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12 Settembre 2022
13:09

Pitone lungo cinque metri operato da un’equipe di veterinari a Torino

Un Pitone giallo lungo 5 metri è stato operato nel Centro animali non convenzionali di Grugliano per un blocco intestinale. Un intervento molto rischioso, perché anche solo spostando questo serpente si rischia di danneggiargli le vertebre.

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Pippo non mangiava da giorni ed è stato portato dal veterinario. Tutto normale se non fosse che Pippo è un pitone giallo lungo 5 metri. Per visitarlo si è fatta avanti un'equipe di medici che gli ha fatto prima una tac e poi lo ha operato al Centro animali non convenzionali di Grugliasco (Torino) per un blocco intestinale. Le immagini condivise proprio dal Canc non si vedono tutti i giorni e servono a diffondere consapevolezza e conoscenza su questa specie.

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Il medico esegue la tac al pitone

Un pitone di quasi cinque metri e 58 chilogrammi è un paziente speciale. Soprattutto perché richiede specifiche competenze nella manipolazione: muovendolo c'è il rischio di danneggiargli le vertebre. Dal punto di vista logistico, viste le dimensioni, il tavolo operatorio ha avuto bisogno di qualche prolunga ma, alla fine, dopo tre giorni dal ricovero, tutto sembra essere andato per il meglio.

Il pitone è di un privato cittadino che vive fuori dalla provincia di Torino. In questi casi si potrebbe definire l'animale un "serpente domestico", ma sarebbe un controsenso. I serpenti non sono mai stati domesticati dall'uomo e tutte le specie sono da considerarsi selvatiche.

Questo significa che non sono animali particolarmente abituati a stare a contatto con gli esseri umani, specialmente per tempi prolungati, ma seguono principalmente il proprio istinto che li vuole predatori solitari e schivi.

Questi rettili sono parte fondamentale della rete alimentare e sottrarli dagli ecosistemi significherebbe togliere un tassello importante che provoca uno squilibrio considerevole. Dunque, nonostante i serpenti siano sempre più comunemente chiusi in teche e terrari, è giusto ricordare che il posto di Pippo e dei sui simili è in natura.

Il pitone da nove mesi aveva smesso di mangiare. L'operazione è stata coordinata da Mitzi Mauthe Von Degerfeld che, dopo le analisi, ha individuato il blocco intestinale, lungo circa un metro, e ha deciso di procedere chirurgicamente. Il rettile è stato prelevato da casa, dove vive da 23 anni, ed è stato portato in clinica. Nel video le manovre per portarlo in sala operatoria.

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«L'intervento per risolvere il blocco intestinale di Pippo – hanno spiegato dal Centro con un comunicato affidato ai social – si è risolto in maniera positiva». Così, finalmente guarito, il pitone moluro potrà presto tornare dal suo umano di riferimento.

Perché non bisogna tenere un pitone moluro a casa

Il pitone moluro è un serpente originario dell’ India e delle foreste pluviali del Sud-Est Asiatico. È un animale destinato a raggiungere dimensioni imponenti come una lunghezza  anche di 5 metri ed un peso dai 40 ai 180 Kg eccezionali di alcuni esemplari in libertà.

Come detto in precedenza detenere un animale selvatico in casa non solo va contro la sua natura che lo vedrebbe costretto e confinato in un minuscolo spazio senza poter pienamente soddisfare le sue naturali esigenze etologiche. Oltre a ciò, sopraggiungono anche le caratteristiche fisiche dell'animale che lo rendono praticamente impossibile da allevare in casa.

«Premettiamo subito quindi trattarsi di un serpente molto impegnativo – spiega il medico veterinario Marco Gentile – per il quale, se adottato da giovane, bisogna comunque preventivare un grande terrario dimensione armadio, di cui bisogna anche considerare il peso e l’ingombro, onde trovare a priori la giusta e definitiva collocazione».

Sono animali molto sensibili alle variazioni di temperatura, che dovrebbe oscillare fra i 28 e i 34°C, e l'ambiente nel quale si trova dovrebbe essere in tutto e per tutto simile alle naturali condizioni dell'habitat in cui questi animali si sono adattati a vivere per millenni. Inoltre, in questo habitat artificiale di dimensioni già considerevoli, bisogna aggiungere anche un enorme vasca piena d'acqua, elemento in cui l'animale adora immergersi e nuotare liberamente.

Insomma stiamo parlando di uno sforzo economico e di spazio incredibile, degno di un centro di conservazione che vorrebbe aiutare l'animale per una futura reintroduzione in natura e non è fatto per la detenzione fra la mura domestiche.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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