'IUCN riguardavano pipistrelli lanosi (Rousettus lanosus), bisogna aggiungere che centinaia di altre segnalazioni recenti non erano riferite a questa specie. Sul web è infatti possibile trovare utenti che mettono in vendita di tutto, dalle volpi volanti (Pteropus vampyrus), alle pellicce di felini di grande taglia fino agli scheletri completi di mammiferi marini.
Per comprendere il valore del mercato di queste specie, qualche anno fa una equipe di biologi aveva pubblicato uno studio su Frontiers. Secondo gli autori, nel corso della prima ondata di pandemia erano attive 237 proposte di vendita di pipistrelli su eBay, tra l'11 maggio e il 25 maggio 2020. In totale ad essere stati venduti furono poi 4.467 esemplari, con venditori che provenivano principalmente da Australia, Canada, Italia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti.
La vendita di questi prodotti era ovviamente illegale per la maggioranza dei casi, ma come confermano gli studiosi di tutto il mondo, la vendita di queste specie dovrebbe essere bloccata immediatamente su queste piattaforme di vendita, perché in molti casi la semplice cattura, il commercio e il trasporto di questi animali potrebbe persino favorire l'insorgere di nuove pandemie e minacciare lo status di conservazione di queste specie.
Un’indagine internazionale recente e condotta su 31 piattaforme liberamente accessibili online, è riuscita, per esempio, a individuare 230 annunci di vendita di parti del corpo di giaguaro, come denti o pelli, facilmente accessibili a tutti.
Se si va avanti così, con le compagnie come Ebay che non riescono a bloccare tale tipologie di vendite, il destino di molte specie potrebbe aggravarsi parecchio, dichiara la Coleman. Questo perché tale tipologie di inserzioni possono raggiungere l'intero globo, aumentando così il numero dei potenziali acquirenti, sfuggendo al controllo di chi dovrebbe vigilare sul trasporto dei prodotti di origine naturale.