Ancora allarme a Roma per il ritrovamento di polpette avvelenate, esche killer per gli animali abbandonate da persone con intenti omicidi.
Dopo l’area cani di largo Ravizza, nel quartiere Monteverde, alcuni cittadini hanno segnalato la presenza di bocconi avvelenati a Centocelle, quadrante sud-est della Capitale. Le polpette, mescolate a quello che all’apparenza sembra topicida (ma la sostanza andrà analizzata) sono state trovate nel giardino attiguo al centro commerciale Primavera.
A denunciare pubblicamente sui social, anche per mettere in guardia le persone che abitano in zona e frequentano il giardino, è stato Maurizio Lombardi Leonardi, responsabile Dipartimento Nazionale Tutela e Benessere Degli Animali Rinascimento Vittorio Sgarbi: «Le polpette sono state distribuite da una mano criminale, in maniera tattica nascoste tra i cespugli, zona ampiamente frequentata da queste povere creature. L'odio di alcune persone nei confronti degli animali spesso sfocia in azioni indegne e inammissibili, se non fosse stato per il tam tam dei proprietari di cani della zona sarebbe potuta essere una strage di innocenti».
Lombardi Leonardi ha già sporto denuncia contro ignoti, e la speranza è che le telecamere di sorveglianza della zona possano avere immortalato il volto di chi ha abbandonato le esche letali. Una persona perseguibile penalmente: la Legge 189/04 e relativo Titolo IX bis del Codice punisce il reato di uccisione e maltrattamento di animali, e agli articoli 544 bis e ter si indicano le pene per l’uccisione (reclusione da quattro mesi a due anni) e maltrattamento (reclusione da tre a diciotto mesi o multa da 5.000 a 30.000 euro, pena aumentata della metà se dal maltrattamento deriva la morte dell’animale).
Alle sanzioni per chi arreca lesioni o causa la morte di un animale tramite avvelenamento e per chi prepara, detiene e utilizza esche e bocconi avvelenati si aggiungono poi le sanzioni previste dal codice penale in caso di configurazione dei seguenti reati: “Uccisione e danneggiamento di animali altrui” (art. 638); “Getto pericoloso di cose” (art. 674 ); “Adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari” (art. 440).
Cosa fare in caso di ritrovamento di bocconi avvelenati
Come spiegato da Laura Arena, veterinaria e membro del comitato scientifico di Kodami, se si trova un’esca o un boccone avvelenato o sospetto bisogna innanzitutto documentare con foto e video il materiale ritrovato. Non bisogna mai toccarli con le mani né annusarli, in quanto potrebbero contenere sostanze volatili altamente tossiche o spostarli dall’area del ritrovamento. Bisogna fare attenzione, inoltre, a non inquinare la scena del crimine, per esempio non bisogna fumare, toccare né spostare niente e calpestare l’area il meno possibile.
Vanno inoltre immediatamente chiamate le forze dell’ordine, come Polizia Locale o Carabinieri Forestali, e impedire l’accesso all'area del ritrovamento a persone e animali, avvisando del pericolo fino all’intervento degli organi competenti. L’esca o il boccone verranno quindi prelevati per essere mandati all'Istituto Zooprofilaticco territorialmente competente (in questo caso quello del Lazio e della Toscana), che analizzerà il materiale e confermerà l'eventuale presenza di un tossico, tipizzandone la molecola.
L'app per segnalare esche killer
Quello dell'abbandono di esche killer è diventato in molto regioni italiane un problema di dimensioni molto preoccupanti, e sono decine gli animali – cani, gatti, ma anche selvatici – che hanno perso la vita ingerendo bocconi killer sparsi da mani che troppo spesso rimangono anonime. C'è però chi prova a contrastare il fenomeno cercando di fornire strumenti utili a prevenire avvelenamenti e uccisioni. È il caso di Giulia Francalancia, 33enne esperta di social media di Ancona, che ha sviluppato con Giovanni Belelli un’app dedicata: si chiama “Pet Danger”, ed è pensata per segnalare, tramite il contributo della community iscritta e la geolocalizzazione, eventuali pericoli rappresentati da polpette avvelenate, bocconi pieni di oggetti metallici e anche insetti pericolosi per i cani, come per esempio le processionarie, o piante. Allo stesso modo è possibile segnalare anche cani liberi o senza guinzaglio, una funzionalità che si può rivelare utile anche quando un animale si smarrisce o fugge.
Ogni potenziale minaccia viene segnalata da un’icona con significato diverso rispetto al tipo di pericolo – quella con il teschio e le tibie, per esempio, indica i bocconi avvelenati – e tutti coloro che hanno effettuato il download dell’app possono inviare segnalazioni per tenere la mappa aggiornata. Proprio come accade con Waze, l'app per il trasporto che funziona meglio via via che gli iscritti aumentano, anche Pet Danger diventa più accurato via via che la community si espande e segnala.