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24 Gennaio 2024
17:42

Poiana ferita da un bracconiere e curata al Cras di Rimini torna libera: «Grande emozione»

Una poiana, colpita da un bracconiere in provincia di Rimini, è stata curata e rimessa in libertà. Il Cras: «La sua voglia di vivere ci ha commossi».

poiana ferita al Cras di RImini
Fonte: Cras di Rimini

Era stata colpita da un bracconiere ed era fortemente debilitata la poiana soccorsa dagli esperti del Centro recupero animali selvatici di Rimini e rimessa in libertà dopo quasi due mesi di cure. «Il 27 novembre siamo stati contattati dai carabinieri forestali di Pennabili, che avevano ricevuto la segnalazione di una poiana in difficoltà, era a terra e non volava – spiega a Kodami Clara Corbelli, responsabile del Cras –. Era stata colpita da un bracconiere».

La poiana è stata portata al centro per tutti gli accertamenti: «Dalle lastre è emerso che era stata ferita da un pallino da caccia, che era poi uscito dal corpo, ma aveva procurato una frattura all’osso, che fortunatamente, si era saldata da sola. Ma il rapace era rimasto fortemente debilitato, era magrissimo, disidratato e sfinito».

Il recupero non è stato facile: «Inizialmente la poiana non voleva mangiare, abbiamo dovuto imboccarla noi – sottolinea Corbelli –. Poi, piano piano, ha iniziato ad alimentarsi anche da sola e a mostrare i primi segni di ripresa». Da qui la scelta di trasferirla in spazi sempre meno piccoli, per monitorare i suoi movimenti e le possibilità di essere rimessa in libertà. Dopo quasi due mesi la poiana si è ristabilita ed è stata riportata in natura.

«La sua voglia di vivere e lottare ci ha commossi – spiega la responsabile del Cras –. Episodi come questi ci aiutano a sopportare tutte le difficoltà e anche la frustrazione e il dispiacere che sopraggiungono quando gli animali non sopravvivono nonostante le nostre cure».

Come spiega Corbelli, i rapaci, purtroppo sono ancora troppo spesso feriti a colpi di arma da fuoco dai cacciatori: «Disturbano le loro attività. E c’è chi reagisce non facendosi alcuno scrupolo a sparare a un gheppio, un falco pellegrino o una poiana».

E non solo soltanto i rapaci a finire nel mirino dei bracconieri o nelle loro trappole: «Pochi giorni fa ci hanno portato un lupo intrappolato nel laccio nascosto da un cacciatore. Purtroppo è deceduto – racconta Corbelli –. Il problema è che è molto difficile controllare l’attività dei cacciatori e spesso queste azioni rimangono impunite».

In Italia, purtroppo, i crimini contro la natura sono ancora molto radicati e rappresentano la quarta attività criminale più redditizia al mondo dopo il traffico di droga, la contraffazione e il contrabbando di armi: per un totale di 280 miliardi di dollari l’anno.

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Giulia Argenti
Giornalista
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