Sono passati altri 20 giorni e ormai l'attesa di Pippo è diventata insostenibile. La delibera di Giunta promessa da Gianluca Festa, Primo Cittadino di Avellino, non è ancora arrivata e più tempo passa e più si fa concreta la non concretezza delle parole del Sindaco. Sono settimane, infatti, che Kodami sta cercando di parlare con il Primo cittadino, il quale ci ha risposto solo una volta dicendosi disponibile a risolvere la situazione ma poi non dando seguito ai nostri tentativi di riparlare con lui per avere aggiornamenti sulla questione. Quella che abbiamo ottenuto fino ad oggi è stata dunque solo una veloce telefonata in cui comunque il Sindaco aveva confermato la sua disponibilità a procedere rapidamente perché Pippo diventi il primo cane libero accudito della città. Ad ora si è rivelata dunque solo una promessa non mantenuta.
Siamo veramente così vicini a concludere una storia che non solo rappresenta un nuovo capitolo per il benessere di un cane, ma potrebbe diventare un altro faro per tutti quegli di animali che, per vicissitudini personali o perché non vogliono essere confinati in quattro mura, hanno fatto della strada la propria casa. Per questo motivo sapere che non solo non è stata presa nessuna decisione in merito, ma addirittura non è stata neanche presentata la delibera, rende ancora più forte il sentimento di impotenza e ingiustizia.
Ripercorrendo la vicenda di Pippo si nota subito come sia simile a quella di molti altri cani che vivono per strada. Più di un mese fa abbiamo raccontato con un video reportage qual è la vita di un cane di quartiere e abbiamo incontrato Pippo fra le strade di Avellino sotto un portico che ormai è casa sua da più di 10 anni. Lui rientra perfettamente nella descrizione di cosa significhi "cane di quartiere": un animale sterilizzato e microchippato, non pericoloso per l'incolumità di persone e altri animali.
A rendere ancor più evidente il fatto che sia un "cittadino speciale" ci sono le meravigliose relazioni che ha allacciato con gli abitanti del posto che ci hanno raccontato tramite le loro testimonianze un pezzettino della sua vita che, in un modo o nell'altro, ha influenzato ogni persona che ha incontrato sul suo cammino. Alcune persone hanno tentato a più riprese di portarlo a casa propria, ma Pippo ha sempre sofferto quegli spazi chiusi, preferendo invece essere libero in strada.
La vita di Pippo, dunque, non solo è simbolicamente legata a quella di altri tanti cani in Italia che vivono liberi nelle strade e nelle piazze, ma è anche un reale motivo di speranza per molti volontari di Avellino che attendono con ansia che si riesca a sbloccare un percorso burocratico che potrebbe essere preso a modello anche per altri casi simili in futuro.
Questa speranza aveva raggiunto il suo culmine circa 20 giorni fa dopo che erano state presentate in Comune tutte le carte per il riconoscimento dell'animale come cane libero accudito. Fra i documenti era presente anche un appello con più di 50 firme di cittadini avellinesi d'accordo nel conferire a Pippo questo particolare status che permette ad alcuni volontari di incaricarsi ufficialmente della salute dell'animale nonostante legalmente il responsabile sia ancora il Sindaco.
Molto tempo è passato, ancora nulla è stato deciso e Pippo deve ancora fare i conti con chi non vuole farlo tornare sotto quel portico che ormai è casa sua. Mentre il Comune tergiversa e perde tempo riversando la responsabilità del benessere dell'animale ai volontari, Pippo e tanti altri cani come lui si trovano in limbo giuridico che solo una delibera di Giunta, in questo caso, potrebbe porre fine a molte diatribe sulla legittimità della presenza dei cani in strada. Cani che vengono spesso cacciati perché considerati sporchi o pericolosi, proprio come Pippo che, mandato via dal suo porticato, spesso rimane sotto la pioggia alla ricerca di un nuovo riparo.