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29 Gennaio 2024
10:16

Più controlli sui cani dei clochard per contrastare il traffico illegale di animali

Talvolta i cani che vivono con i clochard diventano un semplice mezzo per guadagnare qualche centesimo in più, impietosendo i passanti. Contro questa pratica, le Guardie zoofile OIPA di Milano e Monza Brianza hanno intensificato i controlli per le vie di Milano.

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A Milano sono stati giorni di freddo molto intenso quelli di gennaio e molti clochard hanno dovuto proteggere dal gelo non solo sé stessi, ma anche i propri animali che con loro condividono l’esistenza senza un tetto sopra la testa. Talvolta, però, anziché amici di cui prendersi cura, i cani che vivono per strada diventano un semplice mezzo per guadagnare qualche centesimo in più impietosendo i passanti.

Contro questa pratica le Guardie zoofile OIPA di Milano e Monza Brianza hanno intensificato i controlli per sincerarsi che gli animali siano ben protetti e in regola con la documentazione: «Quando c’è il sospetto che quest’ultima sia stata contraffatta – spiegano dall’associazione – si procede al sequestro, come avvenuto alcuni giorni fa con un cane che aveva non uno, ma ben due microchip. Inoltre, il senzatetto che lo deteneva era in possesso di un passaporto con un numero di microchip ancora diverso, oltre al fatto che una serie di date non coincidevano».

In quel caso, sulla base del Regolamento Tutela Animali del Comune di Milano, le guardie zoofile hanno potuto procedere al sequestro amministrativo del quattrozampe, che è stato condotto presso il canile comunale dove potrà trovare una nuova adozione: «Si tratta di operazioni che si inseriscono nell’attività di contrasto al traffico illegale di animali provenienti dai paesi dell’Est e “distribuiti” a senza fissa dimora per la pratica dell’accattonaggio. Spesso si tratta di un vero e proprio racket che frutta centinaia di migliaia di euro l’anno alle organizzazioni criminali che non si fanno scrupoli nell’esercitare violenze fisiche contro il questuante qualora non venga raggiunta una soglia minima di euro giornalieri».

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Una pratica cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni e che deve essere fermata per il bene degli umani che chiedono l'elemosina e degli animali: purtroppo, infatti, dati alla mano delle associazioni che combattono questa battaglia, il problema esiste eccome perché i clochard per i quali l’animale è davvero un compagno di vita, casi peraltro che andrebbero solo che aiutati, non sono la maggioranza. Molte volte, al contrario, si tratta di persone che non sono in grado di occuparsi come si deve dei loro animali, ma che li utilizzano soltanto per creare pietà nei cittadini.

La Regione Lombardia sembra muoversi verso la direzione richiesta da chi a cuore il benessere degli animali e a giugno ha accolto la proposta contenuta in un disegno di legge di iniziativa popolare voluto dall’Associazione Task Force Animalista, con il supporto della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Paola Pizzighini, con la quale si chiede che la pratica diffusa di "utilizzare" gli animali, per la maggior parte i cani, per chiedere l’elemosina, venga considerata reato.

Il fine di questa iniziativa, ci tengono molto a sottolinearlo gli attivisti, non è togliere il cane a chi per via di vicissitudini sfortunate si è ritrovato a vivere per strada e considera il proprio compagno una famiglia, per i quali invece la Regione dovrebbe trovare delle aree da riqualificare, in cui possano essere accolti. L’obiettivo principale della legge è togliere i cani a chi li sfrutta per l’accattonaggio, come per esempio quelli attualmente in mano al racket dell’Est, e i cani di sbandati e tossicodipendenti che non sono assolutamente in grado di gestirli, ovviamente non per cattiveria, ma solo perché è già molto difficile per queste persone gestire se stessi.

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Simona Sirianni
Giornalista
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