Il Comune di Pisa ha scelto: presto avrà un Garante per la tutela degli animali. A partire da ieri, infatti, è stato aperto il bando pubblico per la selezione della figura che verrà scelta poi dal Consiglio Comunale. Un punto di riferimento importante che, operando in diretta autonomia, vigilerà sulla corretta applicazione delle leggi e aiuterà a segnalare reclami, violazioni o comportamenti dannosi ai danni degli animali. Fondamentale sarà anche l'aspetto educativo rivolto ai cittadini e scuole per promuovere un corretto rapporto tra uomo e altri animali anche attraverso progetti concreti, atti a migliorare le condizioni di vita delle specie domestiche e selvatiche.
Napoli è stata, nel 2012, la prima città del Centro-Sud Italia a designare un Garante per la tutela degli animali. Un primo passo importante e necessario a livello nazionale che ha posto al centro dell'attenzione a livello locale i diritti degli animali. Stella Cervasio, giornalista ed educatrice cinofila, è stata la prima in assoluto, quindi, in Campania a ricoprire questo incarico. Il suo ruolo è vicino alla scadenza, a maggio saranno finiti i dieci anni di attività in questa veste. Kodami l'ha contatta per farsi raccontare come è andata la sua lunga esperienza e fare un bilancio.
Di cosa si occupa precisamente un Garante per la Tutela degli Animali? E come viene scelto?
Il Garante per la Tutela degli Animali è una delle tante figure intermedie istituite dalle autonomie locali, ed ha principalmente il compito di intermediare tra cittadini e istituzioni. Io lo sono stata a Napoli dal 2012 per due mandati, il secondo e ultimo in scadenza a maggio. La scelta viene effettuata attraverso un bando pubblico tra persone con comprovata esperienza nel campo dei diritti degli animali e dell'etologia.
Il mandato è dunque in conclusione. Facciamo un bilancio…
Non sempre le cose sono andate nel verso giusto. Nonostante le buone intenzioni l'amministrazione molto spesso non ha supportato adeguatamente il mio lavoro o tenuto conto del mio parere. Le iniziative sono sempre dipese troppo dalla mia volontà o dalla sensibilità dell'assessore del momento. Ad esempio uno dei progetti principali che stavamo portando avanti in sinergia con ASL e facoltà di Veterinaria della Federico II era quello di istituire un nuovo canile municipale, cosa a mio avviso fondamentale, ma non se n'è fatto più nulla. Ho appresso da un'agenzia che il progetto è pronto, ma ancora non ho avuto notizie dall'amministrazioni. Quella del Garante è una figura spesso equivocata e considerata come una posizione stipendiata, in realtà non viene assolutamente retribuita né finanziata per le azioni e le campagne che propone. Ho proposto un sacco di iniziative, ma per nessuna sono mai stati stanziati fondi.
Non è stato semplice, quindi, operare per la tutela degli animali
Le iniziative dipendevano troppo dalla mia volontà. La maggior parte delle quali le ho dovute portare avanti con fatica e in maniera personale o attraverso la mia associazione "Animal Day" che per tanti anni ha portato migliaia di persone al PAN (Palazzo delle Arti di Napoli, ndr) con mostre, eventi e conferenze sul tema animali sempre attraverso l'autofinanziamento. A mio avviso il comune ha perso una buona occasione per accendere i riflettori sull'ambiente e i diritti degli animali. Ho presentato un vademecum con le regole per la giusta convivenza con gli animali e ho provato a istituire il progetto Animal Lawyers, un gruppo di avvocati specializzati in diritti degli animali che potessero offrire consulenze ai cittadini che ne avevano bisogno, ma in mancanza di organizzazione, sede o segreteria è rimasto tutto in stand by. La figura del Garante non è stata mai adeguatamente supportata, regolamentata né tantomeno presentata.
Le segnalazioni era tante? Qual era il rapporto con i cittadini?
