Le videocamere di sorveglianza posizionate in Piazza Duomo, a Trento, hanno ripreso una donna intenta a picchiare violentemente il proprio cane prima con una borsa di stoffa poi colpendolo con dei calci nel costato.
Dalle immagini si vede la cagnolina terrorizzata che si schiaccia a terra e vorrebbe fuggire ma viene trascinata senza poter prendere le distanze perché legata al guinzaglio. Il video riporta la data e l'ora in cui il è avvenuta l'aggressione: sono le 7 e trenta di mattina del 27 dicembre 2021.
Appena 24 ore dopo, grazie alla collaborazione tra la Lav, l'associazione Zampa Trentina, l'associazione delle famiglie tossicodipendenti e la Polizia municipale, la donna, una giovane senza fissa dimora già nota alle forze dell'ordine, è stata identificata, mentre la cagna, di nome Pallina, è stata sequestrata e trasferita al canile di Trento.
«Era evidente come fossimo in presenza di due individui da aiutare, il cane per le botte ricevute e la proprietaria stessa che necessitava di cure e assistenza sanitaria – Spiega a Kodami Simone Stefani, Vice Presidente della LAV e responsabile della sezione provinciale – Il procedimento penale farà il suo corso ma forse abbiamo ricevuto un insegnamento: istituzioni, politiche sociali e associazioni devono collaborare per intercettare e prevenire queste situazioni».
Il Sindaco di Trento: «Queste cose non devono accadere in nessun luogo del mondo»
Il primo a rendere pubbliche le immagini è stato il Consigliere Comunale Andrea Merler, il quale ha dichiarato, in un post su Facebook, la sua intenzione di inviare il filmato al comandante della Polizia locale. In poche ore il video della crudele violenza subita da Pallina, di razza Pastore del Lagorai, sono diventate popolari sui social e hanno ricevuto centinaia di condivisioni, fino a spingere, poche ore dopo, anche il Sindaco della città ad intervenire. «Il comando della polizia locale mi ha appena garantito di avere già individuato questa persona e di essere sulle sue tracce – ha scritto su Facebook Franco Ianeselli – Queste cose non possono succedere, in nessun posto del mondo: gli animali non si maltrattano! Siamo sconcertati e davvero tristi».
Ora che la cagnetta è stata sequestrata, si cercherà per lei una nuova soluzione di vita con una famiglia adatta alle sue necessità. Ma i tempi non saranno brevi: «Molte persone ci hanno già contattati nelle ultime ore per un'adozione, perché queste immagini strazianti colpiscono l'anima e il cuore – spiega Ornella Dorigatti, presidente delegata dell'Oipa di Trento, che da anni si occupa degli animali che vivono con i clochard nel capoluogo – Il problema è che le tempistiche saranno lunghe, perché bisogna valutare le sue condizioni fisiche e sopratutto psicologiche. Ogni cane reagisce diversamente alle violenze e agli abusi».
La vita dei clochard in compagnia dei cani
Il motivo per cui il cane è stato sequestrato con molta rapidità è legato ad una modifica del regolamento urbano, avvenuta lo scorso mese di agosto, secondo la quale al Comune è concesso sequestrare i cani che, come in questo caso, vivono con i clochard. Si tratta di un argomento dibattuto in molte città italiane perché il rischio è quello di colpire, oltre alle persone che effettivamente maltrattano gli animali, anche chi si prende cura amorevolmente dei propri cani, privandosi alle volte del poco che si possiede, pur di assicurare al compagno la salute e il benessere.
«Effettivamente il rischio esiste – conferma Dorigatti – Ma la soluzione è quella di provare a concentrarsi sui singoli casi impegnandosi per riconoscere ogni situazione nel migliore dei modi, anche perché la gente che soffre e ha perso tutto, soprattutto in questo periodo di pandemia, è davvero molta e proviene da storie ed esperienze estremamente diversificate».
La violenza sugli animali: «Purtroppo oltre alla crudeltà c'è anche molta ignoranza»
Secondo la volontaria, però, esiste una soluzione che potrebbe fare in modo di ridurre gli eventi di maltrattamento e violenza che avvengono in città: «Stiamo pensando ad uno sportello per la tutela degli animali. Purtroppo, oltre alla povertà, c'è anche molta ignoranza. Una soluzione di questo tipo permetterebbe di rimanere costantemente presenti sul territorio, dialogare con le persone e intervenire in caso di necessità, in modo che venga davvero tutelato il benessere degli animali e anche quello delle persone, perché sappiamo che chi, come questa donna, commette atti di violenza su un cane, rappresenta un potenziale rischio per l'intera società».
Come sempre, Kodami non rilancia il video sul sito né attraverso i propri account social perché le violente immagini nulla aggiungono a quanto descritto dalla cronaca in questo articolo.