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7 Maggio 2024
10:50

Porta a spasso il cane e trova un cucciolo in difficoltà

Una donna si è messa in contatto con gli esperti della Fox Angels Foundation dopo aver recuperato un cucciolo di volpe in difficoltà. I volontari lo faranno crescere con altri individui della sua età fino al rilascio in natura.

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Sarah sta portando a spasso il suo cane a Londra quando nota un piccolo animale che si avvicina ai passanti lungo il sentiero come se cercasse aiuto. All'inizio crede che l'animale sia un cane. Ma quando si avvicina, si rende conto che in realtà è un cucciolo di volpe.

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La volpe si avvicina alle persone e sembra spaesata. Incapace di localizzare i genitori del cucciolo, Sarah la recupera e la porta a casa. Inizia così a fare ricerche sui rifugi per animali selvatici.

«Non appena l'ho portata a casa, ha smesso di piangere, ha esplorato il mio soggiorno ed è strisciata nella cuccia del mio cane, dove si è subito addormentata!» racconta Sarah.

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Alla fine, la donna si è messa in contatto con gli esperti della Fox Angels Foundation. Quando sono arrivati, ​​i soccorritori hanno confermato che la volpe era solo un cucciolo, di 5 settimane. I volontari hanno rassicurato Sarah che la volpe sarebbe cresciuta con altre volpi della sua età, fino al rilascio in natura.

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«Sono felice di non essere stata quella che ignora un problema e lascia che siano gli altri a occuparsene. Questa esperienza mi ha confermato che questa è la mentalità giusta da avere. Di poter fare la differenza».

Quando è il caso di soccorrere

Quando è opportuno recuperare un animale e quando è meglio invece lasciarlo sul posto? Le cose cambiano a seconda dell’animale che si deve soccorrere.

Per esempio: spesso succede di vedere i piccoli dei merli e delle cornacchie da soli, ma questo non significa sempre che siano stati abbandonati o si trovino in difficoltà. Infatti questi uccelli, che ormai spesso costruiscono i nidi nei nostri giardini, proprio per loro natura escono dal nido quando sono ancora incapaci di volare e alimentarsi autonomamente. Ma i genitori li seguono a distanza e li nutrono regolarmente finché non sono in grado di rendersi autonomi e volare via con loro.

Per questo prima di raccoglierli pensando che abbiano bisogno di aiuto, è preferibile osservarli per un paio d’ore per vedere se in in questo lasso di tempo si presenti qualche adulto. Se così non fosse, allora e solo allora, è il caso di intervenire, così come nel caso di una minaccia diretta rappresentata da cani o gatti.

Per quanto riguarda i ricci, essendo loro animali notturni, vanno sicuramente raccolti se si vedono vagare, invece, di giorno perché questo significa che sono in uno stato di denutrizione tale da essere spinti a cercare cibo anche con la luce del sole.

Vanno soccorsi anche i ricci che non si chiudono a “riccio” appunto, o infestati da zecche o con ferite evidenti. Bisogna intervenire se si vedono vicini a pericoli, come tombini aperti, piscine, strade troppo trafficate, reti metalliche o cantieri di lavoro. In questo caso bisogna allontanarli dal pericolo, ma non troppo per non disorientarli. Se, invece, incontrati di sera o di notte in zone tranquille, non vanno disturbati.

Un’altra attenzione da avere quando si raccoglie un riccio adulto, perché magari in mezzo alla strada, è quella di non allontanarlo troppo dal luogo in cui si trova, perché se fosse una femmina e non riuscisse più a tornare alla tana, i cuccioli lasciati soli sarebbero condannati a morte.

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Come per i merli e le cornacchie, spesso succede di imbattersi anche in cuccioli di lepri e minilepri da soli, ma non per questo significa che siano orfani. Infatti, questi animali nascono tra la vegetazione e vengono lasciati dalla mamma in un posto considerato da lei sicuro, in cui li va a trovare ogni tanto per allattarli. Quindi anche in questo caso, è bene aspettare qualche ora prima di raccogliere il piccolo e assicurarsi che sia davvero abbandonato.

Una cosa importantissima da non fare, è toccare a mani nude i cuccioli di mammiferi. Infatti, contaminati dall’odore dell’essere umano, la madre non li riconoscerebbe più come suoi e li abbandonerebbe.

Come soccorrerli

Nel caso, però, di ritrovamento di un selvatico a terra immobile, ferito, malato o in una situazione di pericolo, come può essere una strada trafficata, la presenza di gatti, cani e bambini nella zona, allora è bene raccogliere l’animale e riporlo in una scatola di cartone imbottita con della carta e su cui siano stati fatti dei fori per il passaggio dell’aria.

Non gli va dato cibo, ma solo acqua con un po’ di zucchero, data goccia a goccia facendola filtrare dai lati del becco per alzare il livello glicemico. Dopo il recupero è fondamentale portarlo immediatamente in strutture idonee.

L’ENPA ci tiene a sottolineare, infatti, quanto sia sbagliato tenerlo in casa ore o addirittura giorni, prima di consegnarlo a chi di dovere, perché questo comportamento, non certo dovuto a cattiveria, può però causarne la possibile morte per carenza di cure e cibo inadatti, compromettendo spesso anche la sua reimmissione in natura.

Succede, invece, che alcune persone decidano proprio di crescere l’animale ritrovato in casa, costringendolo a vivere una vita inadeguata. ENPA ricorda a tutti loro che la detenzione di fauna selvatica protetta e la loro cattura anche se fatta in buona fede, è vietata per legge.

Infine, mai come in questo periodo è raccomandabile tenere sempre i cani al guinzaglio e di lasciarli liberi solo nelle apposite aree, perché è facile che in questo periodo dell’anno si imbattano in cuccioli di selvatici.

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