Piemonte: sequestrati 80 barboncini in un allevamento. Le prime immagini dei cani salvati

80 Barboncini sono stati sequestrati in un allevamento piemontese. Vivevano in condizioni igienico sanitarie disastrose. Ad occuparsene è l'Enpa, che lancia un appello alle famiglie: «Informatevi e denunciate gli abusi».

30 Novembre 2022
17:47
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I Carabinieri del Corpo Forestale di Pinerolo, in Provincia di Torino, hanno messo sotto sequestro un allevamento di Barboncini Toy all'intero del quale sono stati trovati ottanta cani obbligati a vivere in condizioni igieniche terribili e spazi ristretti. La segnalazione è partita i primi giorni di novembre da parte dei vicini, allarmati per i cattivi odori provenienti dall'interno della struttura.

L'intervento del veterinario dell'Asl ha rilevato condizioni di denutrizione totale, degrado e mancanza di igiene. I cani sono stati immediatamente affidati all'Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali), che si sta occupando di trovare loro un posto nei rifugi della zona o presso famiglie adeguate per un‘adozione consapevole.

«I cani erano gravemente denutriti e non mangiavano da circa un mese. Inoltre erano ricoperti di pulci ed escrementi – spiega a Kodami Giusy d'Angelo, responsabile del rifugio Argo di Val della Torre e consigliera nazionale di Enpa – Abbiamo dato immediatamente il via alle visite veterinarie per eliminare anche i parassiti interni e poi ci siamo dedicati a conoscere ognuno di loro, in modo da individuare famiglie adottive davvero adatte per ogni soggetto, nell'ottica di affidarli solo in seguito ad un'attenta analisi».

I cani sono stati suddivisi tra i rifugi Enpa di Torino, Pinerolo e Bibiana e Val del Torre, dove ne sono arrivati 50: «La maggior parte ha già trovato casa. Con noi rimangono ancora i soggetti più spaventati, a cui preferiamo dare più tempo per adattarsi alla situazione, prima di obbligarli a cambiare nuovamente ambiente ed entrare in famiglia – spiega la responsabile – Tra i cani che sono ancora qui vi è anche un Borzoi, l'unico soggetto appartenente ad un'altra razza che è stato trovato in questo allevamento».

Un fenomeno ciclico con un'impennata durante le festività natalizie: «Adottate, non comprate»

«Molte persone non hanno consapevolezza di ciò che accade all'interno di questi luoghi, che assomigliano a dei veri e propri "cucciolifici", dove i cani sono costretti a vivere nel degrado e nella sofferenza per soddisfare una richiesta che aumenta nettamente nel periodo natalizio – ha dichiarato Carla Rocchi, presidentessa nazionale di Enpa in una nota – L'unico modo per interrompere questo fenomeno è scegliere di adottare invece che comprare».

Anche Giusy d'Angelo conferma come questi eventi si moltiplichino durante i periodi che precedono le vacanze di Natale. «Purtroppo questi sequestri sono il simbolo di un fenomeno che si ripresenta ciclicamente. A livello nazionale riceviamo almeno 2 segnalazioni al mese, le quali, però, si moltiplicano sotto Natale, quando molte persone desiderano ricevere un cucciolo sotto l'albero – spiega la consigliera di Enpa – Di conseguenza, alcuni allevatori aumentano vertiginosamente i numeri proprio in questi mesi con l'intenzione di massimizzare i guadagni».

Come ridurre gli abusi negli allevamenti: informazione, adozioni attente e denunce dei maltrattamenti

Per ridurre il rischio di favorire il maltrattamento e lo sfruttamento degli animali, secondo Giusy d'Angelo è indispensabile abituarsi a raccogliere  informazioni approfondite sulle origini del cane che si sta scegliendo di adottare: «Molte persone favoriscono questi meccanismi crudeli senza nemmeno esserne a conoscenza. Per prevenire il pericolo che ciò accada, bisogna verificare la correttezza degli allevamenti a cui ci si rivolge  e le condizioni in cui nasce il cane. Non si tratta solo di combatterei maltrattamenti, ma anche di assicurarsi che si entrerà in possesso di un soggetto in salute. Se l'animale nasce in un ambiente adeguato, tutelato e seguito correttamente, infatti, avrà meno possibilità di sviluppare problemi comportamentali, i quali invece rischiano di complicare la vita condivisa».

All'interno dell'allevamento piemontese, però, non sono stati trovati solo cuccioli, ma anche fattrici e gli stalloni: «Una volta raggiunti i 7/8 anni vengono lasciati morire da soli in un box perché perdono la loro utilità – aggiunge la responsabile – Nel caso in cui ci si senta realmente adatti per accogliere un cane in casa, scegliere un soggetto anziano è un altro modo per cambiare davvero le cose e intervenire in maniera positiva su questi tragici eventi».

Per Giusy d'Angelo, infine, al fine di ridurre l'entità di questo fenomeno è importante anche mantenere viva la collaborazione tra i cittadini e le forze dell'ordine: «Chiunque si trovi di fronte ad una situazione di questo tipo deve avere la forza di segnalarla immediatamente. Solo così potremo davvero fermare i continui abusi che avvengono costantemente in questi luoghi sparsi in tutta la penisola».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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