Più di 1000 gli animali evacuati, 7000 quelli sterilizzati, 10 i rifugi ricostruiti. È questo il risultato dell'attività di UAnimals, l’associazione animalista ucraina che da quando è cominciata la guerra non ha smesso di lavorare un giorno per salvare più animali possibili, intensificando sempre più gli sforzi.
Ma l’invasione russa è stata e continua a essere orribile: ha raso al suolo interi quartieri, cancellato intere città e ucciso tantissime vite. Una immane tragedia che travolge e distrugge tutto, compresi gli animali, ovviamente.
«Abbiamo stimato che tra i devastanti effetti di questa terribile guerra, ci siano anche almeno 200.000 animali senza più una famiglia – ha spiegato in un’intervista Olga Chevganiuk, Chief Operating Officer di UAnimals – Tra questi “sfollati”, oltre a un numero senza precedenti di cani e gatti randagi che vagano per le strade disseminate di macerie, ci sono anche grandi felini in fuga da zoo danneggiati o ora inaccessibili e anche mucche, alpaca, fauna selvatica e animali da allevamento»
Quando i volontari entrano in un territorio appena conquistato dalla Russia, da quelle case in rovina si vedono gli sguardi di animali terrorizzati. «A volte sono così spaventati che restano immobili, ma a volte sono così affamati che iniziano a venirci incontro già quando vedono arrivare la macchina».
Nata, nel 2016, UAnimals era focalizzata sulla lotta per garantire migliori condizioni per gli animali del circo, ma da quando è cominciato il conflitto, il suo impegno si è diretto verso chi sta sotto le bombe: «Il numero di animali senza tetto in Ucraina è aumentato a dismisura, soprattutto all’inizio della guerra. Le persone erano nel panico, molti se ne sono andati portandosi dietro i loro animali domestici. Altri non volevano abbandonare casa per non lasciare gli animali da soli. Altri ancora li hanno lasciati, pensando che sarebbero tornati dopo breve. Cosa che non è successa, invece. E noi ricevevamo un'infinità di chiamate ogni giorno da persone che ci chiedevano di andare ad aiutare gli animali rimasti chiusi nelle case» racconta ancora Chevganiuk.
L'UNHCR, l'Agenzia ONU per i Rifugiati, ha riferito che il conflitto russo-ucraino ha provocato quasi 8 milioni di rifugiati al 26 gennaio. Nel frattempo, coloro che rimangono in Ucraina, persone e animali, soffrono il gelido inverno senza riscaldamento, acqua corrente o elettricità distrutti dalle bombe.
In questa situazione devastante, i volontari di UAnimals hanno distribuito più di 500 tonnellate di mangime e foraggio agli animali, insieme a farmaci, vitamine e integratori di cui avevano disperatamente bisogno.
«Non è un lavoro facile quello del volontario, ma sopratutto è molto pericoloso – conclude Chevganiuk – La tragica morte dell'ucraina Anastasia Yalanska, uccisa a colpi di arma da fuoco dalle forze russe mentre si recava a consegnare rifornimenti a un rifugio per animali a Bucha, ha fatto notizia nel marzo 2022 e ha causato l’indignazione internazionale. Il pericolo di lesioni e morte è ancora molto reale. Di recente, un rimorchio che trasportava rifornimenti ha deviato leggermente fuori strada ed è esploso al contatto con una mina sepolta. Il lavoro che stanno facendo tutte queste persone per salvare gli animali è molto rischioso, ma è anche fondamentale. So che è molto stressante, ma questa è la nostra scelta: restare qui a proteggere la nostra terra e qualunque essere ci viva».