Le segnalazioni erano e sono ancora tante. Si arrivava anche a una media di 30 al giorno. Il problema principale è che spesso non avevano un vero e proprio seguito perché difficilmente a queste seguiva una reale denuncia. I cittadini hanno paura di essere scoperti o di doversi accollare le spese legali e non vanno quasi mai fino in fondo. Credono che il Garante possa farsi carico di tutto, ma non sempre è possibile. Io, lo ribadisco, sono una volontaria: non faccio parte né dell'ASL né dell'amministrazione. Era difficile il dialogo con la popolazione ma nonostante ciò sono stata io stessa ad accompagnare alcune persone per esporre denuncia.
E quelle che avevano seguito?
Una parte delle segnalazioni veniva risolta in forma privata, perché spesso la legge non è adeguata e protegge gli animali fino a un certo punto. Un cane confinato sul balcone o in giardino, per esempio, non riceve tutele legali adeguate per quanto riguarda tutte le sue esigenze etologiche o di socializzazione inter e intraspecifica. Se una persona, per qualsivoglia motivo, non può prendersi cura di un animale deve trovare chi se ne occupa. La relazione con un cane comporta un impegno enorme che va ponderato adeguatamente, e spesso persino i volontari non valutano bene questi aspetti quando si occupano di affidi in maniera frettolosa ed è capitato spesso di scontrarmi anche con loro. Ma stiamo migliorando anche su questo. Per altre segnalazioni, invece, sono seguite le vie legali, e sono tanti i processi che abbiamo portato e portiamo ancora avanti. In alcuni di questi sono riuscita, su mio sollecito, a far costituire il comune come parte civile sul maltrattamento di alcuni cavalli.
Cosa servirà al suo successore per provare a lavorare meglio?
Il prossimo garante, se ci sarà, dovrà avere profonde conoscenze sull'argomento e dovrà stare attento a non diventare un volontario animalista. Non potrà essere lui in prima persona a occuparsi delle segnalazioni o a raccogliere animali. Questa cosa non sempre è capita dalle persone. Servirà necessariamente uno statuto, per non restare una figura fluttuante nel mezzo che non è ben definita. Se questa figura non verrà regolamentata e tutelata a dovere dovrà continuare a operare su iniziativa personale, e sarà necessariamente un'azione limitata in assenza delle istituzioni. Servirà anche trovare un modo per mettere in rete i volontari, che spesso sono tantissimi ma operano il più delle volte in maniera isolata.
Cosa manca al mondo del volontariato?
Il mondo del volontariato ha bisogno di una preparazione adeguata per poter acquisire maggiore credibilità. Spesso le istituzioni usano la mancanza di preparazione come scusa per non intervenire. Quando il volontario è preparato in maniera ferma e sicura le cose si risolvono in modo rapido e condiviso con le ASL, che sono certamente la parte più fattiva, occupandosi direttamente di sanità animale. Il comune, invece, conta poco.
Cosa manca, allora, alle istituzioni?
A mio avviso ci sarebbe bisogno di un assessorato in grado di occuparsi in maniera esclusiva di questa delega. I diritti degli animali vagano spesso tra le varie competenze, e questo li fa inevitabilmente finire in secondo piano. La tutela degli animali sembra non interessare ai comuni e vengono scaricati all'impegno delle singole persone. Non può essere così, bisogna dare un peso effettivo, anche economico, alla tematica, troppo spesso sottovalutata sotto questo aspetto. Basti pensare al peso che ha a livello regionale ha la questione legata ai danni da cinghiale. Si tende a credere che gli animali siano solo l'ennesimo capitolo di spesa per le amministrazioni, quando invece basta applicare la legge e iniziare a sanzionare le persone, partendo banalmente da chi non raccogli le deiezioni dei propri cani. Basterebbe questo per trovare fondi necessari alla tutela degli animali. Le tematiche legate all'ambiente e agli animali non sono mai state prese seriamente in considerazione dall'amministrazione comunale. Poteva essere un'opportunità importante per questa città, ma ci credevo solo io.