È trapelato online il video di un enorme pitone reticolato legato con un cappio al collo a una recinzione di un capanno in un villaggio indiano. Il filmato, che Kodami non pubblica come fa sempre quando ci sono immagini violente e lesive della dignità di altri esseri viventi, è stato caricato per la prima volta da un utente di Reddit.
Il professor Bryan Fry, esperto dell'Università del Queensland, ha identificato l’animale del video come appartenente alla specie Python reticulatus, appunto pitone reticolato, un serpente costrittore e non velenoso che si avvolge attorno alle prede per soffocarle prima di ingoiarle intere a partire dalla testa. Non è chiaro come un rettile di diversi metri di lunghezza sia stato catturato ma nel breve filmato è possibile vedere come cerchi di divincolarsi da una corda che lo tiene legato senza consentirgli di muoversi. Il professor Fry ha commentato il video dicendosi «rattristato dall’abuso che viene perpetrato sugli animali».
I pitoni reticolati sono tra le specie di serpenti più grandi del mondo, possono superare in alcuni casi gli 8 metri di lunghezza e sono piuttosto comuni in India e in molti altri paesi dell'Asia sud orientale. Secondo Kane Durrant, direttore di Wild Conservation, «Non sono rari nel Sud-est asiatico, ma hanno subìto un declino a causa delle pressioni antropiche». L’esperto ha spiegato a news.com.au. che «Il video ritrae una situazione non isolata in questa parte del mondo poiché i serpenti vengono spesso perseguitati per la loro pelle e la loro carne, nonché uccisi per paura che il bestiame o anche le persone possano venire attaccate se il serpente gigante venisse lasciato in vita».
Dal video si evince che il serpente deve essersi cibato recentemente di un grosso animale, una capra o persino una mucca secondo Durrant, e l’allevatore deve averlo catturato, appunto, in seguito alla perdita di uno dei suoi animali. Non è noto il destino di questo maestoso esemplare, ma è certo che questi rettili non possono continuare ad essere catturati o uccisi indiscriminatamente fino a quando le loro popolazioni raggiungeranno numeri critici come già è avvenuto in molte altre specie a loro affini.