Una cerimonia simbolica e provocatoria davanti al palazzo della Regione Liguria, a Genova, per consegnare un premio tutt’altro che lusinghiero: quello alla “crudeltà verso gli animali”, una provocazione rivolta alla giunta del presidente Giovanni Toti per la gestione della fauna selvatica e i provvedimenti controversi adottati nel corso dell’anno.
La manifestazione si è tenuta venerdì pomeriggio nella centralissima piazza De Ferrari, a reggere i cartelli con i nomi dei “vincitori” i rappresentanti di Animalisti Genovesi, Gaia Animali e Ambiente e Lav. I “premi” sono stati consegnati all'assessore regionale all’Agricoltura, Allevamento, Parchi, Caccia e Pesca Alessandro Piana, al nuovo assessore allo Sviluppo Economico Alessio Piana, e al Nucleo regionale di Vigilanza Faunistico-Ambientale della Regione: sono loro a riempire, rispettivamente, il primo, secondo e terzo posto del podio.
Alessandro Piana, nello specifico, è stato "premiato" per «essersi distinto nel costante impegno a promuovere e agevolare, attraverso atti amministrativi e legislativi, ogni pratica venatoria che comporta l’uccisione di migliaia di animali selvatici nella nostra Regione. Con la scusa e nonostante la peste suina africana – scrivono le associazioni – ha consentito una totale deregulation nella caccia al cinghiale, che peraltro non porta cambiamenti nella situazione con la peste suina in aumento, probabilmente anche grazie alla movimentazione dei cacciatori ai quali vengono consentite nuovamente le braccate, contrarie alle norme scientifiche sulla bio-sicurezza, aumento di un giorno di caccia e proroga di un mese, autorizzazione a trattare le carni e addirittura dare la patente di “bio-regolatori” ai cacciatori, proponendo incredibilmente di dare loro anche un contributo economico».
«L’assessore con la doppietta Alessandro Piana e la Regione Liguria non si sono mai impegnati a considerare e sviluppare altri metodi di contrasto ecologico non cruento – proseguono le associazioni – anche da noi proposti sulla base di ricerche di esperti in materia. Incomprensibile poi non aver partecipato lo scorso anno al bando nazionale per lo studio della sterilizzazione farmacologica, – proseguono le associazioni – evidentemente per questa Giunta la cosiddetta emergenza cinghiali va mantenuta con i soliti metodi fallimentari ma che piacciono tanto al mondo venatorio per proseguire il divertimento e il business». Tra gli altri motivi di contestazione, l’autorizzazione alla caccia in deroga allo storno nello spezzino, nonostante manchino dati su eventuali danni alle olive, e l’avere ridotto i confini del Parco Regionale di Portofino con minori vincoli di caccia nell’area contigua.
Ad Alessio Piana, invece, il secondo posto. Per lui le associazioni hanno fatto riferimento alla norma che ha inserito la possibilità di usare arco e frecce nella caccia gli ungulati, comprendendo nella disciplina anche animali poco numerosi sul territorio ligure, tra cui cervo e muflone, «permettendo la caccia di selezione al cinghiale senza limiti temporali e permettendo lo spostamento di cacciatori da ambiti territoriali diversi da quello di appartenenza, con evidenti problemi di bio-sicurezza. Promosso ora assessore allo Sviluppo Economico potrà occuparsi così della filiera della carne di animali selvatici, il vero business che si cela dietro certe forme di caccia».
Infine, “medaglia di bronzo” al Nucleo regionale di Vigilanza Faunistico-Ambientale, la sezione regionale che si occupa nella prativa della gestione della fauna selvatica. Per le associazioni, il controllo faunistico, complice l’epidemia di peste suina e gli avvertimenti sulla necessità di tenerla sotto controllo, è diventato – «cattura in aree urbane e protette con successiva uccisione, lontano da occhi indiscreti, di centinaia di cinghiali sia adulti che cuccioli, e nel savonese anche di daini. Animali generalmente totalmente innocui che potrebbero essere gestiti in modo non cruento e tralasciano altri compiti prioritari quali la vigilanza venatoria, lotta al bracconaggio e controllo della pesca. Nella sola area metropolitana di Genova hanno ucciso, fino ad ottobre, circa 1.200 cinghiali, un metodo che non porta risultati e comporta costi per la collettività sottratti invece alla prevenzione».
Le associazioni hanno quindi contestato la generale visione della giunta Toti, «anche nei confronti degli animali d’affezione per i quali è riservato un totale disinteresse, a parte una banale e inefficace campagna estiva contro l’abbandono, che ha avuto il suo culmine negativo in questo finale d’anno con l’emanazione di una delibera che stravolge l’Osservatorio regionale per lo studio ed il controllo delle popolazioni animali cancellando la presenza degli esperti delle associazioni animaliste e zoofile, nonostante la legge Regionale n. 23 del 2000 ne preveda la presenza».
Una recente delibera degli assessori Ferro (Politiche Animali) e Gratarola (Sanità) ha infatti tagliato il numero dei rappresentanti delle associazioni all’interno dell’Osservatorio, facendoli passare da cinque (tre scelti dalle associazioni stesse, due dalla Regione) a uno, necessariamente un veterinario. Su questo è stata promessa battaglia e un eventuale ricorso al Tar in caso di mancato ritiro, ma da parte degli assessori proponenti non è arrivato alcun dietrofront, quanto piuttosto la rassicurazione sul fatto che tutti i membri dell’Osservatorio sono stati ridimensionati, e che tutti avranno un singolo rappresentante per dare voce alle relative istanze.