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8 Aprile 2022
16:04

Pony ucciso e abbandonato sul ciglio della strada: identificato il responsabile grazie alle telecamere

Trascinato per cinque chilometri e poi abbandonato sul ciglio della strada ormai in fin di vita: è la tragica fine del pony ucciso ad Acate, in provincia di Ragusa,  il 3 aprile scorso. Oggi i responsabili sono stati individuati e denunciati dalle autorità.

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Trascinato per cinque chilometri e poi abbandonato sul ciglio della strada ormai in fin di vita: sono questi gli ultimi istanti di vita del pony ucciso ad Acate, in provincia di Ragusa,  il 3 aprile scorso. Oggi finalmente i Carabinieri hanno denunciato a piede libero un uomo di 32 anni, originario del luogo, ritenuto responsabile di furto aggravato e maltrattamento di animali, e un secondo uomo, di 38 anni, per favoreggiamento personale.

Secondo le ipotesi degli inquirenti, sono loro i responsabili della barbarie perpetrata contro il pony. I militari sono risaliti all’autore di tale crudeltà grazie alla visione delle immagini registrate dalle telecamere situate lungo la strada sulla quale l’uomo ha trascinato il pony.

I testimoni dell’atrocità hanno segnalato il fatto all’Oipa di Ragusa, che è immediatamente intervenuta sul luogo supportando le forze dell’ordine e le autorità sanitarie. Purtroppo però per l'animale, di 10 anni, non c'era più nulla da fare e i veterinari sono stati costretti a ricorrere all’eutanasia.

I ponies sono una tipologia di cavallo che può vivere anche molto a lungo: fino a 45 anni. Si tratta di individui generalmente molto energici e robusti e, purtroppo, proprio per queste caratteristiche vengono sfruttati fino alle estreme conseguenze dall'uomo.

A portare all'emersione della vicenda del pony di Acate è stata l'Oipa, l'Organizzazione Internazionale Protezione Animali, che ha fatto sapere che si costituirà parte civile al processo contro i presunti autori dell'uccisione.

«Ringraziamo i Carabinieri per le accurate indagini svolte in così poco tempo grazie anche al supporto del nostro delegato a Ragusa, Riccardo Zingaro – ha commentato il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto – Speriamo che il processo si concluda rapidamente con una condanna esemplare, avendo il trentaduenne ammesso le proprie responsabilità. Noi saremo in Aula come parte civile».

Il 4 aprile Zingaro aveva annunciato la morte del pony ricostruendone gli ultimi momenti: «Cercavo di darti coraggio mentre l'ultimo respiro lasciava questa vita terrena dove magari la mano che ti accarezzava ti portava alla morte».

L’Oipa è quindi tornata a ribadire la «necessità di un inasprimento delle pene per i reati di cui siano vittime gli animali anzitutto per l’esigenza di una loro piena tutela, ma anche perché studi scientifici attestano la correlazione tra la crudeltà sugli animali e la più generale pericolosità sociale di chi la commette».

Purtroppo il pony di Acate non è il solo equino ad aver sperimentato la crudeltà umana. Solo pochi mesi fa, questa volta nei boschi di Sarno, la pony Luce è stata salvata da morte certa dopo essere stata abbandonata e legata a un albero.

Sono pochi i cavalli che riescono a ristabilirsi dopo abbandoni e maltrattamenti, tra i fortunati c'è Gin Tonic, una pony di 3 anni, che ha rischiato di perdere del tutto la vista ma che è stata salvata grazie all’intervento di Italian Horse Protection.

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*Kodami ha scelto di non pubblicare le immagini perché nulla aggiungono rispetto a quanto scritto e per non mostrare atti di violenza e sopruso nei confronti di qualsiasi essere vivente.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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