Attivisti per i diritti animali sul piede di guerra, a Pizzighettone, per la corsa delle lumache, una sorta di “palio” organizzato con il patrocinio del Comune e della Regione. Il caso è scoppiato lo scorso 28 settembre, quando il Movimento Centopercentoanimalisti ha affisso due striscioni di protesta all’ingresso del municipio e all’interno della stazione del piccolo Comune in provincia di Cremona per contestare pubblicamente l’iniziativa. E nei giorni successivi la corsa è diventata un vero e proprio caso.
La gara è fissata per domenica 2 ottobre. Il regolamento è illustrato da Pizzighettone Fiere dell’Adda, che si è aggiudicata il bando della Regione Lombardia (nei vent’anni precedenti è sempre stato Gombito, Comune a una decina di chilometri di distanza da Pizzighettone a ospitarla): ogni concorrente partecipa alla gara con una lumaca prelevata dal territorio e ha a disposizione una pista lineare lunga un metro. Al via dei giudici le lumache vengono depositate a terra e devono percorrere il metro in linea retta sino ad arrivare al traguardo: le prime venti che lo tagliano vengono premiate. Ai concorrenti, spiegano gli organizzatori «una volta iniziata la gara è vietato toccare la lumaca, che può essere stimolata con foglie di insalata, cavolo, carota e ortica». Può inoltre essere richiesto l’intervento del giudice «per bagnare la pista o per rimettere in carreggiata la lumaca».
La gara si terrà in piazza d’Armi alle 17 di domenica, e le piste a disposizione sono appunto 270. Da Pizzighettone Fiere dell’Adda è arrivata la rassicurazione sul fatto che le lumache (chiocciole, in realtà) non verranno maltrattate né pungolate per la gara, e che una volta terminata la competizione verranno liberate nuovamente in natura, ma per le associazioni si tratta dell’ennesimo evento in cui gli animali vengono sfruttati per far divertire gli esseri umani.
«Ci immaginiamo con 270 concorrenti, questo è il numero massimo prefissato dagli organizzatori, quale sarà il terrore che proveranno le lumache e il loro destino – sottolineano da Centopercentoanimalisti – Ci sono animalisti che le tolgono dalla strada per non schiacciarle, e dopo ci sono questi autentici trogloditi che le usano e maltrattano, una vergogna assoluta che non può passare inosservata. Le chiocciole sono animali notoriamente non adatti alla corsa. A quale scopo costringerle a questa farsesca gara? Perché usare animali, ancora una volta, per il divertimento degli umani? Pensano che le chiocciole non soffrano, prelevate dal loro ambiente e costrette a questa pagliacciata? Manca completamente ogni senso etico, e manca il rispetto verso ogni essere vivente. Quanto è diseducativo per i bambini che venga loro insegnato, anziché a rispettarle, a usare questi animali come giocattoli».
L’associazione ha anche promesso che verrà presentata una denuncia formale, e non è escluso che possa andare in scena una contestazione nel giorno della gara. Cosa già accaduta in altre situazioni simili, dove le proteste hanno però dato i loro frutti. A San Casciano dei Bagni, lo scorso agosto, gli organizzatori hanno dovuto modificare il regolamento del tradizionale "palio di San Cassiano", che prevede di catturare rane vive da tenere su carretti spinti lungo un percorso. L’associazione Irriducibili Liberazione Animale, dopo quasi 10 anni di battaglie per chiedere che gli anfibi non venissero più sfruttati, aveva ottenuto dalla Asl e dalla Questura di Siena un provvedimento che imponeva di usare rane finte.