Il cavallo di Maiuri torna negli Scavi archeologici di Pompei. Di fronte alla Casa di Cerere, in un ambiente identificato dagli studiosi come una stalla, è esposto in un nuovo allestimento lo scheletro di un equide rinvenuto nel 1938 dall'archeologo Amedeo Maiuri durante uno scavo a sud di via dell’Abbondanza.
Si tratta di un cavallo, alto 1 metro e 34 centimetri al garrese, utilizzato nell'antica Pompei per il trasporto delle merci per il traino. All’epoca dello scavo di Maiuri emerse dapprima una struttura quadrata in muratura, probabilmente una mangiatoia; poco più in là, dal lapillo, il cranio, poi il collo e parte della colonna vertebrale dell’equide e più in basso il resto del corpo, oltre ad altri resti organici identificati come paglia.
La ricollocazione dopo il restauro può essere l'occasione per tornare a Pompei a visitare il Parco archeologico dopo le due stagioni pandemiche che hanno pesato sul turismo. Per le persone che viaggiano con un animale domestico è possibile accedere agli Scavi però solo se il cane è di taglia piccola o è un cane di accompagnamento per persone con disabilità, come spiegano sul sito ufficiale:
"Gli animali di piccola taglia sono ammessi, al guinzaglio (ingresso consentito fino ai 10 kg). Gli animali ammessi dovranno essere dotati di guinzaglio e tenuti in braccio all'interno degli edifici e si ha l'obbligo di raccogliere le loro deiezioni. Fermo restando il divieto di introdurre animali di grossa taglia, come previsto dal regolamento, è consentito come unica eccezione l’accesso ai cani guida per assistenza ai disabili. Coloro che intendono avvalersi dell’accompagnamento dei cani dovranno esibire idonea certificazione attestante l’invalidità.
Si segnala la possibile presenza di cani randagi, che hanno superato le difese perimetrali del Parco Archeologico. Si raccomanda di tenersi a distanza e prestare attenzione"
La storia del cavallo di Maiuri
Seguendo la pratica della musealizzazione diffusa, Maiuri lasciò in situ i reperti come fatto già nei decenni precedenti anche dal soprintendente degli Scavi Vittorio Spinazzola. Il cavallo è stato poi rimesso in piedi su una struttura in metallo, coperto da una tettoia. Tuttavia con il passare dei decenni lo scheletro è andato soggetto a un progressivo degrado.
L’armatura metallica, infatti, ha finito per danneggiare lo scheletro anche con fenomeni di ossidazione che hanno intaccato il colore delle ossa. Per tale motivo il Parco archeologico di Pompei ha condotto un’attività di restauro e un nuovo allestimento che ne ha permesso la valorizzazione che Kodami ha seguito da vicino durante la realizzazione del video reportage realizzato nel Parco Archeologico di Pompei per raccontare proprio la Storia della relazione tra animali e uomini.
La metodologia di lavoro è partita da un rilievo con un laser scanner del cavallo, al fine di realizzare un modello 3d e consentire successivamente di smontarne le varie parti per sottoporle a un processo di restauro, pulizia e consolidamento in laboratorio.
L’intero reperto all'inizio delle operazioni di restauro è stato rimontato in una posizione scientificamente più corretta, con una struttura e con materiali nuovi, adatti al microclima e dunque in grado di assicurare le necessarie condizioni di tutela del cavallo. Inoltre, l’allestimento su struttura composta da pezzi smontabili, consentirà interventi futuri più agevoli, anche su singole parti.
Come ha spiegato a Kodami la restauratrice di beni culturali Debora Fagiani, Il cavallo è stato smontato dal supporto che rendeva la sua postura non corretta: «Il risultato finale della restaurazione ha permesso di ottenere ossa completamente pulite, stuccate e reintegrate e quindi l'intervento successivo sarà solamente quello di una protezione finale».
È stato, infine, predisposto un modellino tattile in 3d per gli ipovedenti che potrà essere toccato, anche con una differenziazione tra le parti effettivamente conservate e quelle ricostruite per far comprendere anche grazie ad una spiegazione in braille la storia di questo cavallo, dal ritrovamento al restauro.
«A Pompei prosegue il lavoro di studio, tutela e valorizzazione secondo il modello del "museo diffuso" – ha spiegato il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel – Nella isolato a fianco alla casa di Cerere i visitatori potranno ammirare lo scheletro di un cavallo nella sua posizione originale. Il restauro dello scheletro è stato connotato da un intervento multidisciplinare che ha visto all'opera i restauratori e gli archeologi, costantemente affiancati in ogni fase degli interventi da un archeozoologo. Anche questo allestimento prevede una fruizione secondo criteri accessibilità e inclusività. Ringrazio il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna, per la presenza in questa occasione, anche perché si tratta di due interventi avviati sotto la sua direzione a Pompei».