La vicenda della lupa confidente che per mesi ha frequentato la periferia di Potenza si arricchisce di un nuovo importante episodio. L'animale, che lo scorso marzo era stato ripreso mentre si accoppiava con un cane, è stato sterilizzato e reimmesso in natura dopo un breve periodo di quarantena. La lupa sta bene e ora si trova nel parco regionale di Gallipoli Cognato, dove continuerà a essere monitorata attraverso il radiocollare. Tutte le operazioni sono state pianificate e condotte in stretta collaborazione col Ministero della Transizione Ecologica, l'ISPRA e i ricercatori che da sempre studiano questa specie in Italia. Si conclude così una storia che ha fatto discutere molto e che ha generato diversi dibattiti.
La storia della lupa di Potenza
Tutto è cominciato nel marzo 2020, quando sono arrivati i primi avvistamenti da parte di cittadini e polizia locale. Da lì sono iniziati i primi interventi di monitoraggio che hanno coinvolto sia l'amministrazione comunale che l'Osservatorio Regionale sulla Biodiversità Naturale (ORBN), che dopo aver individuato quello che sembrava essere proprio un lupo ha immediatamente coinvolto l'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), massimo organo nazionale per lo studio e la tutela della fauna selvatica. L'identità dell'animale poteva essere confermata solamente attraverso un'analisi genetica e così, l'8 dicembre, la lupa è stata catturata per poterne prelevare i campioni.
I campioni di pelo e sangue raccolti hanno confermato non solo che si trattava proprio di una femmina di lupo appenninico (Canis lupus italicus), ma anche che si trattava di un esemplare giovane, di circa un anno e mezzo. La lupa è stata quindi munita di radiocollare con GPS e rilasciata all'interno della foresta demaniale della Grancia, lontano dai pericoli della città. L'animale, infatti, quasi certamente era stato alimentato dall'essere umano, pratica assolutamente sbagliata, oltre che illegale, e che può mettere a serio rischio l'incolumità degli animali selvatici.
Sono però bastati solamente quattro giorni per rivedere di nuovo in città la lupa, ormai troppo abituata alla vita cittadina. Esattamente il 28 dicembre, infatti, è stata nuovamente avvistata nel quartiere Bucaletto mentre rovistava tra i rifiuti. A questo punto l'attenzione nei confronti della lupa e delle sue inusuali abitudini urbane era cresciuta a livelli esponenziali, tanto che è stata addirittura avviata una collaborazione scientifica tra Regione, Università La Sapienza di Roma e Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano per poter studiare l'animale e il suo insolito comportamento. Le intenzioni erano quelle di non interferire ulteriormente e di continuare a monitorare la lupa e le sue interazioni con l'uomo e gli altri lupi, un potenziale caso studio etologico di rilevanza nazionale.
Il rischio di ibridazione, la ricattura e il nuovo rilascio
Il monitoraggio e lo studio si sono però irrimediabilmente compromessi quando, il 23 marzo scorso, diversi cittadini hanno segnalato e filmato l'accoppiamento tra la lupa e un cane randagio. È in questo momento che la ricattura e la sterilizzazione sono diventate purtroppo inevitabili. Il rischio che potessero nascere ibridi lupo-cane era troppo alto, e così lo scorso aprile la lupa è stata catturata, sterilizzata e, dopo un breve periodo passato in un centro di recupero, è stata rilasciata nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato, dove potrà continuare a vivere libera in natura, sempre sotto stretta osservazione dell'ORBN grazie al radiocollare GPS.
Con le popolazioni di lupo fortunatamente in costante e rapida crescita in tutto il territorio nazionale, le probabilità di incontri con cani vaganti o randagi crescono sempre più col passare del tempo. L'ibridazione rappresenta quindi una delle minacce principali per la sopravvivenza del lupo del nostro Paese. Se il numero di ibridi allo stato selvatico aumenta rischiamo di compromettere l'integrità genetica delle popolazioni di lupo appenninico, perdendo per sempre questa preziosa sottospecie esclusiva della penisola italiana, che con tanta fatica abbiamo salvato dall'estinzione.
Se c'è una lezione che possiamo trarre da tutta questa storia è che risulta piuttosto evidente la mancanza, pressoché totale, di consapevolezza e informazione nel nostro rapporto con la fauna selvatica e il mondo naturale in generale. Gli animali selvatici non vanno quasi mai alimentati, anche se fatto in buona fede. Con l'espansione delle popolazioni di lupo e altri grandi mammiferi i contatti saranno sempre più frequenti, occorrerà quindi intervenire educando alla corretta interazione con la fauna, per una convivenza più sicura e responsabile possibile per tutti.