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11 Marzo 2022
12:04

Piccioni legati a uno spago senza acqua né cibo: denunciato un cacciatore a Firenze

I piccioni venivano tenuti in condizioni proibitive e continuavano a soffrire. Per questa ragione i Carabinieri Forestali della stazione di Palazzuolo sul Senio, in Provincia di Firenze, hanno denunciato un uomo di Borgo San Lorenzo.

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I piccioni venivano tenuti in condizioni proibitive e continuavano a soffrire. Per questa ragione i Carabinieri Forestali della stazione di Palazzuolo sul Senio, in Provincia di Firenze, hanno denunciato un uomo di Borgo San Lorenzo.

Grazie a un blitz avvenuto insieme agli agenti della Polizia locale hanno potuto accertare, in un negozio, la presenza degli uccelli in due voliere. In particolare è stato trovato un giovane piccione legato su un supporto costituito da un palo in metallo, sulla cui sommità era collocato un rotolo di spago che era stato fermato in modo tale da lasciarne libera una porzione di circa venti centimetri e al cui capo era legato per le zampe l’animale.

Il supporto in gergo viene chiamato “racchetta” e serve per la caccia con i “volantini”, cioè piccioni che vengono usati come richiami vivi per adescare i colombacci. L’animale non aveva a disposizione né acqua né cibo. Quando i militari si sono avvicinati all’esemplare lui ha cercato di volare, ma si è potuto però sollevare solo quel tanto che gli era consentito dallo spago, cioè circa una ventina di centimetri. L’animale ha continuato a sbattere le ali nel tentativo di prendere il volo ed allontanarsi, cosa a a cui però ha dovuto rinunciare tornando a posarsi sulla racchetta.

Carabinieri Forestali e Polizia locale avevano ricevuto la segnalazione della presenza in una voliera di un piccione a testa in giù, legato ad un trespolo con un filo a tutte e due le zampe, probabilmente esausto dai tentativi di volo, senza avere a disposizione né acqua né cibo.

Il cacciatore che deteneva gli animali ha spiegato di usare i più giovani (nati nel proprio allevamento regolarmente registrato), per essere impiegati durante la successiva stagione venatoria come richiami vivi per la caccia ai colombi. Le forze dell'ordine lo hanno denunciato per il reato previsto dall’art. 727 del Codice penale che punisce chi detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura. La pratica attuata dal detentore, secondo le forze dell’ordine, è stata valutata come incompatibile con la natura dei piccioni per la libertà di volo limitata ad una ventina di centimetri. Ad aggravare le cose, anche la mancanza di cibo e acqua. Quindi ci sarebbero state condizioni non conciliabili con la loro natura, che esprime proprio nel volo la loro attitudine etologica.

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