Oipa e Animalisti Italiani si costituiranno parte civile al processo che vede imputato un 32enne di Ragusa per i maltrattamenti del pony di Acate, culminati poi con la morte dell'animale.
«Noi saremo in Aula come parte civile – ha confermato il presidente dell'Oipa Massimo Comparotto – Speriamo che il processo si concluda rapidamente con una condanna esemplare, avendo il trentaduenne ammesso le proprie responsabilità».
«In Italia non possiamo ancora definirci una società civile perché le pene detentive per chi compie gesti mostruosi e vigliacchi come questo non vengono praticamente mai applicate – ha detto Walter Caporale, presidente degli Animalisti Italiani – Noi saremo in aula per ottenere una pena esemplare. Questo delitto non dovrà rimanere impunito».
Il 3 aprile scorso il pony è stato trascinato sull'asfalto dopo essere stato legato a un'automobile, una tortura lunga ben cinque chilometri. Al termine della corsa è stato abbandonato sul ciglio di una strada, ormai in fin di vita. Quando sono arrivati i soccorsi, però, non c'era già più nulla da fare e i veterinari sono stati costretti a ricorrere all’eutanasia.
Pochi giorni dopo, i Carabinieri sono riusciti a risalire all'identità degli indagati grazie alla visione dei filmati di alcune telecamere di sorveglianza lungo la strada. I presunti autori del brutale gesto sono un 32 anni ritenuto responsabile di furto aggravato e maltrattamento di animali, e per questo denunciato a piede libero. Anche un secondo uomo, di 38 anni, è stato denunciato per favoreggiamento personale.
«È evidente che questi individui costituiscano una minaccia per sé e per gli altri – ha sottolineato il presidente Caporale – Eppure sono ancora a piede libero dopo un reato così brutale. Ciò sottolinea le carenze legislative del nostro ordinamento giuridico».
La vicenda del pony di Acate, per la sua insensata barbarie, ha fin da subito attirato l'attenzione di media e cittadini. Quest'ultimi si sono riuniti in corteo nel Ragusano per chiedere pene più severe per chi commette crimini sugli animali.
La manifestazione si è poi conclusa con la deposizione di fiori e peluche sul luogo del massacro del pony. «Si tratta di un monito – ha spiegato Riccardo Zingaro, dell'Oipa di Ragusa – affinché nessuno dimentichi».
Ora starà i giudici scegliere come punire il trentaduenne ragusano indagato, che per il momento resta a piede libero.