Una scena barbara. Davvero troppo crudele. A Rossano, in Provincia di Cosenza, un Pitbull è stato trovato impiccato. Legato a due alberi, è morto al termine di una lunghissima agonia. Alcuni animalisti ne hanno trovato il cadavere e Stop Animal Crimes ha presentato una denuncia per cercare di risalire al colpevole.
Il video del suo ritrovamento circola sui social network. Kodami lo ha visto ma come sempre preferisce non diffonderlo perché non aggiunge nulla alla cronaca di questo episodio, l’ennesimo atto di crudeltà nei riguardi di un animale.
Per Antonio Colonna, esperto di zoomafie di Stop Animal Crimes, questo episodio «è la conseguenza di un’assenza totale di tutela degli animali in Italia». Si tratta di «un gesto che ha due autori: uno è materiale e speriamo che venga presto individuato dalle forze dell’ordine. È chi ha ucciso in quella maniera il cane e che lo ha lasciato così, alla mercé di tutti, dando vita a uno spettacolo macabro e criminale». Ma poi c’è anche, prosegue Colonna, «un altro responsabile» ed è «l’autore morale di questo gesto: il mondo animalista. Può sembrare duro dirlo ma è la verità».
«Se questi gesti sono commessi ancora oggi è perché non si ha paura dello Stato, della legge, della funzione punitiva della pena. Questo perché l’animalismo in Italia è frammentato e individualista a causa degli interessi economici, dell’ignoranza e dell’assenza di cultura – spiega l’esperto di zoomafie, che proprio in questi giorni sta conducendo un tour nel Sud Italia – I cani vengono recuperati dai volontari anche al di fuori delle leggi e per i quali viene chiesto del denaro che viene per la maggior parte dal Nord». Per Antonio Colonna «il mondo animalista non è in grado di lavorare unito e influire con le scelte politiche anche per rafforzare le pene, che in Italia fanno ridere davvero».
Sulla vicenda di Rossano l’associazione ha presentato una denuncia contro ignoti. «Ci sono diverse telecamere di sorveglianza nella zona e speriamo che l’autore possa essere identificato», continua l’esperto. Giusto qualche giorno fa un episodio simile ha preso di mira una volpe, trovata impiccata a Villavallelonga, in Provincia dell'Aquila. Lndc Animal Protection, in questo caso, ha presentato una denuncia contro ignoti.
«Quanto accaduto è gravissimo. E quest’atto criminoso non è il primo del genere nella nostra martoriata Calabria – spiega Francesco Silvestri, responsabile del settore adozioni della Lav di Vibo Valentia – Si legga come si vuole ma questa storia, indipendentemente dalle dinamiche dell’accaduto, mette per l’ennesima volta in risalto un’amara verità: la quasi totale mancanza delle istituzioni in Calabria nella prevenzione dei crimini contro gli animali e nella risoluzione adeguata del fenomeno del randagismo». Per Silvestri le Istituzioni «dovrebbero intervenire con una seria programmazione, prevista tra l’altro dalla Legge, nella lotta contro questi crimini».
«Axel, così è stato chiamato il Pitbull ucciso, avrà giustizia? È quello in cui credono i volontari aderenti alla denuncia che sarà presentata a breve per il suo caso, supportata da associazioni riconosciute nonché da volontari indipendenti di tutta la Calabria: fra gli attivisti che hanno incoraggiato questa causa, Mariella Mele – aggiunge – L’aspetto legale della vicenda è curato dall'avvocato Giada Bernardi che, a nome di tutti i volontari interessati, metterà al vaglio delle autorità competenti tutti gli elementi di indagine necessari a dare giustizia ad Axel, protagonista infelice di questa storia».