Stremata dal gran caldo, affamata, si è ritrovata per le vie di Castro, in Puglia, finendo per trovare rifugio su un balcone. Fortunatamente Pina, giovane esemplare di capovaccaio, era tracciata tramite anello e GPS, e le guardie ambientali sono riuscite a recuperarla incolume e a trasferirla in un centro di recupero.
Il capovaccaio (Neophron percnopterus) è il più piccolo delle quattro specie di avvoltoi europei (grifone, gipeto e avvoltoio monaco sono le altre tre) ed è anche quello con l’aspetto più singolare, lontano dallo stereotipo dell’avvoltoio. È considerato in pericolo di estinzione secondo la IUCN, e per questo motivo è estremamente protetto e tutelato: il numero totale di esemplari è diminuito di oltre l’80% negli ultimi 50 anni, e la popolazione riproduttiva è confinata in Basilicata, Calabria e Sicilia. Nel 2019 era stata stimata in circa 7-9 coppie in Sicilia e 3-4 coppie nell’Italia peninsulare.
Pina è nata proprio nell’ambito di uno dei più importanti progetti europei finalizzati al ripopolamento del capovaccaio, il Life Egyptian Vulture, un’iniziativa organizzata dall’ISPRA insieme con Biodiversità sas, De Rerum Natura sas e del Centro Rapaci Minacciati (Cerm) della Toscana finalizzato a favorire la conservazione della specie attraverso la riproduzione e la reintroduzione in natura dei soggetti nati in cattività.
Pina, nata al Cerm l’anno scorso, era stata liberata il 16 maggio nel Parco Naturale della Murgia Materana, e il suo percorso (così come quello degli altri capovaccai reintrodotti in natura) è stato attentamente monitorato dai carabinieri forestali, che partecipano al programma proprio per vigilare sullo stato di salute dei rapaci e prevenire anche episodi di bracconaggio.
I forestali hanno notato dal GPS che Pina si aggirava nella zona del Salento, e che da qualche giorno nel centro abitato di Castro, senza muoversi. Seguendo le coordinate geografiche è stata individuata e recuperata su un terrazzo e, in accordo con Guido Ceccolini, direttore del Cerm, è stata poi ricoverata nel Centro recupero fauna di Calimera, dove sarà nutrita e accudita nell’attesa di essere restituita alle cure di coloro che ne hanno seguito tutte le fasi della crescita e della reintroduzione.
A settembre 2021 altri cinque giovani capovaccai erano stati liberati nel parco della Murgia Materna, in Basilicata, un ambiente a loro favorevole per la proliferazione e – si spera – riproduzione in natura come già avvenuto per Sara, la femmina rilasciata nella Gravina di Laterza dopo la nascita al Cerm. Sara è rimasta per 4 anni in Africa (i capovaccai sono migratori) ed è tornata poi in Italia nel 2019 con un compagno.